Personal branding, cos’è?

Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il

Il personal branding è il processo attraverso il quale un individuo crea e gestisce una presenza nell’ambiente digitale e/o fisico, con l’obiettivo di promuovere se stesso come marchio. Questo coinvolge la definizione e la comunicazione dei propri valori, competenze, passioni e obiettivi in modo coerente e autentico.


Il personal branding permette a ogni professionista di emergere per imporsi sul mercato. In modo da evidenziare le proprie competenze e le capacità in grado di intercettare i bisogni del pubblico. Così da farsi ricordare (brand awareness).

personal branding
Il branding della persona fisica.

Ma bisogna evitare gli eccessi: fare personal branding non vuol dire sembrare sempre vincenti ma essere ricordato come la persona giusta per un lavoro.

Puoi lavorare in modo da diventare un riferimento chiaro nel tuo target: l’individuo pensa a un bisogno e automaticamente appare il tuo nome. Il tuo brand. Vuoi raggiungere quest’obiettivo e comunicare un’immagine specifica ai tuoi lead?

Cos’è il personal branding, definizione

Il termine personal branding (traducibile con cura del brand personale) indica le azioni per aumentare la consapevolezza e il valore di un’identità personale.

L’obiettivo? Fare in modo che il pubblico, il target, conosca il tuo nome, lo colleghi a uno scopo e lo valuti in modo positivo. In modo da sceglierlo e fidelizzarsi.

Fino a poi consigliare il professionista ai propri amici e colleghi per concluder il funnel di inbound marketing. In buona sintesi, con il branding personale riuniamo tutto ciò che riguarda la capacità di farsi un nome, e fare in modo che poi si posizioni nella mente delle persone in modo che tu sia famoso prima di incontrare il futuro cliente.

Da leggere: come fare personal branding con Facebook

Qual è il significato di self branding?

Spesso personal e self branding vengono usati come sinonimo. In realtà sono due concetti molto differenti. O meglio, il self branding può essere considerata come la prima fase del lavoro di elaborazione di una strategia per creare un nome.

Attraverso il self-brandi personale sei capace di sintetizzare valori e principi come avviene per un marchio aziendale. Il corporate branding ha le sue regole, quello individuale anche. Ma il personal branding marketing inizia dal questo passaggio.

Come fare personal branding, le fasi

Esistono dei punti da rispettare quando decidi di fare marketing con il personal branding? Sì, ecco un funnel da seguire per far crescere e conoscere il tuo nome.

Individua i punti di forza e debolezze

Questa è la fase iniziale del processo per sviluppare un personal branding efficace. Prima di iniziare conviene sviluppare un’analisi SWOT ed estrapolare le leve che ti caratterizzano e che fanno la forza del tuo essere professionista online.

analisi swot
Ecco come fare un’analisi SWOT per il tuo brand.

In questa fase devi dichiarare chi sei, cosa ti rende unico, perché sei diverso dagli altri. E perché un cliente dovrebbe scegliere te e non un altro professionista online. D’altro canto devi capire anche cosa ti rende debole e vulnerabile.

Definisci il tuo target utile

Vuoi comunicare e raggiungere il maggior numero di persone possibile? Prima di iniziare il tuo percorso di personal branding ricorda questo: non è possibile essere il miglior nome per tutti. Devi imparare l’arte di farsi scegliere dalle persone giuste.

Questo avviene attraverso una riflessione: quali sono le persone che voglio raggiungere? Chi sono i miei clienti e che caratteristiche hanno? Puoi usare il mio template per creare le personas e rispondere a queste domande:

  • Quanti anni hanno?
  • Che lavoro fanno?
  • Quali sono le esigenze?
  • Hanno delle paure?
  • Cosa vogliono risolvere?
  • Possono spendere tanto?

Ma soprattutto: qual è il problema da risolvere e come puoi aiutare queste persone a migliorare la propria vita. Il primo step è quello di individuare i punti di forza, il secondo riguarda la possibilità di ridurre il target di riferimento. A questo punto?

Bisogna riflettere: quali sono i punti d’incontro tra le mie capacità, i miei punti di forza, e le esigenze del pubblico? Cosa devo e posso mettere in primo piano?

Scegli canali da presidiare

Sempre la stessa storia: più presenze hai e meglio è. Ma non è vero, devi scegliere i canali di curare ogni giorno. I motivi che impongono questa direzione sono tanti:

  • Non tutti i social sono adatti al tuo messaggio.
  • Il tuo target non è presente su tutti i social.
  • Difficile trovare il tempo per curare tutti i social.

Pubblicare contenuti di qualità e creare delle esperienze utili (che comprendono la gestione dei commenti) non è facile. Ecco perché devi fare una scelta. Individua pro e contro di tutti i canali guardando anche oltre il web. Io di solito punto verso:

Canali densi

  • Blog.
  • Podcast.
  • Newsletter.
  • YouTube.
  • Eventi offline.
  • Webinar.

Canali veloci

  • Instagram.
  • Telegram.
  • Twitter.
  • TikTok.
  • LinkedIn.
  • Pinterest.

Ovviamente ci sono delle vie di mezzo, come ad esempio LinkedIn Pulse e Quora. Quali sono i migliori social per fare personal branding? Non esiste risposta unica.

LinkedIn è per professionisti che vogliono intercettare collaboratori, responsabili delle risorse umane, colleghi. Instagram invece può essere la soluzione per chi vuole puntare sull’influencer marketing. Potrei andare avanti all’infinito, scegli con cura.

Pubblica contenuti di qualità

Ultimo passaggio del percorso: definisci un percorso di contenuti da affrontare. Non voglio creare un vero e proprio calendario editoriale in questa fase (viene dopo), ma devo iniziare a definire cosa pubblicherò sui vari canali che ho deciso di curare.

Golden ratio blog
La buona proporzione dei contenuti.

Per organizzare il lavoro puoi usare la classica Golden Ratio del content marketing. Cosa condividere sui vari canali? Prendiamo come esempio i social.

La maggior parte delle pubblicazioni riguardano content curation, il 30% qualcosa che hai firmato tu e il 10% di promozione. Ad esempio, cosa puoi fare su Facebook?

  • La maggior parte dei contenuti sono notizie, approfondimenti e tool utili.
  • Poi ci sono link che portano a informazioni che hai firmato tu.
  • Qualche post riguarda la promozione: interviste, video di interventi, etc.

Con i contenuti puoi informare, dare soluzioni specifiche a problemi che attanagliano i tuoi lettori, raccontare una storia per veicolare valori. Non sottovalutare mai l’importanza di una buona pianificazione. Puoi usare queste risorse:

Il digital personal branding online

Le fasi del processo per costruire un nome possono essere portate online, su internet. Però per iniziare è necessario stendere le basi del personal branding digitale.

Il punto di partenza? La possibilità di utilizzare una serie di strumenti per far crescere il tuo nome e sviluppare tutte le fasi attraverso strumenti digitali. Ovvero?

Crea un sito web rappresentativo

Spesso si lavora solo con la pubblicazione dei contenuti ignorando la base. Quindi se vuoi fare personal branding online e offline devi partire dai fondamentali:

  • Nome dominio con nome e cognome.
  • Email con dominio personalizzato.
  • Logo personale nella favicon.
  • Iscrizione al servizio Gravatar.

Senza dimenticare lo studio e la stampa di un’immagine coordinata che comprenda biglietti da visita, carta intestata, block notes, abbigliamento e altro.

Imposta il tuo tone of voice online

Come fare personal branding? Hai i tuoi punti di forza, il target e i canali: ora devi gestire uno dei punti decisivi. Vale a dire il tone of voice, le caratteristiche della tua comunicazione. Come sarà? Distaccata? Professionale? Scanzonata?

In questa fase del percorso di definizione del brand hai bisogno di prendere una decisione: come vuoi parlare con le persone e quale sarà il tuo tone of voice.

Definire tone of voice
Lo schema per definire il tono di voce del tuo brand personale.

Una delle soluzioni migliori per definire questo passaggio: rispondere alle domande dello schema di gathercontent.com: com’è la tua voce, come si definisce e cosa deve evitare, per quale motivo. In realtà puoi anche inserire esempi concreti.

Da leggere: come fare personal branding con Twitter

Scegli la giusta immagine sui social

La comunicazione è fondamentale per fare un personal branding. E si definisce attraverso strade differenti. Una di queste è l’immagine che vuoi usare per presentarti al pubblico. E con questo passaggio intendo, prima di tutto, il visual personale.

A smile with teeth visible gains an average of +0.33 for Competence, +1.35 for Likability, and +0.22 for Influence.

Secondo un’analisi di 800 immagini le persone ti considerano più simpatico, competente e influente se sorridi nella foto. E i sorrisi che mostrano i denti sono più efficaci. Per questo devi fare foro con un professionista dello scatto.

Personal branding e foto
Quanto influenza il sorriso in una foto?

Il personal branding è questo. Devi scegliere colori, logo, stile grafico che accompagna le pubblicazioni. E una serie di foto da usare in occasioni diverse.

Ad esempio sui social network, quando decidi di fare personal branding con Twitter, per le interviste o negli articoli di giornale. Come deve essere una buona foto?

  • Ad alta risoluzione.
  • Capace di rappresentarti.
  • Con il viso in primo piano.
  • Sorridente, solare.
  • Senza effetti speciali.
  • Con poco filtro.

Questi sono i consigli di LinkedIn che considera la foro un’ottima occasione per fare personal branding. Prova a immaginare una foto per far capire, nel miglior modo possibile, che tu sei la persona giusta per ottenere un risultato specifico.

Tecnica di personal branding: butterfly

La brand butterfly è uno schema (un diagramma di Eulero-Venn per la precisione) che individua uno spazio attraverso la sovrapposizione di due ovali uguali.

Da un lato hai una domanda che ti spinge ad analizzare i tuoi principali concorrenti, dall’altro l’interrogativo guarda verso l’analisi della tua azienda.

brand butterfly
Cosa è la brand butterfly?

Al centro trovi la brand proposition, il motivo che dovrebbe spingere un cliente a scegliere il tuo servizio e non quello del tuo concorrente. Da un punto di vista teorico la brand butterfly è semplice e immediata. Ma conserva delle insidie.

Gli errori del tuo settore

L’ala superiore della brand butterfly rappresenta gli errori del tuo settore. Non problemi ma dettagli da ottimizzare, aspetti che potrebbero essere migliorati o eseguiti in modo diverso per soddisfare la tua nicchia. Fase operativa: organizza un elenco con quelle che, secondo il tuo punto di vista, sono le lacune del tuo settore.

Cosa c’è di speciale in te?

L’ala inferiore della brand butterfly racchiude la tua essenza. O meglio, sintetizza il tuo essere speciale. Cosa sai fare bene? Hai qualcosa che nessuno può offrire? 

Sei un web writer e ti piace la narrativa? Forse hai una marcia in più nello storytelling e puoi offrire un servizio superiore. Fase operativa: elenca le tue abilità.

Analizza l’intersezione

L’intersezione è la leva da usare per ottimizzare le entrate. Così puoi individuare quell’aspetto del tuo settore che puoi migliorare grazie a competenze documentate.

La maggior parte dei professionisti segue la scia, un esempio. Non crea un’offerta differente: lavora in uno spazio già affollato, un oceano rosso di competitor.

brand butterfly guadagnare di più
La differenza tra oceano blu e rosso – Fonte immagine

In questo mare pieno di professionisti sei solo uno dei tanti. E i clienti puntano verso il prezzo più basso. Esempio chiaro: sei un web writer e fai leva su una scrittura impeccabile. Zero refusi, grammatica perfetta. Ma tutto questo è semplice da replicare, e il tuo potenziale cliente troverà un servizio identico a un prezzo inferiore.

Devi analizzare il settore ed elencare le tue competenze. Obiettivo? Trovare quella nicchia importante per i tuoi clienti che non sia ancora affrontata (oppure ottimizzata) dai tuoi concorrenti. E che corrisponda alle tue passioni. In altre parole devi individuare un oceano blu, senza concorrenti.Ma con tante richieste di lavoro.

Esempi di personal branding

Ho ragionato molto sulla possibilità di intercettare, studiare e approfondire alcuni casi di personal branding efficace. I nomi famosi si sprecano, possiamo parlare ad esempio di Elon Musk che ha lavorato in modo da costruire intorno a sé un’aura di considerazioni speciali legate alla sua abilità con la tecnologia visionaria.

Personal branding in una frase: influenzare ciò che gli altri dicono di te mentre tu non ci sei.

Qualcosa di simile può essere definita con Richard Branson, ma proprio in questi giorni ho individuato un esempio di personal branding lampante: Cristiano Ronaldo.

Oltre a essere uno degli influencer più pagati su Instagram, è anche un ambassador. Agli europei 2021, durante una conferenza stampa toglie le bottiglie di Coca Cola per suggerire di bere acqua. Non bevande gassata. In questo modo Cristiano definisce il suo brand, lo rende perfetto per la pubblicità di una marca di prodotti salutisti.

Qualche libro interessante da leggere

Personal branding canvas PDF

Per organizzare questi punti puoi usare degli schemi che vengono definiti canvas. Vale a dire template organizzati, griglie che guidano il percorso in modo chiaro e ben strutturato. Ne ho studiato uno per te, lo puoi scaricare in formato PDF qui.

Personal branding canva
Organizza il flusso di lavoro.

Per fare personal branding devi, in primo luogo, pensare a come mettere in primo piano il valore che puoi dare a chi ha bisogno di te e del tuo contributo. Inizia subito questo processo scaricando il PDF gratis per organizzare tutti i passaggi chiave.

Riccardo Esposito

Sono un web writer freelance. Mi occupo di scrittura online dal 2009, mi sono specializzato nella stesura di piani editoriali per blog aziendali. Ho scritto 3 libri dedicati al mondo del blogging e della scrittura online (bio di Riccardo Esposito).

Categoria: Marketing

2 commenti su “Personal branding, cos’è?”

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