Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Il piano editoriale è un documento che consente di capire cosa e come pubblicare. Serve a gestire i contenuti nel tempo per ottenere risultati. Si crea per blog, magazine, newsletter e social network come Facebook e Instagram.
Ora è giusto chiedersi come si costruisce un piano editoriale digitale (PED) e trovare clienti online? Alla base c’è uno scopo: aumentare le visite e vendere di più. Vuoi usare le pubblicazioni per migliorare il fatturato, migliorare i lead, prospect e customer.

Ad esempio con la lead generation, spostando i lettori dal post alle landing page con una pianificazione editoriale. Oppure posizionando il brand con il content marketing.
Tu scrivi e ti posizioni su Google, le persone leggono post, cliccano call to action e mandano un’email: un preventivo, una richiesta di prodotto o servizio, un’idea per lavorare insieme. Come fare un piano editoriale? Ecco la mia idea operativa.
Indice dei contenuti
Cos’è il piano editoriale: definizione
Ecco cos’è un piano editoriale: un metodo per guidare i post, gli articoli e le pubblicazioni attraverso delle regole flessibili, devi fare in modo che i tuoi investimenti siano diretti verso un elemento: scrivere contenuti utili.
Con il piano editoriale, documento condiviso con tutti i componenti del team, tutto invece diventa deciso a monte. Con uno schema ben preciso si procede per raggiungere gli obiettivi. L’aspetto strategico riguarda la pubblicazione dei contenuti.
Da leggere: come fare un piano editoriale di un quotidiano
Spiegazione del piano editoriale fluido
Il piano editoriale web cambia, ha bisogno di un tagliando. Non significa che deve essere riscritto ma il web è fatto di mutamenti. Quindi devi rivedere ciò che hai scritto verificare i punti che hai definito e adattarli alle nuove osservazioni.
Di solito questo accade soprattutto nella definizione dei temi da affrontare. La mappa è in continua evoluzione, deve evolversi in base alle tue ricerche tra le community e i SEO tool che ti aiutano a indagare tra le ricerche eseguite su Google.
Ecco perché oggi si parla di piano editoriale fluido, di documenti capaci di cambiare direzione in un attimo e di accogliere modifiche ed eventi che permettono al blog di migliorare le pubblicazioni in breve tempo. Le notizie vanno affrontate senza discutere per cogliere la loro forza, e lo stesso vale per le riflessioni sul target.
Cos’è un piano editoriale strategico
Con il piano editoriale strategico intendiamo delle linee guida che aiutano a creare un lavoro di content marketing adeguato alle proprie esigenze. Senza una pianificazione delle azioni si pubblica a caso, ipotizzando il possibile bisogno dell’utente.
Le caratteristiche del documento
Avrai un documento PDF di circa 20 pagine con screenshot, tabelle di keyword, matrici che consentono di capire cosa scrivere e una mappa mentale che spiega nei dettagli quali sono i temi utili per il tuo target. Questo cosa significa?
Il successo del blog dipende da questi punti. Vuoi affidarti al caso o vuoi dare una possibilità in più al calendario editoriale? Dai senso alla strategia di blogging e definiamo un piano editoriale: ti aiuterà a raggiungere gli obiettivi.
Chi si occupa della redazione del piano editoriale
Per i professionisti del piano editoriale non è sufficiente che sappiano come si scrive un piano editoriale: devono conoscere l’inbound marketing.
La figura utile per mettere in pratica un piano editoriale è questa: il capo redattore, un professionista in grado di coordinare il progetto. Questo posto viene preso da un content specialist che ha creato e studiato la strategia del programma editoriale.
Perché ha approfondito il target e ha definito il tone of voice, quindi può seguire con cognizione di causa il calendario editoriale. Deve organizzare le pubblicazioni, interagire con le varie figure e commentare i report che descrivono la situazione.
Perché creare una pianificazione editoriale
Cosa serve un piano editoriale? Te lo dico: definire i contenuti utili di ogni strumento per pubblicare online e offline intorno a un risultato. Che non deve ridursi al guadagnare online e a trovare clienti su internet. Questo è l’obiettivo ultimo.
Nel frattempo devi intercettare step intermedi che ti consentono di lavorare sul brand, migliorare il posizionamento e fidelizzare la community. Tutto questo è il piano editoriale strategico. Pensi ancora di poterne fare a meno? Continua a leggere.
Sai sempre cosa scrivere per il target
Primo punto che definisce l’importanza del piano editoriale: la possibilità di avere una base chiara di informazioni. Due blocchi principale: cosa pubblicare e per chi.
Il piano editoriale punta all’analisi del pubblico di riferimento, con un lavoro minuzioso dedicato all’analisi dei possibili lettori e alla creazione di reader personas.

Vale a dire idealtipi che hanno come riferimento le caratteristiche dei possibili lettori. A questo punto si parte con l’analisi strategica delle categorie di contenuti: cosa pubblicare per intercettare questo traffico? Devi creare un piano editoriale web.
Non perdi un colpo nelle pubblicazioni
Dalla pianificazione editoriale nasce un prodotto fondamentale per qualsiasi attività di pubblicazione: il calendario editoriale. Questo documento – da compilare su un foglio di calcolo o con un tool specifico – consente di avere sotto controllo le date e i titoli o i post da pubblicare. Così mantieni un ritmo di pubblicazione costante, continuo.
Risultato? Sei sempre presente al momento giusto. Anche quando ci sono date specifiche da sfruttare. Ad esempio, grazie al piano editoriale puoi stabilire che – grazie alle analisi svolte con Google Trends – 15 giorni prima del 14 febbraio bisogna iniziare a pubblicare contenuti dedicati a San Valentino. Questo lo puoi fare solo dando giusto valore alla pianificazione editoriale di un blog o un social network.

Tutto questo è fondamentale anche se ragioni in termini di keyword cannibalization. Il piano editoriale, insieme al suo calendario e magari a una mappa mentale, ti permette di avere sempre sotto controllo la tua attività. Evitando di pubblicare due (o più) volte sul tuo blog personale o aziendale contenuti con lo stesso search intent.
Sai già quali obiettivi raggiungere
Qual è il problema dei progetti basati su una costante improvvisazione delle pubblicazioni? Si ignorano gli obiettivi da raggiungere. Si punta ad aumentare il traffico del sito web e si scrivono articoli pensati solo per portare visite.
Che poi diventano inutili. Sarebbe meglio puntare su keyword a traffico zero ma capaci di intercettare una nicchia redditizia. Ma questo lo puoi capire con l’importanza del piano editoriale nel momento in cui decidi di operare sulla strategia.
Definisci l’impegno dei collaboratori
Quante persone lavorano al progetto? Il piano editoriale consente di ottenere un vantaggio concreto: ti dà uno strumento – il calendario editoriale – per far confluire l’impegno di ogni individuo nella stesura degli articoli o dei contenuti social.
O ancora della newsletter. Sembra un dettaglio ma in realtà è un motivo fondamentale per investire in questo campo. Soprattutto quando devi creare un piano editoriale per il giornalismo, quando cioè hai decine di collaboratori da gestire.
Punti alla reputazione del tuo sito web
L’importanza del piano editoriale si annuncia anche con la creazione di un calendario editoriale sì utile a mantenere una buona frequenza di pubblicazione, ma capace anche di affrontare un argomento nella sua interezza. Questo non è un beneficio secondario, anzi. Come suggerisce questo articolo di Search Engine Roundtable:
Google said it can recognize and understand if a site is reputable about a specific topic area. John said it does make sense for sites to really hone in on their subject matter expertise because what “you’re essentially doing is on the one hand for search engines you’re kind of building out your reputation of knowledge on that specific topic area.
www.seroundtable.com
Google può capire se un sito è affidabile su un’area tematica. I portali, secondo Mueller, dovrebbero concentrarsi su ciò che conoscono perché così costruisci la tua reputazione online. L’autorevolezza di un sito si definisce da ciò che pubblica.
Chi deve creare un piano editoriale?
L’esempio di piano editoriale più importante arriva dalla pratica, basta guardarsi intorno per capire che questo documento programmatico non riguarda solo la strategia editoriale di blog aziendali e personali. Chi deve lavorare su questo fronte?
Giornali, blog, magazine
Questi sono gli esempi di piani editoriali: magazine, giornali online e blog hanno bisogno di una buona divisione dei contenuti con relativa strategia editoriale.
Questa divisione piramidale consente a chi gestisce le migliori app per calendario editoriale di organizzare il lavoro di content marketing in modo chiaro, massimizzando ogni sfumatura del tuo argomento. Guarda la piramide dei contenuti.

Gli articoli generici sono quelli che affrontano long tail keyword, sfumature di una parola chiave più ampia, quella che cerchi di intercettare con i cornerstone content. Vale a dire le pietre angolari della tua strategia di content marketing.
Una casa editrice
Questa è una buona idea: non serve solo individuare le pubblicazioni di un blog o della pagina Facebook aziendale. Anche una casa editrice ha bisogno di una buona pianificazione delle pubblicazioni. In realtà, però, qui parliamo di testi.
Scrivere un libro non è sufficiente, devi anche capire quando e come pubblicarlo. La stesura di un piano editoriale per case editrici aiuta a trovare il giusto equilibrio per non accavallare titoli e sfruttare gli autori migliori nel periodo giusto dell’anno.
Social e newsletter
Molti credono che la pianificazione editoriale delle pubblicazioni riguardi solo il blog. Non è così, anzi: un’ampia fetta dell’attività riguarda la possibilità di come creare un piano editoriale social con esempi, tattiche e strategie da portare avanti.
Anche altre attività hanno bisogno del piano editoriale web. Ad esempio la pagina Facebook, Twitter e l’account Instagram, ecco. Devi organizzare cosa e quando mettere sul tuo profilo, ma non solo: l’attenzione va anche a IGTV e storie.
Lo stesso discorso vale per le email che mandi ai tuoi contatti. Come scrivere una newsletter? Per rispondere devi capire prima cosa vuoi proporre a chi ti segue. Così è fondamentale creare un piano editoriale per newsletter, DEM ed email marketing.
Come fare un piano editoriale
Quali sono le linee guida per creare un piano editoriale web e social vincente? Ecco la strategia da seguire per trasformare i tuoi contenuti in qualcosa di utile ed efficace sempre. Qui trovi le informazioni per scrivere un piano editoriale da zero.
Analizza il brand
Per scrivere contenuti di qualità devi conoscere il progetto, devi avere una serie di informazioni utili per affrontare gli articoli nel miglior modo possibile. Quali sono i dati che devi raccogliere per definire un piano editoriale strutturato ed efficace?
- Prodotti o servizi.
- Punti di forza e di debolezza.
- Valori aziendali.
- Principali competitor.
- Caratteristiche esclusive.
Come dico durante il corso di blogging, devo conoscere i valori di questa realtà. Devo sapere quali sono le idee, i principi che si trovano alla base dell’attività professionale: perché sei in campo, cosa vuoi donare, come vuoi cambiare (anche in minima parte) la vita delle persone? Devi scoprire l’anima del progetto editoriale.
Per conoscere il progetto c’è l’analisi SWOT. Questo modello permette di raccogliere e schematizzare le informazioni per conoscere il profilo di un progetto: punti di forza e di debolezza, opportunità e minacce. Ma non finisce qui, devi espandere la ricerca.
Studia i competitor
L’analisi dei competitor può fare la differenza se usi i tool giusti. Un buon lavoro di ricerca con Followerwonk per Twitter e Semrush per il blog/sito web è decisivo: in questo modo puoi ottenere le informazioni giuste e avere un quadro della situazione nella quale devi operare. Solo così puoi fare un piano editoriale di un sito.
Analizzare la concorrenza non vuol dire copiare e ottenere le informazioni per seguire a ruota il competitor. Il tuo scopo è un altro: devi anticipare.
Devi essere avanti e precedere gli altri blogger per puntare verso l’oceano blu. Ecco, ad esempio, una schermata di Semrush che analizza il blog di un concorrente.

Ti dà tutte le informazioni utili per capire come si posiziona e come investe in pubblicità PPC. Questa ricerca è fondamentale, ti servirà in seguito: archivia i blog dei competitor su un foglio di calcolo oppure crea una cartella su Feedly.
Definisci gli obiettivi del piano editoriale
Un lavoro del genere consente di incassare una serie di vantaggi competitivi che difficilmente puoi ottenere in modo diverso. Qualche idea concreta da sviluppare? Come definire una strartegia editoriale per le persone e per i motori di ricerca?
Vendite e conversioni
Quali sono gli obiettivi da raggiungere con la creazione di un piano editoriale per blog? Il primo, quello che tutti inseguono: generare nuove vendite e guadagnare di più. Per questo ci sono le landing page nel piano di marketing editoriale.
Ovvero pagine che hanno un unico scopo: generare conversioni. Quindi devi portare le persone su queste risorse e ottimizzare i passaggi per ottenere il contatto.
Questo contatto può essere rivolto alla vendita diretta, oppure può generare un lead interessato all’acquisto da trasformare in cliente attraverso un workflow di email.
Crescita del brand online
Un progetto editoriale strategico consente di operare sul piano della brand awareness. Ti fai conoscere come un esperto in un determinato settore, il tuo blog copre ogni aspetto del tema affrontato e chi ti trova sa che può fidarsi.
Essere sempre presente con il contenuto giusto vuol dire diventare un punto di riferimento per la community. Ed è questo il tuo compito: posizionarti non solo su Google ma nella mente dei potenziali clienti. Questo fa il piano editoriale strategico per il tuo brand. Ti trasforma in una fonte autorevole, attendibile, presente.
Posizionamento su Google
Accompagnando la creazione del calendario a una buona analisi delle parole chiave, puoi posizionare il tuo dominio nelle ricerche informazionali. Quelle, cioè, che non riguardano un intento commerciale diretto ma possono portare lead.

Grazie a una copertura del topic, studiata con una ricerca delle keyword più importanti, puoi lavorare sul posizionamento strategico nella serp e aumentare il traffico del blog. Non pensando solo ai numeri ma puntando verso un target.
Trova un target per il piano editoriale
Vuoi fare un piano editoriale efficace? Devi lavorare sodo con il target, perché questo è l’unico segreto che si nasconde dietro alla scrittura dei contenuti di qualità. Lo dico sempre durante il mio corso di blogging: vuoi scrivere bene online?
Devi conoscere le persone che ti leggeranno, il pubblico. E che in qualche modo ti aiuteranno a raggiungere gli obiettivi fissati nel passo precedente. Vuoi più link in ingresso? Scrivi contenuti capaci di ottenere collegamenti ipertestuali.
Vuoi fare lead generation? Devi pubblicare post capaci di interessare il target e di portarlo verso le landing page. Come si studia? Come si creano dei modelli utili?
Devi raccogliere le informazioni che ti permettono di ragionare e di forgiare le famose reader personas. Da dove arrivano i dati per scrivere un piano editoriale?
Fonti private
Come creare un piano di marketing editoriale per social network e blog? Google Analytics e Facebook Insight ti aiutano. Senza dimenticare che molte aziende hanno ricerche private. Questo, insieme al customer care service, può dare aiuto al web writer.
Uno dei punti interessanti per ottenere informazioni per creare un piano editoriale del sito web: osservare le ricerche interne del tuo blog. Attiva il tracciamento su Google Analytics della barra search. Qui le persone lasciano esigenze, curiosità.
Spesso trovano la soluzione ma non sempre è così. Puoi usare questi dati per ottenere maggiori informazioni sui bisogni del pubblico. Per attivare questa funzione puoi seguire le indicazioni della guida ufficiale Google.
A proposito di Google Analytics: usa le annotazioni per fermare sul grafico le varie evoluzioni. Quando c’è un’impennata puoi segnare l’argomento che ha portato visite.
Dati quantitativi
Ci sono strumenti per studiare le ricerche che fanno le persone su Google. Cosa sono queste query? Necessità, esigenze, richieste: qui si trova la domanda necessaria per individuare un punto di partenza. Quindi ci vuole una buona keyword research.

Studiare le ricerche ti consente di entrare nell’universo dei lettori e di individuare le intenzioni di ricerca. Cosa vogliono le persone? Cercano solo “Come creare siti web mobile” oppure hanno bisogno anche di guide per trasformare siti web mobile?
Strumenti come Keyword Planner, Answer The Public, Ubersuggest, Google Trends, Semrush, Seozoom o Majestic ti permettono di ottenere questi dati e di guardare nelle necessità dei lettori, prima ancora di fare SEO copywriting.
Dati qualitativi
Devi tuffarti nelle community per scoprire le discussioni più importanti. Forum, blog, gruppi di Facebook, liste di Twitter monitorate con Hootsuite: qui trovi sfumature che possono aiutarti a definire con attenzione le esigenze del target.
Questi dati sono importanti perché ti suggeriscono nuovi argomenti da affrontare sul blog, ti offrono la base per creare delle personas. Ovvero degli idealtipi capaci di riassumere le caratteristiche dei lettori (ecco un modello per creare le tue personas).
Quante personas puoi creare per un blog? Non esiste un limite, ma in linea di massima lavoro sempre intorno ai 3/4 modelli. Molto dipende dal progetto.
Organizza contenuti
Il lavoro di analisi e ricerca intorno al target ha un obiettivo preciso: conoscere i gusti dei lettori per creare i articoli di qualità. Ma questo lavoro si traduce in una risorsa precisa: la mappa dei contenuti. Hai individuato il target, hai gli obiettivi del piano marketing editoriale.
Quali sono, ora, gli argomenti del blog? Per rispondere creo una mappa mentale. Al centro di questo strumento indispensabile nella toolbox di un blogger metto il topic principale del mio progetto. Come si ricava questo elemento? Dal lavoro iniziale.

Come si fanno piani editoriali social media e web? Dopo aver inserito il perno della mappa cerco di concretizzare attraverso nuovi nodi. Ogni ramo della mappa è un argomento particolare, un aspetto specifico del tema che voglio affrontare.
E questo vale anche per i nodi successivi. Puoi scendere questa scala d’astrazione all’infinito ma in linea di massima arrivo massimo a tre livelli gerarchici.
Quale strumento usare per creare le mappe mentali del piano editoriale? Io uso Coggle, un’applicazione online che si fonde con Google Drive per creare i documenti
Coggle può essere usato anche da mobile e può scaricare il lavoro in PDF. Con la mappa mentale puoi individuale i topic da affrontare nei tuoi articoli. Ogni nodo, poi, è collegato a Evernote dove puoi archiviare fonti e titoli per il calendario editoriale.
Crea un calendario editoriale
Molti confondono piano e calendario editoriale. Il primo comprende il secondo, il calendario è parte del piano e viene definito grazie al lavoro sui contenuti. Dopo aver creato la mappa mentale ragiono sui titoli e costruisco il sentiero.
Sì, questo è il calendario delle pubblicazioni: un percorso utile per mantenere il ritmo e gestire le varie pubblicazioni nel tempo. Detto in altre parole, questo documento è la rappresentazione del lavoro da svolgere per raggiungere gli obiettivi definiti.
Ti assicuro che questo modello serve a tutti, anche per il piano editoriale di una casa editrice. Ma quali sono gli elementi da indicare in un calendario? Ecco i punti.
- Data pubblicazione.
- Data consegna.
- Headline.
- Nome autore.
- Tag e categoria.
- Main keyword.
- Sottoparagrafi.
- Fonti.
Questi sono gli elementi importanti. La strategia del piano editoriale per i social contempla altri campi. Come, ad esempio, la notifica di date particolari e utili per creare contenuti capaci di generare engagement. Per questo ho creato un template con calendario per social media strategist con eventi e giornate mondiali.
Gestisci l’engagement
Nel piano editoriale ci sono dei riferimenti ai commenti, indicazioni redazionali per gestire le interazioni soprattutto se tra gli obiettivi c’è il customer care.
In linea di massima questa sezione riguarda le risposte da lasciare nei commenti, soprattutto in caso di critica. Per tamponare e arginare una crisi hai bisogno di una strategia chiara e nel piano editoriale di un blog puoi trovare la risposta.
Analizza i dati
Gli obiettivi del blogging non si limitano solo a guadagno diretto. Questo è il primo indicatore per definire il buon andamento di un blog ma per misurare gli obiettivi sul campo – quelli legati al tuo calendario editoriale – devi avere dei KPI solidi:
- Bounce rate e tempo di permanenza sui contenuti.
- Visite della landing page.
- Compilazione del contact form.
- Numero di link in entrata.
- Iscritti alla newsletter.
Molto interessante in questo caso la funzione di Google Analytics per creare gli obiettivi: così puoi puntare su misurazioni precise e facili da osservare per definire, ad esempio, il numero di persone che hanno compilato un contact form.
Questa è una metrica interessante, non trovi? In realtà gli obiettivi di Google Analytics riassumono aspetti molto diversi, tutti utili. Oltre agli obiettivi personalizzati puoi puntare su quattro modelli fondamentali: obiettivi di destinazione, durata, su un’azione (evento) e sul numero di pagine/schermate per sessione.
Ragionare sulla quantità di persone che arrivano su una landing page è utile, ma estrapolare il numero che compie l’azione è indispensabile per ottimizzare la pagina stessa e risolvere eventuali problemi. Per ottenere un buon lavoro con gli obiettivi del blog devi ragionare in un’ottica SMART un acronimo che si divide in:
- Specifici – Gli obiettivi del blog devono essere chiari.
- Misurabili – Hai metriche per misurare il lavoro svolto?
- Achievable (raggiungibili) – Devi basare tutto su obiettivi non utopici.
- Rilevante – Utile alla mission aziendale.
- Tempo – Definito in un periodo utile.
Io definisco gli obiettivi in 12 mesi, diviso in 3 sottoinsiemi di 120 giorni articolati in azioni concrete. In questi periodi si devono svolgere determinate attività per ottenere dei risultati utili all’obiettivo finale. Ho descritto questo processo in un libro: Fare Blogging, il mio metodo per scrivere contenuti vincenti.
Cambia rapidamente il piano editoriale
Devi essere pronto a cambiare strada. In ogni occasione. Ma soprattutto quando pianifichi le pubblicazioni. Non puoi organizzare un calendario editoriale di 2 settimane e sperare che rimanga uguale: c’è sempre qualche novità da affrontare.
Questo vale soprattutto quando si parla di piano editoriale nel giornalismo. Qui ci possono essere notizie e colpi di scena che rompono lo schema definito da articoli d’opinione e i classici coccodrilli, già pronti per determinate occasioni.
Ma c’è un altro fattore che impone la presenza di un calendario fluido: l’ispirazione, quel lampo che riunisce elementi diversi della realtà per creare qualcosa di nuovo. Mai mettere un freno alla tua creatività, lascia sempre uno spazio alle idee di qualità.
Come creare un piano editoriale social
La regola 4-1-1 è un metodo di gestione del piano editoriale digitale (PED) per i social network. Il concetto di Andrew Davis e Joe Pulizzi si basa sulla pubblicazione di 4 contenuti presi da altre fonti, 1 informativo personale e 1 commerciale.
Si tratta di un modello di piano editoriale per intercettare utenti utili al proprio scopo attraverso una logica semplice: devi essere interessante, utile e non promozionale.
Facciamo un esempio di piano editoriale per Facebook. Considerando sei pubblicazioni a settimana, il lunedì puoi dedicare spazio a un’infografica presa da un sito web di settore, il giorno dopo pubblichi il link di un tuo articolo sul blog, mercoledì lo dedichi a una news di settore apparsa su un giornale.
Giovedì è lo spazio per condividere il video di un collega. Venerdì lanci il link a un prodotto che vendi e chiudi la settimana con un consiglio lasciato da un cliente. Puoi creare anche un piano editoriale per Instagram. Quali sono i passaggi?
4 contenuti utili altrui
Quattro pubblicazioni (ovvero il 67%) dovrebbero essere contenuti interessanti per il tuo target ma che non hai firmato tu. Sono idee rubriche social che arrivano dalla content curation e pensate solo per essere utili a chi segue il tuo profilo.
- Articoli di approfondimento.
- Infografiche e grafici.
- Video di approfondimento.
1 contenuto utile tuo
Un post dovrebbe essere contenuto educativo che hai creato personalmente. In questo caso parliamo, ad esempio, del classico blog post aziendale o di un video.
- Articoli del blog.
- Ebook da scaricare.
- Diretta video.
1 contenuto promozionale
Un post dovrebbe essere legato alle vendite. Ad esempio puoi inserire nel calendario editoriale social la condivisione di un coupon, un avviso legato a una vendita particolare, un comunicato stampa che annuncia l’arrivo di un nuovo prodotto.
- Promo.
- Trial.
- Sconto.
Questo modello di piano editoriale può essere utile per la gestione della newsletter, per il piano editoriale di un blog nel momento in cui decidi di dividere le pubblicazioni tra articoli più o meno commerciali, ma è con i social che dà il massimo.
Tool e app per redazione del piano editoriale
In questo periodo ho raccolto una serie di strumenti per pianificare i contenuti e creare un buon calendario delle pubblicazioni. Ecco, secondo me, i migliori tool per gestire un piano editoriale efficace. Sia per il blog che per social network:
- Google Calendar.
- Trello.
- Asana.
- Google Drive
- Restya
- TaskBoard
- SquidHub
- Taiga
- ClickUp
Li ho affrontati in questo articolo dedicato alle utility per il calendario editoriale. Sfrutta al meglio ogni dettaglio di questi tool, possono fare la differenza nel tuo progetto professionale. Ti assicuro che la gestione del lavoro cambia molto.
Il piano editoriale per il tuo blog deve seguire la linea dell’elasticità, non devi fissare questo elemento attraverso il PDF ma devi fare in modo che si evolva. Per questo io uso sempre Google Drive per i miei lavori: in questo modo posso lasciare spazio a collaboratori e clienti. Ma quali sono i tool per creare un piano editoriale? Io uso:
- Programma di video scrittura (Word, Page, Document di Google).
- SEO tool per analisi: Screaming frog, Semrush e Seozoom.
- Strumenti per keyword: Answer the public, Ubersuggest, Google.
Vuoi creare un piano editoriale per LinkedIn, blog, Facebook o newsletter? Analizza ciò che fanno gli altri e cerca di capire cosa creare per essere superiore. Organizza obiettivi, target e contenuti. In questo modo raggiungi il risultato.
Esempio di piano editoriale
Immagino che tutto questo sia poco chiaro senza una spiegazione concreta. Per darti un esempio chiaro di come articolo il metodo CPB al piano editoriale strategico ti lascio questa mappa mentale. Guarda come si sviluppano i vari contenuti.

La categoria è pensata per diventare macro-contenitore spendibile anche per il posizionamento su Google, poi si intersecano i vari post che vanno dal generale al particolare in un processo deduttivo infinito. E che ti può portare verso la compilazione di un piano editoriale SEO capace di rispondere a esigenze chiare.
Per avere un’idea del piano editoriale strategico si può prendere in esame il lavoro da svolgere sul blog. In questo caso gli articoli costruiscono il calendario delle pubblicazioni. Come organizzare un piano editoriale per portare avanti una strategia?
Questo è il mio metodo: si chiama CPB, vale a dire cornerstone, pillar e brick. Vale a dire fondamenta, pilastri e mattoni. In questo modo puoi costruire un calendario editoriale solido per il tuo blog. Quali sono i punti da affrontare? Approfondiamo. Vuoi un piano editoriale di successo per il tuo blog?
Cornerstone content
Nella mappa mentale dei vari post da pubblicare tutto parte dai cornerstone content, le pietre angolari. Vale a dire i contenuti che affrontano i temi base del blog.
Il concetto è chiaro: devi creare delle pubblicazioni per affrontare, in modo completo ed enciclopedico, gli argomenti elementari ma che hanno sempre bisogno di un approfondimento professionale. Il cornerstone content è un post:
- Completo ed esplicativo.
- Ricco di informazioni.
- Non per forza lungo.
- Adatto a un target base.
- Volume di ricerca ampio.
Nell’organizzazione del piano editoriale strategico bisogna considerare la possibilità di intercettare alcune chiavi di ricerca non con gli articoli ma con le tassonomie, categorie e tag che possono essere ottimizzate per posizionarsi.
Pillar content
Mentre i cornerstone content affrontano gli argomenti base, molto generici ed elementari, i pillar article rappresentano l’evoluzione naturale. Sono i pilastri del calendario editoriale e consentono di dare valore specifico al blog.
Si esce dalla capacità di dare definizioni base e si affrontano nuovi temi, più avanzati ma altrettanto centrali. Il pillar content ha determinate caratteristiche:
- Denso di dati e informazioni.
- Tendenzialmente lungo.
- Punta a un target medio.
- Volume di ricerca ridotto.
In questo caso si lavora con articoli complessi che racchiudono tipologie diverse come i tutorial, i case study e gli approfondimenti che affrontano rami specifici di una materia. Il pillar article è un evergreen content che porta sempre traffico al blog.
Brick content
Sono i contenuti semplici e capaci di intercettare esigenze specifiche, capaci non di intercettare grandi temi e volumi di ricerca ma domande legate a necessità di una piccola parte del pubblico. Ma che caratterizzano il tuo progetto editoriale in modo specifico. La base di partenza per valutare e creare un contenuto mattone:
- Punta verso temi particolari.
- Intercetta nicchie specifiche.
- Punta verso un target piccolo.
- Baso volume di ricerca.
Il brick content non è un contenuto capace di portare molto traffico ma spesso è quello che consente di portare sul blog una buona parte dei contatti.
Questi contenuti puntano verso la long tail keyword, le ricerche molto specifiche che però consentono di aumentare inesorabilmente le conversioni. Per trovare clienti online e nuove occasioni lavorative questi articoli sono indispensabili.
Da leggere: come fare un piano editoriale Facebook
Modelli Excel e PDF del piano editoriale
Io non uso modelli per il piano editoriale: parto da un foglio di carta digitale e lo uso per affrontare i passi. Non ci sono particolari punti da sottolineare (almeno per me). Ma posso elencare i moduli e i PDF che mi aiutano a ottenere il risultato.
- Modello per creare calendario editoriale.
- PDF per analisi SWOT di Luigi Centenaro.
- Regola 4-1-1 per piani editoriale.
Per creare un calendario che si occupi della suddivisione dei contenuti nel piano editoriale puoi usare un foglio di calcolo, un file su Google Drive per condividerlo con i colleghi, un plugin WordPress come Editorial Calendar o Google Calendar.
Io uso un modello Excel personalizzato. In alternativa puoi usare diverse app, molti sfruttano Trello per creare il calendario editoriale anche per Pinterest e LinkedIn. Qui invece trovi un modello da scaricare per fare un piano editoriale.
Crea un piano editoriale, ora
Il tuo blog non decolla? Crea il tuo piano editoriale su misura, per blog e social. Dai stabilità al tuo progetto, usa il mio contributo per raggiungere gli obiettivi. Cosa avrai dal mio lavoro? Un documento con i punti essenziali del tuo lavoro di blogging.
Attraverso un buon piano editoriale puoi risolvere dubbi e trovare il tone of voice per comunicare con il pubblico. Il lavoro si divide in punti e si presenta come un documento ricco. Inizia con un brief, un’intervista che ti propongo e che ha bisogno della tua massima partecipazione. Poi si procede con lo studio del pubblico e delle community nelle quali si ritrovano le persone.
Categoria: Blogging
Ciao Riccardo! Devo migliorare il mio piano editoriale perché credo di essere debole sul punto”target”. A volte pubblico contenuti che piacciono molto e questo dovrebbe dimostrarmi che conosco il mio target ma in altre occasioni mi succede che posto articoli che riscuotono poco successo e allora è lì che mi domando se ho compreso veramente da chi sia composto il pubblico che mi segue. Hai consigli?
La risposta può arrivare solo se setti gli obiettivi di Google Analytics. A te conviene aumentare le visite o le condivisioni, oppure portare persone sulle landing page e sui contact form? I dati ti diranno la verità. Il mio consiglio: valuta con attenzione questi contenuti che funzionano meno, rielabora, trova soluzioni differenti. Cambia. E cerca di capire come si muovono i numeri.
Grazie Riccardo. Non ho un contact form ma un’email di riferimento. Vorrei portare le persone a scrivermi e aumentare le condivisioni. Credo di dover studiare meglio Google Analytics. : ) C’è sempre molto da imparare, soprattutto nella vita di un blogger.
Ah, due grandi verità: c’è sempre da imparare e dobbiamo studiare Google Analytics. Per questo ti suggerisco il sito di Fabio Piccigallo.
Hai detto: vorrei portare le persone a scrivermi. A scriverti per cosa?
Giusto, non mi sono spiegata bene. Non persone ma possibili clienti. Grazie Riccardo per il sito!
Quindi vuoi aumentare i lead. Cambia calendario editoriale, portalo verso le esigenze del tuo potenziale cliente e mostra le tue capacità lasciando un messaggio: hai bisogno di tutto questo. io posso farlo. Poi porta le persone verso le tue landing page con form contatto.
Finalmente ti vedo dal vivo (o quasi)! … insomma seguire la Gabanelli per far impennare le visite… a tal proposito io seguo un cliente che sviluppa proprio i prototipi per l’azienda che hai citato… la quale non si è minimamente preoccupata della questione, non ha riscontrato ne cali di vendite ne altri problemi… la posizione interna era (tra una settimana si sono dimenticati già di tutto)… Diciamo che quando si tratta di realtà la cui dimensione è elefantiaca, gli scossoni li assorbono in modo differente rispetto ai piccoli… la forza del marchio sta anche in questo… poi dipende sempre dallo scandalo ovviamente…
Inseguire i topic per aumentare le visite non è il massimo. Se questi topic rientrano nel piano editoriale allora sì. Mai tradire la propria nicchia, il pubblico di riferimento.
E’ una antologia questo articolo, c’è tutto.
Grazie davvero
Ciao Claudio, ti ringrazio. Per me è importante ragionare su questo punto: come creare un piano editoriale? E, soprattutto, come aggiornare questo contenuto per renderlo sempre utile. Quindi un consiglio: seguimi su Facebook o su Twitter, presto sarà arricchito!
Buongiorno Riccardo,
io ho messo online il mio blog.
Non ho ancora messo alcun contenuto e sto sistemando la parte estetica in modo che sia almeno sufficiente, se non buona.
Ho creato la mappa mentale con i macro argomenti che sono anche le categorie, ho trovato le sottocategorie e non ho voluto esagerare.
Entro fine settimana farò un bel brainstorming con me stessa e creerò una bella mappona con tutti gli argomenti con cui partire.
Ma … ho dei dubbi sulla partenza.
– È meglio partire con un pillar article su ogni macrocategoria? O non è fondamentale?
Per intenderci io ho selezionato 5 macrocategorie, e circa 11 sottocategorie.
Parto con 5 pillar? Oppure posso partire magari con pillar delle categorie per me fondamentali e gli altri con dei “semplici” articoli?
Questo dubbio mi sta consumando! 😀
Considerando che io voglio fare un articolo a settimana volevo pubblicizzare il blog a con 4/6 articoli.
Grazie!
Il mio blog è un po’ un tuo “figlioccio”! 😉
Questo dubbio attanaglia anche me! Non vedo risposte, cosa ne pensi Riccardo? Grazie di cuore!!!
Ciao!
Nessun obbligo, potete partire come meglio credete. Solo che poi bisogna tener presente a cosa si collegano gli articoli creati. Iniziare con un articolo di ampio respiro può aiutare a organizzare. Ma non è un obbligo.
Grazie per questo post 🙂
Grazie a te, spero che questa guida per il piano editoriale ti aiuti ogni giorno.
una guida completa e molto utile, grazie mille!
Grazie Sara, facci sapere come procedi con il tuo piano editoriale.
Ciao Riccardo, una cosa che non ho capito, dato che parlando del calendario editoriale bisogna anche riportare la data di pubblicazione negli articoli, nel piano editoriale và stabilita anche una periodicità fissa nella pubblicazione dei contenuti del blog?
Grazie.
Sì, può essere una buona cosa stabilire insieme al cliente quanti articoli pubblicare a settimana.
Ciao Riccardo! L’idea di un piano editoriale “fluido” e adattabile è di grande ispirazione! Soprattutto per chi come me scrive da una vita, ma “gioca” con la SEO da poco più di un anno. Fino ad ora ho ragionato per micro-obbiettivi e aggiustato un po’ il tiro in corsa. Ho visto aumentare la visibilità del mio blog aziendale, poi poi sono arrivati anche i click. Ma non riesco ancora a generare conversioni.
Hai lavorato bene con i link interni verso le pagine di conversione? Sono visibili?
I miei link interni puntano a sostenere le pagine dei servizi. Ogni articolo ha un link in evidenza che rinvia al nostro contact form. Ho scritto
anche un paio di articoli che puntano dritti ad una landing page sulla quale è attiva una campagna. Forse devo solo avere pazienza, o semplicemente ripensare la mia strategia orientandomi sulla lead generation!