Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Ecc. ed etc. sono equivalenti, puoi utilizzare entrambe le abbreviazioni senza problemi. Nel primo caso indichiamo l’abbreviazione di eccetera, nel secondo la formula latina e originaria et cetera. Ovvero e tutte le altre cose.
Ecc. con il punto fermo alla fine è l’abbreviazione di eccetera. Ovvero una delle formule più comuni della scrittura formale e informale. Infatti, non sempre è conveniente proseguire in una lista di elementi che possono risultare ripetitivi o scontati.

Proprio per rispettare la regola della coerenza e della scrittura efficace, in molte circostanze conviene omettere alcuni elementi che sono considerati – dall’autore e dal lettore – ovvi. In questi casi si può utilizzare et cetera, o la formula italiana eccetera.
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Cosa vuol dire eccetera e come si usa?
Cos’è e come si usa ecc? Questa sigla deriva dall’abbreviazione di eccetera, ovvero la formula in italiano corrente della locuzione latina et cetera1. Che può essere tradotto con: “e le altre cose“. Nello specifico, il significato letterale dovrebbe essere “e i rimanenti”.
Quindi, nel momento in cui vuoi evitare di scrivere una serie di elementi in una lista puntata o in un paragrafo di testo puoi utilizzare sia la formula estesa eccetera (in alternativa et cetera), sia quella abbreviata. Ovvero ecc. o etc. in modo equivalente.
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Perché e quando si mette ecc. in un testo
Approfondiamo l’uso di queste soluzioni e delle relative abbreviazioni? Ecco, possiamo dire questo: eccetera, e relative abbreviazioni come ecc. o etc., si usano per evitare di ripetere parti di testo che andrebbero ad allungare inutilmente un contenuto.
Rendendolo inutilmente prolisso, poco leggibile e noioso. Ecc. in un testo ha significato di “e così via” o “e altro ancora”. Ciò significa che questa espressione si mette quando conviene puntare sulla capacità del lettore di comprendere il seguito.
Quante volte posso usare ecc. in un contenuto? Non esiste una regola scritta e ben definita ma è buona norma moderare questa soluzione, massimo una o due volte in articolo o un paragrafo. Ma è comunque da evitare la ripetizione nel testo.
Meglio etc. o ecc. nel testo italiano?
Da quando è stato introdotto l’uso di eccetera, ovvero dal XVI secolo, si è utilizzata anche la soluzione abbreviata. Che può essere etc. o ecc. senza alcuna preferenza sostanziale. In altre parole, puoi utilizzare entrambe le formule nel testo senza problemi.
La prima abbrevia il latino classico et cetera. La seconda, invece, si riferisce all’italiano eccetera. Di sicuro ci sono delle regole da rispettare: in primo luogo quella della coerenza. Ovvero, se si utilizza etc. in un testo conviene mantenere questa soluzione.
In alcuni casi puoi trovare eccetera scritto in modi differenti. Ad esempio, tutto attaccato come etcetera ma questa condizione è comune in inglese. Idem per la formula &c. dei paesi anglosassoni. In Italia, invece, si usava ec. ma è un’abbreviato in disuso.
Per essere precisi, come suggerisce anche Daniele Imperi, un uso nella scrittura in italiano possiamo preferire ecc. al posto di etc. per una maggior coerenza rispetto all’uso diffuso di eccetera rispetto alla formula latina etcetera diffusa soprattutto nei paesi anglosassoni. Tipo USA e Regno Unito.
Come scrivere eccetera in un testo formale?
In sintesi, nei testi scritti in italiano puoi usare indistintamente ecc. o etc. Oppure le formule per esteso eccetera o et cetera. Il resto non è contemplato. Come procedere con la scrittura formale? Ad esempio, come si scrive eccetera in una tesi di laurea?
Non esistono regole a priori, molto dipende dalla situazione. Ci sono alcuni contesti come, appunto, quelli delle tesi di laurea in cui si può chiedere al candidato, proprio come avviene per la scrittura di un abstract, di rispettare alcune regole. Come ad esempio quella di non usare parole abbreviate e quindi scrivere eccetera al post di ecc.
Come usare eccetera (o ecc.) in un testo
In sintesi: con parsimonia2. Et cetera deve essere utilizzato solo quando serve. Il sottinteso e l’abbreviazione, così come gli acronimi, possono confondere il lettore. Ecco qualche regola per scrivere ecc. o etc. nel modo giusto per le tue attività di web writing.
Maiuscola o minuscola?
Non c’è alcun bisogno di usare la lettere grande su eccetera e relativa abbreviazione. Queste parole seguono le regole di maiuscole e minuscole ordinarie, prevedendo la prima soluzione solo dopo un punto fermo (occasione molto difficile che si verifichi, tra l’altro3).
Punteggiatura di ecc. ed etc.
Uno dei dubbi cronici degli autori: quali sono le regole della punteggiatura con etc. ed ecc.? Sono delle abbreviazioni, quindi c’è bisogno del punto alla fine. Qualsiasi altro tipo di segno viene dopo dopo ecc. o etc. e ciò significa che abbiamo delle regole:
- Dopo l’abbreviazione di ecc. ed etc. abbiamo sempre il punto fermo.
- Evitare i puntini di sospensione dopo ecc., non servono a chiudere l’abbreviazione.
- Dopo il punto dell’abbreviazione segue la punteggiatura ordinaria. Quindi avremo:
- Etc.,
- Etc.!
- Etc.).
- Prima di ecc. e dopo il punto ci vuole sempre lo spazio.
- Dopo ecc. o etc. e relativo punto non serve maiuscola.
Come puoi ben intuire, il punto fermo dopo l’abbreviazione è parte integrante della parola troncata quindi dopo puoi inserire tranquillamente virgola, punto e virgola, punto esclamativo e interrogativo, parentesi. Solo i punti di sospensione fanno eccezione.
Cosa succede se abbiamo ecc. a fine frase? La logica ci aiuta e il punto di abbreviazione del termine eccetera indica anche la fine del periodo. Altrimenti ci sarebbe una situazione inusuale (ecc..) e difficile da codificare. Questo vale anche per et cetera ed etc.
Prima di etc. o ecc. ci vuole la virgola?
Rientrerebbe nel tema della punteggiatura ma è giusto fare una precisazione extra su questo aspetto molto importante per gestire al meglio questa locuzione: la virgola prima di ecc. o etc., ma anche le forme per esteso, è opzionale. Ciò significa che in un elenco posso aggiungere quest’abbreviazione in due modi: A, B, C ecc. e A, B, C, ecc.
In entrambi i casi non ci sono errori da registrare. Questo perché nella formula originale c’è già una congiunzione coordinativa et, che equivale all’italiano “e”. Di conseguenza, nella scrittura non è necessario mettere la virgola negli elenchi prima di ecc. o etc.
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Quando si mette ecc? Alcuni esempi
Ecc. si inserisce dopo aver elencato tre o più passaggi, ma può essere usato anche dopo due elementi se è implicito che ci sono altri punti simili che seguono. Però è meglio inserirlo dopo una serie articolata di elementi. Ecco qualche esempio concreto:
- Ho preparato tutti gli ingredienti: farina, uova, latte, ecc.
- Durante la gita abbiamo visitato musei, monumenti, parchi, etc.
- Ho abiti di diversi colori: blu, rosso, verde, eccetera.
Ultimo appunto: è importante utilizzare ecc. con parsimonia, solo quando è davvero chiaro cosa viene omesso dalla tua lista. Se c’è il rischio di confusione, o se è necessario dare ulteriori dettagli, ti consiglio di utilizzare un buon elenco puntato o numerato.
- Nel latino medievale erano diffuse anche le scritture in forma errata come et cætera o et coetera. Attenzione all’abbreviazione et al. che sta per et alia, “e altre cose”. ↩︎
- Da evitare qualsiasi forma di ripetizione, tipo eccetera eccetera. Anche abbreviate. ↩︎
- Non iniziare una frase con ecc. L’abbreviazione si riferisce a elementi non specificati. Deve sempre seguire un elenco di elementi o informazioni. ↩︎
Categoria: Scrivere | Tag: Grammatica