Quando è ora di cambiare lavoro?

Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il

Per capire il momento giusto cambiare lavoro valuta la tua soddisfazione, inclusi il lavoro stesso, l’ambiente lavorativo e le prospettive di crescita. Rifletti sui segnali di insoddisfazione come mancanza di sfide, stress e mobbing.


È il periodo dell’anno in cui devi guardare in faccia la realtà: “Ho fatto qualcosa di buono? Ho creato valore? Sarà il momento giusto per cambiare lavoro?”. Forse è anche la fase in cui chiedersi se magari è arrivata l’ora di licenziarsi per guardare oltre.

Stai ancora aspettando il momento giusto per cambiare lavoro?
Paura e ansia di cambiare lavoro?

Stai pianificando il salto nel buio e cercando quel paracadute che ti farebbe comodo, quella sicurezza che potrebbe limitare i danni. Ma hai capito di cosa sto parlando? Il salto nel buio è sinonimo di rischio, di pericolo. Ma anche di grandi emozioni.

La mia esperienza personale

Io sono diventato freelance circa quattro anni fa. Ed è stato un salto nel buio. Anche io avevo paura. Capire quando è ora di cambiare lavoro non è facile per nessuno.

Anzi, ho avuto paura per diversi mesi e non riuscivo a farmi forza. Ho aspettato il momento giusto. Anche perché ero stanco di non lavorare anche durante le feste di Natale. Nel lavoro freelance non si contano i giorni o le ore di lavoro settimanali.

Nel frattempo alimentavo My Social Web, spingevo sull’inbound marketing. Mi facevo conoscere dai miei clienti. Scrivevo durante l’orario di lavoro. Poi a casa. Anche di notte e durante i fine settimana. Non mi fermavo mai. E lo facevo per crearmi una base.

Aspettavo il momento giusto. “Magari il mese prossimo, quando va in porto questo contratto. Oppure tra due mesi, dopo l’estate. Quando i contatti mi richiamano per quel lavoro”. Sicurezza. Quando vuoi aprire una partita IVA hai bisogno di sicurezza.

Per approfondire: cosa ho capito dopo 3 anni come freelance

Aspettavo il momento giusto

Non esiste il momento giusto per fare il salto nel buio. È un ossimoro, un confronto tra opposti. Non puoi avere il ghiaccio caldo e non puoi avere un salto nel buio sicuro. Caro amico, devi accettare i rischi. Aspettare la situazione perfetta vuol dire rinunciare. O perdere l’occasione giusta per sfruttare la situazione contingente.

il momento giusto per cambiare lavoro
Il momento giusto per cambiare lavoro.

Certo, non devi sfidare la sorte. Magari c’è una situazione delicata e non vuoi tirare troppo la corda. Però questo è il concetto base: non arriverà mai il momento giusto per aprire una partita IVA, non troverai mai la quadra per inaugurare un’azienda.

Non avrai mai le certezze del mondo. Il posto fisso non esiste più, questo è chiaro. Se cerchi una sicurezza lavorativa te la devi creare rischiando. Questa è l’idea di Seth Godin: oggi il vero rischio è essere mediocri. E rimanere nello stadio intermedio.

La sicurezza non esiste, e il dipendente in realtà è precario quanto il libero professionista. Soprattutto se si limita a fare il suo lavoro. Non basta eseguire un compito a regola d’arte. Devi essere artista e speciale. Devi accettare il tuo rischio.

Devi accettare una nuova sfida

Tu continuerai a guardarti allo specchio cercando rassicurazioni. Il consiglio che posso darti in base alla mia esperienza: guarda dentro di te, cerca tra le tue forze. 

Ma non è per tutti. Ci sono persone che non hanno il carattere, non hanno lo spirito imprenditoriale e lo slancio propositivo. Ci sono persone che devono e vogliono ascoltare i dubbi, i problemi, le ipotesi negative. E preferiscono non rischiare.

Solo per evitare problemi. Io non sono un pazzo, non credo che un professionista debba lanciarsi in una nuova avventura senza preparare il terreno. Anche io ho sviluppato un blog per trovare nuovi clienti online, e poi sono diventato freelance.

momento giusto
Qual è il momento giusto per cambiare lavoro?

Prepara la tua base, fai formazione, studia tanto e bene. Fa’ in modo di essere pronto. Investi nella gavetta e collabora con persone in gamba. Impara dai migliori. Ruba il mestiere. Fare un salto nel buio non vuol dire ignorare il mondo.

Da scaricare: la guida freelance di My Social Web

Il momento giusto è arrivato?

Stay Hungry, stay foolish. Siate affamati, siate folli: non è solo una bella frase da usare per personalizzare la cover del telefonino. Quando Steve Jobs ha lasciato questo messaggio si riferiva anche a te, alle scelte cruciali della tua vita.

Rifletti, valuta, pondera. Poi prendi una decisione. Rimanere una vita nell’incertezza e nel mondo del “potrei fare ma non lo faccio” è un incubo per me. Per te, invece? Sarà questo il il momento giusto per cambiare lavoro, finalmente?

Riccardo Esposito

Sono un web writer freelance. Mi occupo di scrittura online dal 2009, mi sono specializzato nella stesura di piani editoriali per blog aziendali. Ho scritto 3 libri dedicati al mondo del blogging e della scrittura online (bio di Riccardo Esposito).

Categoria: Lavoro online

20 commenti su “Quando è ora di cambiare lavoro?”

  1. Sara della Torre di Valsassina

    Ciao Riccardo, sono una di quelle persone che ha fatto il salto nel buio. Il mio è cominciato esattamente il 4 febbraio scorso e… sto ancora aspettando di toccare terra. Per fortuna non sono sola e questo mi aiuta molto in determinati momenti di tristezza, rabbia, rassegnazione, e chi più ne ha più ne metta. Però non posso dire di essere delusa della scelta fatta: in questi 10 mesi (ora che ci penso esatti) ho imparato tante di quelle cose che mai avrei pensato di apprendere. Ho allacciato rapporti (virtuali e non), ho letto, studiato, mi sono fatta avanti e ho vinto tante paura. Ne ho ancora molte, anzi moltissime, perché i guadagni stentano ad arrivare e le spese sono tante, ma ho 27 anni e di spaventarmi ora proprio non mi va.
    Questa è la mia esperienza.
    Un saluto 😉

    1. Riccardo Esposito

      Sei giovane. E 10 mesi a volte non bastano per far fruttare i tuoi passi. Un consiglio: non ti fermare alla prima difficoltà. Dare false speranze è sbagliato, ma anche mollare al primo colpo non è il massimo. Valuta sempre tutti gli aspetti della tua attività. E cerca di essere “speciale”. Lo so, suona strano… ma questa è la realtà.

      1. Sara della Torre di Valsassina

        Di sicuro non mollerò tanto presto 😉 essere originale è la cosa sulla quale ragiono più di tutte, nonché la mia sfida quotidiana. Spero di riuscire seriamente nel mio intento. Intanto grazie per l’incoraggiamento 🙂

  2. Ciao Riccardo, hai proprio ragione, il salto nel buio non può essere sicuro, inutile aspettare di avere tutte le certezze che possano corroborare la scelta. Non arriveranno, fino a che non siamo noi a trovare la spinta per abbandonare quel pesantissimo “potrei fare ma non lo faccio”. Io sono diventata freelance da 3 mesi (wow, già 3 mesi, mi stupisco a scriverlo, sono volati!), lasciando un contratto a tempo indeterminato e ben pagato. L’ho fatto per trovare una dimensione di vita che mi fosse più congeniale, avevo bisogno di lavorare a campo aperto e non indottrinata da una filosofia aziendale. Ho trovato un buon contatto e sono partita con quello…lavoro molto più di prima, ma sono di nuovo padrona del mio tempo e questo era ciò che cercavo.

  3. “La sicurezza non esiste, e il dipendente in realtà è precario quanto il libero professionista.” ecco, e hai detto tutto.

    1. Riccardo Esposito

      E ho solo osservato la realtà. Come dipendente mi sentivo sempre in bilico. Anche se hai buoni rapporti con l’azienda, se non diventi indispensabile sei sacrificabile. Quindi sei sempre precario. In eterno.

      All’improvviso ho pensato: al precariato preferisco costruire qualcosa per me.

  4. Grazie. Sono giorni in cui sto valudando un (piccolo salto nel vuoto) e questo post è una piccola goccia di incoraggiamento 😉

  5. Valentina Veneziano

    Caro Riccardo,
    ho saltato e sto continuando a saltare tutti i giorni. In questo salto ho imparato tante cose tra gioie ed errori. Se avessi dato retta a quelli che mi dicevano che ero un po’ folle oggi non avrei scoperto la passione per Instagram e per la scrittura. Ho lavorato gratis, ho sperato e vinto un pochino la mia timidezza. Da quei lavori ho appreso tanto. I tuoi post mi hanno aiutata. Devo ancora mangiare un sacco di polvere, lo so, però saltare mi è resa più felice.

    1. Riccardo Esposito

      La polvere la mangiamo e la mangeremo tutti. Non esiste una realtà senza incertezze, ma solo un continuo mettersi in gioco.

  6. Io il salto nel buio l’ho fatto 6 mesi fa. L’ho fatto perché ero stanca di abbassare la testa e permettere all’azienda in cui lavoravo di continuare a sfruttarmi. Non è stato facile prendere quella decisione. Ma l’ho fatto. E malgrado le difficoltà non me ne pento. Ora bisogna solo ricostruire e non demordere. Come sempre con parole chiare riesci ad arrivare al cuore delle questioni. Complimenti

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Carmen. Molte persone decidono di fare il grande salto per i motivi che hai elencato. E guarda caso… Nessuno si lamenta. Vuoi vedere che l’instabilità è più accettabile della frustrazione e dello sfruttamento? Che ne dici?

  7. Ciao Riccardo!
    Il cambiamento è una sfida alla quale sottrarci equivale al “non vivere”. Abbiamo bisogno di cambiamenti… viviamo di cambiamenti poiché servono a raggiungere i nostri sogni, le nostre ambizioni. Servono a realizzarci. Un giorno non vorrei mai guardarmi allo specchio e dire “forse non ci ho provato abbastanza”. Non pensi e pensate che sia la peggior cosa che possa capitare, oltre che ad un professionista, ad un uomo/donna?
    Due anni fa cambiai totalmente lavoro per reinventarmi web writer. Lasciai poche ma solide certezze, per tanta passione e zero certezze. Il risultato? Nonostante alcuni momenti di sconforto iniziali e i tanti sacrifici per recuperare il tempo “perso”…. lo rifarei migliaia di volte! 🙂
    A presto.

    1. Riccardo Esposito

      Perfetto, cambiare lavoro a volte è un passaggio liberatorio. All’inizio il salto nel vuoto fa paura ma non dobbiamo spaventarci. E pensarci troppo.

  8. Alessandra Arpi

    Sono ancora qui che che salto.
    Dopo quasi tre anni di lavoro in cui ero in disaccordo con le decisioni prese, con le direzioni adottate, che hanno brutalmente ammazzato voglia di fare, entusiasmo e autostima.
    E allora ho voluto decidere io la direzione. Almeno se fallisco, fallisco con le mie manine. Non sono assolutamente pentita, la strada è in salita, lastricata di cugggini, preventivi e progetti inviati senza nessuna risposta, diffidenza, ma tutto si muove. Avanza ed è bellissimo.

    A presto

    1. Riccardo Esposito

      Se fallisco posso prendermela solo con me. Anche io ho deciso di prendere la strada freelance per questo motivo: essere padrone delle scelte, dei successi e dei fallimenti. In realtà ci sono delle attitudini ben precise per fare questo lavoro…

  9. Ero una studentella con una laurea – che di solito gli altri credono inutile – e mille incertezze; poi sono diventata una “masterizzata”, ho compreso che volevo fare della scrittura un lavoro; ho fatto crescere il blog, ho iniziato la mia prima esperienza in agenzia, durata un anno. Al momento, sono senza nulla o, per meglio dire, sono di nuovo alla ricerca di potenziali clienti e collaborazioni. Ci sono stati momenti di grande sconforto ed anche rabbia, la sensazione si non riuscire per qualche errore commesso e che sto commettendo. A rifletterci, quanti davvero ci sono riusciti al primo colpo? Sono cosciente del fatto che bisogna gettare 1000 ami per far abboccare un solo pesce; continuo a studiare, ad imparare, sperimentare: quando meno te lo aspetti le cose mutano, anche in meglio.

    1. Riccardo Esposito

      Nei casi di successo vediamo solo quello che ci fa comodo, ovvero i risultati. Tutto sembra facile. A volte, però, dietro le storie più accattivanti si nascondono grandi sacrifici. E sofferenze.

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