Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Sai in cosa consiste la frammentazione delle conversazioni nei blog? Stiamo parlando di una tendenza che spinge le persone a dividere le interazioni dei commenti in piattaforme differenti, come ad esempio sui social.
È importante ricevere commenti nel blog. Secondo alcune scuole di pensiero un blog migliora quando ottiene tante condivisioni, secondo me migliora con i commenti. Ma non bisogna mai cadere nella frammentazione delle conversazioni.
I commenti sono un dialogo. Offrono al blogger spunti per altri articoli da scrivere, definiscono la natura del blogging: quella di una discussione aperta e continua.
Commenti, vedili come contenuti
Indice dei contenuti
Parafrasando la prima delle 95 tesi del Cluetrain Manifesto si comprende l’essenza del blogging. Non un monologo a uso e consumo del blogger, non una lezione universitaria, non una conferenza, ma un costante dialogo fra blogger e lettori. I commenti fanno parte del variegato universo dello user generated content: i contenuti generati dagli utenti.
Un commento lasciato in un blog entra a far parte di quel blog, continua la storia iniziata dal blogger, suggerisce – a chi sa ascoltare – idee e riflessioni, confida paure e dubbi, chiede soluzioni e informazioni.
Ma quante aziende sono disposte ad ascoltare? Quante sono pronte ad arricchirsi di contenuti spontanei, non studiati, che non hanno il suono della SEO, né del marketing, né di altro? Hanno solo il suono degli utenti perché sono la loro voce.
Da leggere: devo sempre rispondere ai commenti del blog
Perché non mi fai commentare?
Come inibire la conversazione online. Quando leggo articoli interessanti vorrei commentare sempre, ma il tempo non basta. Raramente commento anche in blog in inglese, ma quasi sempre lascio una mia traccia in quelli italiani.
A volte mi è stato impedito di commentare. No, non volutamente, ma tecnicamente. Scorro l’articolo leggendo, sento crescere la spinta a commentarlo.
Quindi arrivo all’area dei commenti e trovo il box di Facebook. Quel blog accetta commenti solo dagli utenti di quel social. E io non sono più uno dei suoi iscritti.
Perché inibire la conversazione? Facebook non è una realtà, è un mezzo di comunicazione sociale. Commentare da Facebook significa compiere un passaggio in più. E il discorso che si è sempre connessi a Facebook non regge.
Bisogna abbattere le barriere nel blog
La conversazione nel blog deve essere accessibile: devi farmi commentare senza ostacoli. Io ho aggiunto un punto alla conversazione: chi commenta per la prima volta deve attendere che io approvi il commento. È l’unico modo per evitare lo spam.
Ma non lo vedo come un ostacolo: l’utente può commentare senza restrizioni, senza essere iscritto a una qualsiasi piattaforma. Gli ostacoli sono le registrazioni, la perdita inutile di tempo, l’obbligo di far compiere azioni in più all’utente che perde quell’attimo fatale che lo ha spronato al commento. Ecco qualche esempio:
1. Registrazione al blog
A che scopo? Il cliente non fa parte della tua azienda né del tuo blog, quindi perché farlo iscrivere? Perché aggiungere un passo? Hai paura delle critiche negative?
2. Registrazione su Disqus
Che cos’è Disqus? Pensi che qualsiasi cliente lo sappia? È forse un modo veloce per avere un unico account e commentare? No, tu hai bisogno del commento di un lettore, non di quello di un utente di Disqus. Perché devo registrarmi?
Mai frammentare la conversazioni
Ci sono due conversazioni in corso. Una all’interno dei social media, l’altra con il blog. Ho parafrasato anche la tesi 53 del Cluetrain Manifesto. In realtà le conversazioni sono di più, perché in molti blog le ho viste spalmate su diverse piattaforme.
Che cosa succede in quel caso? Ho lasciato il mio parere nell’area commenti, ma la discussione si è svolta su Facebook: botta e risposta fra blogger e lettori. E io e qualcun altro siamo rimasti senza risposte. Naturalmente quel blog mi ha perso.
La conversazione non può essere frammentata. Pensa al blog come a una stanza in cui si discute di un argomento e immagina il padrone di casa che ti lascia solo per andare al circolo e parlare con altri amici. Oppure risponde al telefono e parla con un altro. Sei tagliato fuori da quelle conversazioni. Puoi sentirle, ma non parteciparvi.
Non usavo i commenti di Google
La prima volta che ho commentato in un blog usando il mio account di Google mi sono ritrovato quel commento come “ultime novità condivise” nel mio profilo.
Ovvio, ma in quel momento non ci avevo pensato. In realtà cosa è successo nel mio profilo? Senza alcuna introduzione, senza alcun titolo, io ho commentato un post e l’impressione, per chi mi segue, è che io avessi parlato da solo. Naturalmente a fine commento compare il link al post, però la sensazione non è bella a vedersi.
Crea un dialogo unitario con i lettori
I commenti ti aiutano a crescere come blogger e professionista. Ma non solo te, anche i tuoi lettori. Perché? Perché i commenti sono un confronto diretto fra persone. Se diluisci la conversazione sui vari social, blocchi una parte dei tuoi lettori.
Quei lettori non potranno esprimere il loro pensiero, non potranno crescere, né far crescere. Visione estrema? Forse. Di sicuro viene a mancare un’interazione.
Da leggere: come aumentare i commenti del blog
Frammentazione delle conversazioni
E adesso tocca a te: come gestisci i commenti nel tuo blog? Trovi utili i commenti WordPress, LinkedIn e Disqus? Affrontiamo questo argomento nei commenti.
Questo articolo è stato scritto da Daniele Imperi, un copywriter freelance e un appassionato di scrittura e blogging. Nel tempo libero legge, studia, scrive articoli e storie e appena può fugge in montagna. Il blog: Penna Blu.
Categoria: Blogging
Sono indecisa…io come piattaforma uso blogger, che va benissimo per un blog personale ma mi perplime sui commenti, non ci sono molte opzioni, nè, che io sappia plugin fighi (nè la possibilità di risalire senza troppo sbattimento all’ip degli anonimi). Anzi, se qualcuno tra i tuoi lettori può aiutarmi in questo, sarebbe bello. L’alternativa è la moderazione o bloccare i commenti agli anonimi.
Invece ho visto molti blog su wordpress che hanno questo form commenti che raccoglie (non so bene con quali criteri) la conversazione tra blog, fb, twitter e g+…mi sembra un buon modo per accorpare tutto il thread, sparso su vari canali.
Ciao Valentina,
su Blogger purtroppo non c’è molta scelta. Almeno, che io sappia. E i commenti anonimi non piacciono neanche a me.
Non ho capito cosa intendi con “form commenti che raccoglie la conversazione tra blog, fb, twitter e g+”.
Se è quello di cui parlo io, allora non vedo accorpamento ma frammentazione, come ho spiegato nel post.
Forse Valentina intende quei plugin che ti permettono di raccogliere i commenti da tutte le piattaforme: puoi scegliere se commentare su Facebook, Google Plus, su Disqus… per me è il punto massimo della dispersione! Opinione personale, eh.
Avevo immaginato, in effetti. Concordo pienamente: non accorpamento, ma massima dispersione.
Quello che accorpi sono i form dei vari social media, ma la discussione viene dispersa.
Ecco! Finalmente qualcuno l’ha detto: Disqus è IL Male! Anche io preferisco passare oltre, piuttosto che lasciare un commento su un blog che utilizza Disqus (o Facebook, o G+). Il caro, vecchio sistema di commenti di WP non sarà il massimo, ma il suo sporco lavoro lo fa senza battere ciglio
Ciao Francesco,
sai che penso? Che sia una moda, alla fine. I social media hanno avuto una bella diffusione e qualche sviluppatore ha pensato di integrarli nel blog.
Come è successo altre volte, alla fine le mode passano – mi auguro che questa passi presto – e si ritorna ai vecchi metodi che funzionano meglio.
Se vuoi creare una discussione nei tuoi canali sociali sui post che pubblichi, allora crea post ad hoc per quei social. Si chiama social media marketing.
Ti lascio anche il mio punto di vista: Disqus è per i blog del settore tecnologico/geek, SMM e simili. Per commentare devi effettuare una registrazione, superare dei passaggi: non lo userei mai per un blog legato a una tematica differente perché comporta dei tecnicismi che non tutti vogliono o sanno affrontare.
Non è mancanza di fiducia nelle capacità del lettore, ma semplicemente ragiono con la mentalità dell’utente pigro: l’utente che vuole lasciare un messaggio e non profilarsi in un servizio terzo.
Dobbiamo rendere il tutto più semplice possibile.
Ciao, io sto usando Disqus, mi piace perché la gestione dei commenti è molto semplice. Però in effetti non avevo pensato alla registrazione che richiede tempo e magari dirotta l’utente verso altre pagine e…addio commento. Forse il sistema di Wp è più snello e semplice, dovrò provarlo. Grazie per la dritta! 😉
Oltre a frammentare la conversazione, non credi che la possibilità di commentare su più piattaforme possa essere anche un elemento di distrazione che alla fine ti porta a non commentare affatto? A me succede, per la serie “commento qui…no, qui..no..ok non commento”.
Ciao Federica,
sì, di sicuro c’è anche distrazione. C’è anche chi commenta da cellulare, poi, e magari non ha l’app di Google+ o di Facebook o, peggio, di Disqus (esiste un’app di Discus?).
A me per commentare Disqus ha dato problemi, avevo perso la password…
Comunque la distrazione è da mettere in conto: il lettore si trova di fronte a una o più scelte… e il tempo passa.
Ciao! mi trovo spesso a dover commentare dal cellulare, e facendolo con disqus non ho avuto problemi, era come se come se commentassi dal pc..poi per come è semplice mi ci trovo bene. soprattutto su tumblr, dove i ‘blog’ alla fine non vengono mai commentati da nessuno normalmente..e questo penso sia ciò effettivamente rovina l’esperienza del blogging. mi sono accorta infatti che quello che mi interessa di più, è proprio il fatto di scambiare opinioni e trarne spunti di pensiero e confronto con coloro che condividono le mie passioni..
(mi scuso per eventuali ripetizioni o errori nel commento, sono sempre al cellulare..)
Ciao Roberta,
non hai problemi perché basta che entri una volta in Disqus e commenti ovunque ci siano commenti di quel tipo. Ma da cellulare, se il blog è responsive, non avresti problemi coi commenti normali.
Mamma mia, che coppia per questo articolo!! 🙂
Bravi ragazzi, contenuti utili e chiari, per tutti.
Ciao Daniele,
ottimo guest post. Anch’io mi domando come mai alcuni blogger di successo permettano questa dispersione di contenuti. Forse per dimostrare al lettore distratto ed impressionabile (o ad un potenziale cliente) di poter pescare dai “sette mari” contemporaneamente?
Grazie Simone,
penso che adottino questa soluzione per ottenere più traffico: un commento lasciato su Google+, per esempio, viene visto potenzialmente da tutti i tuoi contatti.
Ciao Daniele, ovviamente sai già come la penso e sai che quindi son d’accordo con te. I commenti per me sono importanti, odio quando non ricevo risposta perché io sul mio blog rispondo sempre a tutti. Odio chi risponde a macchia di leopardo, magari perché il tizio dopo di me è un amico e io un povero coglione. Odio i commenti tramite Disquss, Fb e Google+, che non aiutano l’interazione.
Ecco, per me il blog è interazione, scambio di idee sulla base di una cosa scritta DA ME, ed è meraviglioso. È come un piccolo forum, i commenti lo tengono in vita! 🙂
Moz-
Ciao Miki,
neanche io sopporto quelli che danno priorità agli amici. Io do priorità cronologica, invece 🙂
I commenti tengono vivo il blog, hai ragione, infatti quando vedo alcuni blog non commentati da nessuno non ho una bella sensazione, anche perché molte volte si tratta di ottimi blog, di voci fuori dal coro che meriterebbero un gran seguito.
Beh, caro Sandokan, ora scatta la domanda (così, appunto, creiamo una discussione): perché blog validi non sono commentati?
Moz-
I motivi possono essere tanti. Molte volte non vengono promossi bene dai blogger. Calcola che oggi ci sono tantissime informazioni online e diventa sempre più difficile trovarle.
Per me i motivi, però, possono essere altri:
– comunicazione inefficace: il blogger scrive senza creare coinvolgimento, senza rendere partecipi i lettori;
– aggiornamenti rari: se entri in un blog e vedi che l’ultimo post risale a un mese fa, non sei molto tentato a commentare.
Queste sono le mie opinioni, vediamo se ne arrivano altre 🙂
Forse è proprio il non saper coinvolgere il lettore, scrivendo in modo freddo. Ma a quel punto, penso, cadrebbe anche la ipotesi del “bravo blogger, voce fuori dal coro” perché per me la comunicazione è imprescindibile!
Sulla frequenza, invece, noj sono d’accordo… magari il blogger ha deciso di pubblicare proprio una volta al mese…
Comunque, qualcosa ci deve pur essere… nel motivo o meno dei commenti!!
Moz-
Altra possibilità: gli articoli sono molto tecnici, sono dei tutorial così completi che non hanno bisogno di commenti. Inutile aggiungere altro. Però sono articoli che ricevono tanti link e condivisioni.
Ecco, e allora qui torniamo alla domanda: un blog che funziona bene è un blog con interazioni o un blog con le visite?
Voi cosa preferite?
Moz-
Miki, le interazioni ci sono se ci sono le visite 🙂
Se hai poco traffico, avrai anche pochi commenti e condivisioni. Delle visite senza commenti e condivisioni non me ne faccio nulla.
Non è detto: magari ci sono blog un cui articolo fa 2000 visite e 10 commenti, e blog con articoli da 400 visite e 80 commenti.
Cosa preferisci?
Moz-
Parlo di visite al blog, non per singolo articolo.
Ottimo post ed osservazioni assolutamente condivisibili.
Se posso, vorrei fare una domanda per comprendere meglio il funzionamento dei plugin terzi:
tu scrivi che: “I commenti fanno parte del variegato universo dello user generated content: i contenuti generati dagli utenti. Contenuti, capisci?”.
Questo secondo me è uno dei punti fondamentali, ovvero far si che i commenti rimangano “proprietà” del blog anche per i motori di ricerca. Sono quasi certo (ma potrei sbagliami) che i commenti con plugin terzi (vedi FB e G+) non vengano indicizzati dai motori di ricerca in quanto, semplicemente non “esistono” sul blog ma sono allocati nei server di FB e G+.
Arrivo alla mia domanda:
che tu sappia anche con Disqus succede lo stesso? Te lo chiedo perché leggendo il codice HTML del post che ospita il plugin di Disqus non risulta molto chiaro (almeno a me) se i commenti siano “memorizzati” nella pagina che ospita il post o nei server di Disqus.
Chiaramente non c’è bisogno che spieghi quanto “la proprietà” dei commenti sia importante ad esempio per la long tail.
Ti ringrazio in anticipo per l’eventuale risposta.
Grazie, Marco.
Interessante questione. Ho fatto delle prove: quelli di Facebook non si indicizzano, infatti.
Quelli di Disqus invece sì, anche se pensavo di no. Ho visto il codice di una pagina che li usa e mi sembra che vengano caricati dentro il post.
Stranamente, quelli di Google Plus si indicizzano molto poco. Ho fatto solo poche prove, però, ma quasi tutti i commenti cercati (ho estrapolato un brano) non comparivano in serp.
Ti ringrazio per la risposta.
Su G+ e FB sono quasi sicuro, ma qualcuno più esperto di me potrebbe verificare.
Il mio dubbio su Disqus è che (non so bene in quale modo) in pratica sembra che i commenti siano “doppi”, ovvero che siano presenti sia sui server di Disqus che sulla pagina del post. La cosa è molto strana e andrebbe controllata più a fondo. Anche qui sarebbe interessante il parere di qualche sperto.
Daniele, non riesco a commentare più sotto al mio post (in questo, il sistema blogspot è meglio, eheh)
Non cambia molto il concetto tra singolo articolo e blog totale: preferisci allora dodicimila visite mensili e pochi commenti, o duemila visite mensili e tante interazioni?
Moz-
Ovviamente preferisco 2000 visite al mese e tante interazioni 🙂
Per me il numero delle visite è importante solo in un senso: più ne hai e più aumenta la probabilità che un buon numero di lettori commenti. E, nel caso il blog mi serva per lavoro, aumenta anche la possibilità di trovare clienti.
Posso solo essere d’accordo con te, Daniele. Non contano le visite, ma le visite utili al tuo obiettivo. Ami il blog come luogo per discutere e scambiare opinioni? Meglio 200 lettori con i relativi commenti!
Io uso disqus, il mio ragionamento che faccio si basa su 2 mie osservazioni:
1) Io mi stanco che a ogni commento devo compilare i campi nome, cognome, email, blabla.
2) Molti non usano i “servizi esterni” o i social
Così ho unito le due cose: disqus che accetta anche i commenti anonimi e dei non registrati.
In più mi trovo meglio perchè riesco a gestire le notifiche e le risposte, poi con la “lista bianca” chi commenta di più salta la fase di moderazione.
Insomma, secondo me disqus è un buon compromesso che tiene contenti tutti
Ciao Emiliano,
rispondo alle tue osservazioni:
1- io devo inserire nome, email e sito solo raramente. Qui, per esempio, dove commento quasi sempre, io vedo il form già compilato. In altri blog, invece, basta che clicco su uno dei campi e subito mi appare la voce giusta come suggerimento.
2- certo, non tutti li usano quei servizi.
Per le notifiche non tutti i blog hanno l’iscrizione ai commenti, è vero.
Mi trovi d’accordo anche se, come sto dimostrando, non è affatto demotivante commentare un post vecchio di mesi.
Io ho usato Disqus per un anno o due, poi però mi sono reso conto che non mi serviva. All’inizio stavo cercando un servizio che potesse accorpare nel post i commenti lasciati alle condivisioni del post stesso sui social, cosa che non ho mai trovato e – sinceramente non ricordo come mai – alla fine provai Disqus. Poi un mesetto fa circa il plugin ha dato dei problemi e alla fine ho deciso di disinstallarlo. Risultato: non è cambiato niente. I commenti lasciati su Disqus erano comunque duplicati in WordPress, e disinstallandolo non ho perso nulla (in realtà ho perso le immagini inserite nei commenti, ma saranno state un paio).
Comunque ricordo che non era obbligatorio registrarsi per usare Disqus, credo fosse configurabile.
Ciao!
Ciao a tutti, io sono nuova nel mondo della bloggosfera e vi ringrazio per questo articolo veramente interessante! Avendo anche io poco tempo, leggo solo ciò che realmente mi interessa e che mi da informazioni che non so. I commenti sono parte integrante di un blog, perchè si può avviare una discussione sull’argomento esattamente come questa! Ecco, questo è il mio obbiettivo, perchè per quanto i commenti di saluti e ringraziamenti fanno piacere, non sono però costruttivi o stimolanti.. Secondo me il “problema” sta proprio nei contenuti, spesso deboli o banali che non ti portano a dire niente.
All’inizio anche io mi sono sentita persa, forse per la troppa scelta nel commentare sul blog, sulla pagina FB, su Twitter.. poi, con quale account commento? In effetti lo vedo anche io come un’ostacolo, perchè io stessa, se devo perdere tempo a loggarmi perdo la voglia di commentare e mi scordo pure cosa volevo dire.
Per far conoscere il mio blog mi sono iscritta un pò ovunque, ma ammetto che non è semplice stare dietro a tutto, avendo sempre il tempo contato.
Alle visite preferisco i commenti, anche discordanti dalle mie opinioni, perchè il blog l’ho’ aperto per comunicare, discutere, condividere, non solo per essere letto. Così, ogni volta che leggo tra le statistiche 50 visite, ma 0 commenti, mi impegno maggiormente al prossimo post cercando contenuti validi e interessanti. Grazie per aver affrontato l’argomento, e per lo scambio di opinioni che ne segue, per me alle prime armi è una bella lezione da leggere e alla quale partecipare 🙂
Concordo per l’assurda dispersione, purtroppo i Social (in primis ovviamente Facebook) cercano (cerca!) di incentrare il web, o meglio farlo collassare dentro il social stesso. L’idea di usare i commenti Facebook è ottenere linking da un ulteriore fonte, per Disqus non vedo nessuna speciale utilità. Mi ritrovo a dover rivitalizzare un dominio disperso anni fà (quello in firma) e sono su questo articolo perché cercavo pareri in merito a cosa pensano gli altri blogger sui commenti nel 2015 (cosa utilizzare, ecc..)
Sinceramente stavo optando per i commenti usuali di wordpress + Google Plus, Plus prettamente per un discorso di posizionamento seo (almeno per quello che si vocifera in giro) e il trustrank che si può ottenere da chi commenta/condivide i tuoi articoli sul social di Google.
Inoltre il tuo pensiero sul “sembrava parlassi da solo” per la condivisione sul profilo di Google Plus, in effetti hai ragione non è molto bello.
Per ora sono ancora indeciso.. ci penso un altro pò 🙂
Buon blogging!
Io continuo a rimanere sulla strada WordPress… rigorosamente commenti nativi.
Io resto dell’idea che avevo lo scorso anno: nel 2015 continuo a usare i commenti proprietari del mio blog.
I commenti di Google Plus aiutano il posizionamento del blog? Ho cercato in inglese e non ho trovato nulla in merito.
Per far condividere i tuoi post basta mettere i bottoni social.
I commenti di Google Plus secondo me sono peggiori di tutti, perché la sensazione che hai è di vedere persone che parlano da sole, come hai letto. Lasciano un commento nel tuo blog e quello appare nel loro profilo.
Inoltre pensa anche ai tuoi lettori: coi commenti proprietari del blog possono lasciare il link diretto al loro sito o blog, cosa che non avviene con gli altri commenti.