Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Differenza tra accento e apostrofo? Quest’ultimo, appare come una virgola rovesciata, indica la mancanza di lettere all’interno di una parola o la contrazione di due parole in una. L’accento determina la pronuncia e l’accentazione.
Capita di trovare difficoltà con accento e apostrofo nella lingua italiana. In realtà la regola è molto semplice: sono due elementi diversi che hanno funzioni differenti. Quindi non devi mai confondere l’accento con l’apostrofo e viceversa.
Questo significa capire con esattezza quando ci vuole l’apostrofo e quando, invece, l’accento. Senza dimenticare che ne esistono diversi tipi. L’errore è in agguato, la paura di sbagliare a mettere accento e apostrofo è tanta. Però ce la puoi fare.
Grazie a questa guida salva-errori puoi avere una base di partenza per capire come e dove mettere l’accento o l’apostrofo, iniziando prima di tutto da una definizione base per capire a cosa servono questi elementi e quale ruolo hanno.
Indice dei contenuti
Accento e apostrofo, differenze e usi
Le definizioni sono chiare: l’accento è quel simbolo che viene inserito per dare rilievo a una sillaba ma ha anche la funzione di differenziare due parole omografe. Quindi che si scrivono in modo uguale. In italiano esistono due tipi di accento fondamentali:
- Grave.
- Acuto.
Il primo indica un timbro chiuso, mente il secondo aperto. Dobbiamo sapere questo: ci sono parole e particelle che in italiano devono avere l’accento visibile per indicare il timbro (scrivendo perché e non perchè) o per differenziare tra elementi diversi.
L’apostrofo, invece, è il simbolo che indica la presenza di un’elisione. Ovvero si toglie una vocale e si mette l’apostrofo. Come evitare di confondersi con l’accento?
Facciamo un esempio: un’altra è pari a una altra ma per motivi di stile e prassi si procede con la caduta della vocale e l’inserimento dell’apostrofo.
La differenza con troncamento (o apocope): non è chiesto mai l’apostrofo. Ad esempio un uomo o qual è: sono casi di troncamento e l’apostrofo non è necessario.
Da leggere: mettere la virgola prima della e congiunzione
Come e quando mettere l’accento
L’accento va messo sulle parole e sulle particelle che possono essere confuse con condizioni simili. Ad esempio c’è la necessità di differenziare dà voce del verbo dare e da come preposizione semplice? Perfetto, questo è un caso in cui bisogna inserire l’accento. Ecco la maggior parte dei casi in cui bisogna aggiungere questo simbolo.
- Dà – Verbo dare.
- È – Verbo essere.
- Là – Avverbio di luogo.
- Lì – Avverbio di luogo.
- Né – Congiunzione negativa.
- Sé – Pronome.
- Sì – Affermazione.
- Tè – La bevanda.
- Dì – Inteso come giorno.
In alcuni casi l’accento è acuto (vocale aperta, segno grafico inclinato a destra), in altri è grave (vocale chiusa, segno grafico a sinistra). Attenzione! Quando il pronome sé è seguito da stesso o medesimo l’accento può essere tralasciato. L’Accademia della Crusca, però, consiglia di indicare l’accento anche in questo caso.
Accento, quando non si usa
Non sempre l’accento è necessario. In alcuni casi questo elemento è superfluo o del tutto vietato dal punto di vista delle regole grammaticali. Per evitare errori tra accento e apostrofo devi ricordare questa lista di cui in cui l’accento non va messo:
- Da – Preposizione.
- Di – Preposizione.
- La – Articolo o pronome.
- Li – Pronome.
- Ne – Avverbio o pronome.
- Se – Congiunzione.
- Si – Pronome.
- Te – Pronome.
- Qui – Avverbio.
- Qua – Avverbio.
- So – Verbo sapere.
- Sa – Verbo sapere.
- Fa – Verbo fare.
- Va – Terza persona dell’indicativo presente del verbo andare.
- Fu – Verbo essere.
- Blu – Sostantivo o aggettivo.
- Su – Avverbio e preposizione.
Errore tipico, attenzione ai verbi e all’uso dell’accento. Non si mette su do, prima persona del presente indicativo di dare, e sto. Ovvero prima persona del presente indicativo di stare. Queste forme si presentano sempre senza accento.
Devo mettere accento grave o acuto?
Giù, ci vuole l’accento. Ma quale? Grave, ovvero con la linea rivolta verso sinistra. L’accento grave, quello che indica una pronuncia chiusa della vocale, si mette solo in alcuni casi. Ecco quando mettere l’accento acuto sulla e finale per evitare errori:
- Affinché.
- Benché.
- Cosicché.
- Finché.
- Giacché.
- Né.
- Nonché.
- Perché.
- Poiché.
- Purché.
- Sicché.
- Ventitré.
L’accento si mette anche su sé quando è pronome. In tutti gli altri casi, l’accento sulla e finale è grave. Come si scrive il resto? Questo passaggio vale per è, tè e caffè.
Come scrivere l’accento sulla tastiera?
A proposito, come si scrivono gli accenti? Così come avviene per altri caratteri speciali, ogni tastiera QUERTY ha i suoi tasti per digitare tutte le lettere con accento acuto o grave. Per scriverle basta digitare senza premere shift.
Tasto che invece deve essere tenuto premuto per digitare la lettera che vuoi inserire in maiuscolo con l’accento. Non c’è nulla di peggio di una maiuscola che usa l’apostrofo al posto dell’accento.
Apostrofo, quando si usa nei testi
Da’ o dà? Ci vuole apostrofo o accento? Lo stesso discorso vale per fa: con accento o apostrofo Come si scrive? L’apostrofo si usa con gli con gli articoli determinativi “la” e “lo”, nelle espressioni con di e da (d’accordo, d’oro, d’argento, d’epoca) e con:
- Articolo indeterminativo “una”.
- Aggettivi bello e quello.
- Forme verbali imperative da’, di’, va’, fa’, sta’.
- Forme abbreviate di poco e modo (po’ e mo’).
Inoltre l’apostrofo si usa in alcuni casi come: a quattr’occhi, l’altr‘anno, tutt’altro, tutt’e due, tutt’al più, sott’occhio, senz’altro, nient’altro, quant’altro, mezz’ora.
Un caso particolare è quello di piè pagina, note a piè di pagina o addirittura appiè pagina: anche se dovrebbe essere un apostrofo perché intende a piede di pagina, storicamente nell’uso poetico è sempre stata usata la formula con accento.
Da leggere: quali sono gli errori fonologici da evitare?
L’apostrofo, quando non si usa
Vuoi evitare gli errori di grammatica? Mi sembra un buon modo di procedere per dare qualità ai tuoi testi. Per scrivere senza sbagliare l’apostrofo non si usa con:
- Preposizione da.
- Particella ci.
- Articolo indeterminativo maschile un e i suoi composti.
- Aggettivo interrogativo qual.
- il pronome le,
- il plurale le,
- il pronome li.
L’articolo maschile plurale gli si apostrofa solo davanti a parola che inizia per vocale. L’apostrofo è facoltativo con gli aggettivi questa e quella, con le particelle mi – ti- ne – si. Tutto questo ti aouterà a non sbagliare accento e apostrofo.
Categoria: Scrivere