Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Per coinvolgere il lettore devi scrivere contenuti chiari e semplici, senza perdere di vista il focus. Definisci un argomento e usa contenuti interessanti, un tone of voice semplice, un vocabolario allineato con le esigenze del target.
La scrittura c’è, gli articoli li pubblichi. Tutto scorre sul versante dei contenuti. I commenti arrivano, le visite non mancano e le condivisioni ci sono. Manca qualcosa. Lo percepisci. Hai questa sensazione. Manca qualcosa al tuo modo di fare blogging.
Tu invece vuoi creare una community. Vuoi raggruppare gli appassionati di un determinato settore intorno al tuo blog. Mi sembra un obiettivo interessante, ma non è facile da raggiungere: ecco la mia ricetta personale per coinvolgere il lettore.
Indice dei contenuti
Usa la seconda persona
Un metodo semplice ed efficace per coinvolgere il lettore è parlare in modo diretto, scegliere una scrittura immediata, senza ostacoli. L’uso del tu – della seconda persona singolare – nel tuo contenuto di qualità è decisivo per coinvolgere.
Qualcuno preferisce il voi, preferisce la seconda persona plurale. Può essere una buona soluzione quando vuoi costruire un’identità di gruppo, quando vuoi riunire le persone intorno a una community. Quindi, meglio scrivere in prima persona e non in terza.
Per approfondire: come imparare a scrivere meglio
Chiedi l’opinione del lettore
Usa la call to action alla fine dell’articolo: qual è la tua opinione? Anche tu la pensi come me? Lascia la tua idea nei commenti, aiutami ad approfondire questo tema.
Nella CTA non è solo il commento che mi interessa, ma è la tua opinione a rendere speciale questo post. Il tuo contributo aiuterà l’articolo, lo completerà; ho bisogno della tua esperienza. Questo meccanismo è perfetto per coinvolgere il lettore.
Coinvolgi con Twitter
Ci sono più modi per coinvolgere il lettore. Il più semplice: retwittare un post e inserire la mention a qualcuno che conosci. Può essere utile se hai un buon rapporto con questa persona, ma può essere anche invadente se non hai confidenza.
Io di solito mi muovo in questo modo: lasciano un commento, rispondo in modo da alimentare una conversazione e poi condivido la risposta su Twitter citando, se possibile, la persona che ha commentato. In questo modo condivido il mio link, invito l’autore del commento a rispondere, intercetto altri lettori disposti a commentare.
Rispondi sempre ai commenti
Il lettori lasciano i commenti e tu rimani a guardare senza intervenire. Sbagliato, non è questo il giusto atteggiamento: devi rispondere ai commenti, sempre.
Il commento è un dono del lettore. Devi rispondere alle domande, alle richieste di chiarimento. E devi accendere la conversazione rilanciando altre domande, cercando di stimolare la curiosità del lettore per ottenere nuovi interventi e fare comment marketing.
Prendi spunto dai tuoi lettori
Vuoi iniziare con una strategia avanzata? Leggi i commenti dei tuoi utenti, individua quello più interessante e usalo come scintilla per far nascere un nuovo articolo. Questo è un ottimo modo per coinvolgere i lettori e mantenere l’attenzione del pubblico.
Perché mostri all’autore del commento e al pubblico che ti segue che hai a cuore l’opinione del lettore che vuoi coinvolgere, che presti attenzione al punto di vista di chi commenta. Ovviamente puoi fare la stessa cosa con il commento di un altro blog.
Crea un avamposto d’interesse
Cosa è un avamposto nel blogging? Un distaccamento che precede il post, un’esca lasciata il giorno prima sui social che introduce l’argomento e stimola l’attenzione.
Lascio una domanda sui social: “Secondo te qual è la rogna da affrontare per un web writer freelance?” e alimento la conversazione. Il giorno dopo arriva l’articolo che affronta questo tema. Un articolo che puoi lasciare nella discussione avviata.
Genera una community online
Forse il passo più difficile, ma uno dei più efficaci: crea una community su Facebook. Ovvero crea un gruppo nel quale inserire persone legate a un determinato argomento, e fai in modo che interagiscano e lascino contributi utili alle persone che leggono.
In questo modo puoi definire intorno al tuo brand, che ovviamente sarà quello del blog, un gruppo di discussione aperto e compatto, targettizzato. Fedele alla tua causa.
Alternativa: gestire i canali social come una community, invitando alla conversazione, allo scambio di opinioni pubbliche. Anche questo vuol dire coinvolgere il lettore.
Cura i sottotitoli (H2, H3) del post
Un modo per coinvolgere i lettori: usa sottotitoli comprensibili, indicativi, utili al lettore. Dividere il testo in paragrafi è utile per migliorare la leggibilità ma non basta.
Inserisci i vari H2, H3 e H4 in grado di aiutare il lettore a individuare il paragrafo che sta cercando. Spesso, soprattutto con i tutorial e gli articoli lunghi, gli utenti vogliono leggere solo una porzione del testo. Magari vogliono saltare i primi passaggi.
I sottotitoli aiutano il lettore, ma devono essere immediati. Per approfondire il discorso ti consiglio di dare uno sguardo a questo post dedicato agli header del tuo blog.
Mantieni un ritmo di pubblicazione
Il target del blog riprende quello di Facebook: se ci sei ti vede, ti legge. Se sparisci, non sei mai esistito. Devi essere costante nel pubblicare se vuoi coinvolgere i lettori.
E non voglio passare per martire della patria. Voglio solo dire che se non ti fai il mazzo a tarallo i risultati non arrivano. Perché questo è un mondo strano. Un mondo a tratti ingiusto. Ma c’è ancora un po’ di meritocrazia, soprattutto online.
Se vuoi pubblicare devi sacrificare il tuo tempo. Lo so, è un argomento difficile da affrontare, ma non ci sono tante parole da spendere su questo tema. Devi accettare il sacrificio. Un sacrificio che diventa piacevole se c’è la fiamma che anima tutto.
La costanza è un punto di forza. Nell’articolo dedicato alla scrittura ho ricordato i miei passati scolastici: bravo con i temi, scarso in matematica. Ma sempre costante fino a migliorare anche il lavoro di blogger, web editor o copywriter.
Bene, questo è il segreto: scrivere. Ogni. Santo. Giorno. Anche quando stai male. Anche quando vorresti fare altro. Anche quando hai finito di lavorare e vuoi dedicarti ad altro. La costanza è importante, ma ci vuole un ingrediente che pochi conoscono.
Programma con il piano editoriale
La regolarità e la costanza con cui pubblichi coinvolgono il lettore: vai col piano editoriale. Programma i tuoi post, stabilisci un numero di articoli a settimana e scrivi.
In base ai tuoi ritmi, senza eccedere: non far passare troppo tempo tra l’uno e l’altro, altrimenti muori. Ma non postarne cinquecento al giorno, altrimenti muori lo stesso.
Te lo dico così, senza mezzi termini: l’organizzazione è fondamentale in un piano editoriale. Devi trovare il modo per scrivere bene, nel modo più fruttuoso possibile e mantenendo una buona frequenza di pubblicazione (tipo 2 articoli a settimana).
Devi testare tutto quello che può influenzare la scrittura: la sedia, la tastiera, il programma di scrittura, l’organizzazione dei punti da rispettare prima di pubblicare.
Il mio consiglio: trova il modo per perdere meno tempo possibile in passaggi inutili, elimina le frizioni. E ostinati a scrivere ovunque. Ci vuole tempo per scrivere un articolo degno di nota, ma nei ritagli puoi iscrivere una headline, la scaletta.
Usa i tempi morti per scrivere, ma non per terminare il lavoro. L’articolo si chiude a casa, con calma. In autobus o in fila dal dottore butti giù gli appunti, qualche idea.
Crea menu interno con gli header
Rimango nel mondo dei microcontenuti. I sottotitoli sono ideali per dare chiarezza al post, ma quando l’articolo è lungo puoi coinvolgere i tuoi lettori con un indice interno.
Ovvero una lista di link interni all’inizio del post per dare la possibilità al lettore di raggiungere immediatamente l’argomento. Un bel modo per coinvolgere i lettori.
Questa tecnica è utile per i tutorial, inutile per i contenuti di media lunghezza. Per sfruttarla devi inserire un riferimento di arrivo e un link di partenza. Esempio:
<a name="menu">creare un menu</a> <a href="#menu">creare un menu</a>
La prima stringa è l’ancora di arrivo, la seconda è il link che porta alla sezione della pagina. Google apprezza questa caratteristica e la premia con un link nello snipped. Comunque ci sono anche altre soluzioni per creare un menu interno.
Per approfondire: come migliorare la leggibilità del tuo articolo
Vuoi coinvolgere il lettore?
Sembra facile, vero? Eppure coinvolgere il lettore non è semplice. Devi lavorare sodo, devi fidelizzarlo giorno dopo giorno. Alla fine, però, il risultato dovrebbe arrivare.
Vuoi aggiungere qualcosa a questo articolo? Hai competenza nel coinvolgere? Vuoi arricchirlo con la tua esperienza personale? Aspetto la tua opinione nei commenti!
Categoria: Blogging
Non credo che il “tu” sia indispenasabile per creare una comunità di lettori. Io ne ho costruita una usando il voi. Per me, anzi, è più corretto, perché mi rivolgo a tutti e non a uno.
Riguardo alle community sui social, bisogna avere tempo da dedicargli, altrimenti è inutile.
Ciao Daniele,
Scusa il ritardo. Esatto, proprio quello che dico io, il voi è utile per raggruppare una community: “Può essere una buona soluzione quando vuoi costruire un’identità di gruppo, quando vuoi riunire le persone intorno a una community”.
Sto proprio cercando di potenziare i punti finali del tuo post 🙂
Il mio interesse primario difatti è sempre stato quello di creare una sorta di rete di bloggers che non si disperda: per questo motivo ho creato le MozInterviste e sempre per questo motivo vorrò aumentare ospitate e guest-post.
Moz-
Beh devo dire che il consiglio numero 5 (Crea un avamposto) è un ottimo approccio. Non ci avevo mai pensato ma devo dire che spesso funziona. Grazie mille!
Anche io non avevo pensato all’avamposto, ma ho paura che le risposte siano scarse.
Dipende dalla tua community, dal numero e dalla qualità dei contatti.
Ciao Ico, mi fa piacere avere conferma. Tu lo usi questo metodo?
Ciao Riccardo, ti dico la verità l’ho usato proprio ieri per creare un avamposto per un mio post scritto oggi e devo dire che qualche utente si è “incazzato” sostenendo che le mie domande non erano sincere ma erano solo un pretesto per scrivere un post sul mio blog…mmmh… forse è un metodo che non sempre funziona!
Avevo chiesto su FB e su G+ quanto dovrebbe guadagnare un web developer? Sui social si è scatenato il putiferio con un mucchio di commenti. Il giorno dopo ho scritto un articolo sul tema con le mie considerazioni riportando anche qualche commento all’interno. Risultato: commenti al post zero e qualche mugugno sui social da parte di utenti che sostenevano che la mia era una “richiesta truffaldina”.
Ciao Ico,
Facebook dà la possibilità di embeddare i post all’interno di una pagina web. Quindi non c’è niente di male nel prendere un post con dei commenti e inserirlo nella pagina web. Citare un commento lasciato sul tuo sito web non credo che sia un modo truffaldino per far nascere un articolo, e introdurre un argomento sui social per poi pubblicare l’articolo il giorno dopo… beh, al massimo si può dire “attenzione, mi sto facendo un’idea per scrivere un articolo”.
Si hai ragione, forse avrei dovuto specificarlo nei post che cercavo delle idee o meglio che stavo sondando il terreno x un articolo…forse è anche il mio target di riferimento che a volte prende le cose troppo sul serio o è ipercritico! Magari se scrivessi un blog di cucina riscuoterei più simpatia e più commenti 🙂 forse potresti scrivere un post su questo: quanto influisce il target di riferimento nel successo di un blog?
Il blogging è fatto anche di questo: tentativi. Una cosa funziona? Bene, la perfezioni. Non funziona? Ciao. Comunque accetto il tuo consiglio: nei prossimi post scriverò qualcosa… E citerò il tuo commento 😁
OK 😉 aspetto il tuo post…
Si certo, però dipende dal contenuto del blog. Esempio il mio è solo fatto da contenuti propri, al massimo qualche citazione molto sporadica, ma in tutto e per tutto autoriale eppure molto tecnico. Certo seppure le visite crescono in maniera esponenziale, commenti e likes restano invariati (cioè vicini allo zero). Ed è qualcosa che ancora devo decifrare. grazie per gli spunti.
Bell’articolo, Riccardo.
Non avevo mai pensato di creare una community, mentre partecipo ad altre sull’argomento che mi interessa.
Mi hai fatto venire un’ideuzza… 🙂
Bene, questo è lo scopo!