Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Per scegliere un’estensione dominio valuta se il tuo target è italiano: un .it è una scelta ovvia. Per un pubblico internazionale, .com è il TLD più conosciuto e affidabile. Ed è adatto a siti web commerciali, mentre .org è per organizzazioni no-profit. Esistono TLD specifici per settori come .edu per l’istruzione.
Decidere e acquistare un’estensione dominio vuol dire usare un TLD da dare al nome che hai scelto per il tuo URL. In sintesi è il punto finale che vede il futuro proprietario di un blog o un sito web iniziare finalmente a mettere le basi del proprio progetto web.
Hai acquistato il miglior hosting, hai scelto il nome dominio. Nel frattempo hai chiuso con un top level domain in grado di comunicare le ambizioni del progetto.
Ma non è così semplice. A volte le estensioni, il dominio di primo livello se contiamo da destra verso sinistra, non sono disponibili per il nome scelto. L’identità può risentirne. Meglio acquistare il .it o il .com? Quali sono le estensioni dominio migliori?
Chiarisci cos’è l’estensione dominio
Indice dei contenuti
Il primo punto per capire come scegliere un’estensione dominio è la definizione di TLD.
È l’ultima parte dell’URL del sito web. Quando acquisti l’hosting associ un indirizzo che è composto (oltre al protocollo HTTP e al prefisso www) dal dominio di secondo livello.
Quello che porta il naming del tuo progetto, e dal primo. Vale a dire il TLD, il top level domain, quello che si trova dopo il punto all’estrema destra dell’URL.
Esistono sostanzialmente due estensioni dominio: quelle nazionali (country code top-level domain o ccTLD tipo .it o .fr) che indicano la presenza di un sito legato a un progetto locale; quelle generiche (gTLD) che descrivono uno scopo, un obiettivo. La generic top-level domain più famosa è .com. Ma come scegliere estensione dominio?
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Pensa alla buona comunicazione
Il consiglio per scegliere un nome dominio efficace: usare l’ultima parte per comunicare all’utente chi sei e cosa fai. Esistono tante estensioni dominio, soprattutto oggi che sono state liberalizzate tante soluzioni personalizzate come:
- .blog
- .photo
- .bingo
- .box
- .dev
- .guru
Ma questo non vuol dire che ci sia realmente bisogno di sbizzarrirsi: la scelta va fatta sempre e comunque pensando all’utente finale e alla solidità del tuo brand.
Un progetto nazionale, per un lavoro sul territorio, può acquistare un dominio con estensione .it. Se vuoi lavorare con un approccio internazionale c’è il classico .com (ovvero commercial). Hai un’organizzazione? La registri con il .org. Usa il top level domain per far capire chi sei e cosa fai, anche se non c’è un vero e proprio obbligo.
Evita giochi di parole con il TLD
Come scegliere un dominio efficace? Deve rispettare alcune regole: breve, semplice, facile da ricordare e scrivere. Anche la pronuncia deve essere favorita.
Assicurati che il TLD non diventi il punto finale di un gioco di parole che ricordi, in modo più o meno chiaro, concetti che potrebbero essere anche fuori luogo.
Sarebbe un problema per il brand. E per risolverlo dovresti puntare al cambio dominio. In alcuni casi il gioco di parole con l’estensione è cercata, tipo del.icio.us. o scoop.it. Ci sono dei tool per trovare domini simili, ma funzionano sempre?
Esistono anche domini di primo livello riservati a determinate entità pubbliche, come il .gov che è dedicato ai siti web della pubblica amministrazione.
Acquista più TLD per il tuo progetto
Questo può essere un buon modo per affrontare la concorrenza ed evitare che altre aziende o persone acquistino domini simili o uguali al tuo ma con TLD differente.
In alcuni casi i domini si parcheggiano senza utilizzarli o si fa un redirect 301 verso la home page principale. In ogni caso gli acquisti riguardano due o tre domini al massimo, .come e .it di solito. Inutile immaginare di acquistare anche .biz, .net.
Non eccedere con la lunghezza
Nel come scegliere estensione dominio devi valutare l’usabilità del risultato finale. Quanto deve essere lungo l’URL? Minimo 3 caratteri e massimo 255 inclusi i punti. Questa è la regola ma è buona norma mantenere una stringa semplice.
La scelta del TLD può influenzare il risultato? Dipende, di solito parliamo di pochi caratteri, due o tre. Però tra i nuovi abbiamo anche soluzioni come .photography o .amsterdam che possono allungare di molto il dominio: attenzione a non esagerare.
Non lasciarti influenzare dalla SEO
Una delle pratiche più antiche della scelta di un URL SEO friendly: preferire il .com. Al massimo il .it. Ed evitare domini alternativi o meno diffusi come il .eu, .net, .biz.
Perché Google favorisce i siti web con i top level domain più diffusi. Vero? No, non c’è alcun collegamento tra posizionamento e scelta dell’estensione dominio.
Google conferma che non include il TLD nei fattori di ranking, nemmeno quelli nuovi che chiariscono temi e argomenti che dovrebbero essere trattati nel progetto.
Ma è veramente così superflua la scelta dell’ultima parte del dominio di un sito web o di un blog per l’ottimizzazione SEO? Google sottolinea che i gTLD non influenzano direttamente il ranking di un sito web. Ma c’è un altro fattore da considerare.
Rendi il dominio credibile e coerente
Il TLD potrebbe influenzare la percezione di un brand da parte del pubblico, incidendo anche sul CTR. Vale a dire la percentuale di click verso il portale web.
Quindi, in un’ottica di credibilità e autorevolezza percepita del sito web, è sempre meglio acquistare un .com o un .it per l’Italia. Anche un .net va bene ma è meglio evitare domini di primo livello astrusi. Anche perché c’è un altro pericolo da rilevare.
Attenzione a TLD legati allo spam
Partiamo da un punto chiaro: non c’è un collegamento diretto e immediato tra estensioni dominio e definizione del progetto come spam da parte di Google.
Ma il motore di ricerca e sospettoso, sa che ci sono delle tendenze ricorrenti e riconosce dei pattern. Degli schemi. Proprio come quelli che legano gli exact match domain a pratiche poco autorevoli. Quindi evita soluzioni tipo .kim, .zip e .review.
Il geotagging del sito è legato al ccTLD
I gTLD non influenzano la SEO. Però i ccTLD, quelli legati alle nazionalità come il .it o il .uk, permettono di fare il targeting geografico del sito. Un passaggio che si effettua via Search Console attraverso una procedura semplice (ecco la spiegazione).
Un .fr suggerisce che un sito web è probabilmente più pertinente per un pubblico francese che fa ricerche da quel territorio. Attenzione, Google suggerisce che:
Questo significa che Google non dà particolare rilievo ai nuovi domini di primo livello che contengono parole legate a città, li tratta come quelli delle macro-regioni.
Categoria: Guide per webmaster