Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Stare su Facebook. Brutta espressione. Però fa parte del linguaggio comune: “Non stare troppo su Facebook, sto troppo su Facebook, lo sai che stare su Facebook fa cadere i capelli?”. D’altro canto è questo l’obiettivo di Mark Zuckerberg: intrattenerti.
Altrimenti come clicchi sulle pubblicità? Mark si inventa mille diavolerie per farti saltare da uno status all’altro, fino a trasformare il social network in una trappola. Tanto che gli studiosi hanno iniziato a parlare di una vera e propria malattia.
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FOMO. Fear of missing out
Paura di perdere qualcosa di importante, un contenuto utile. Quindi aumenta la necessità di stare notte e giorno su Facebook, per la gioia di chi si occupa di digital detox che grida forte: “Dobbiamo usare bene i social network con consapevolezza”.
Sembra facile. In realtà chi lavora dietro ai social fa di tutto per mantenere l’utente sulla piattaforma. Ma gli utenti sono umani, e non semplici cliccatori di advertising: discutono, commentano, litigano inutilmente.
Oh, quanto litigano. Intavolano discussioni infinite e lanciano anatemi senza eguali per difendere la propria idea. La soluzione è abbandonare il social network? No, puoi addomesticare il mostro: ecco una guida per stare su Facebook senza frizioni.
Come stare su Facebook in sintesi
- Fissa delle regole.
- Nessuno deve disturbare sulla chat.
- Filtra i tuoi pensieri,
- Non giudicare.
- Litigare è inutile.
- Cerca sempre di mediare.
- Deviaccettare la differenza.
- A volte è necessario silenziare.
Tre tipi di contatti su Facebook
Sono un webwriter freelance ma la mia formazione è l’antropologia. Ho abbandonato tutti i criteri della ricerca qualitativa ma rimango un buon osservatore della realtà. Osservo con metodo, ecco. E ho capito che esistono tre contatti su Facebook:
- Quelli che usano Facebook come un diario segreto.
- Quelli che mandano messaggi indiretti a qualcuno.
- Quelli che frenano la tastiera e filtrano i pensieri.
I primi lasciano sfoghi personali sulla bacheca, raccontano disavventure e delusioni, successi e insuccessi, storie d’amore e di delusione. Facebook diventa un confessionale, un luogo in cui parlare della propria vita. Senza filtri.
O comunque con un livello di attendibilità elevato. Quella persona sta parlando con te, e lo sta facendo con sincerità. Si vede. O almeno così sembra.
Poi ci sono quelli che lanciano le frecciate su Facebook, quelli che lo usano per criticare qualcosa o qualcuno. Magari lo fanno senza un obiettivo preciso, lo fanno solo per difendere la propria professione o per rispondere a un torto subito.
Nei casi estremi lo fanno perché hanno perso il lavoro, perché invidiano la posizione dei propri simili, perché vivono uno status sociale disagiato. Ecco, come stare su Facebook? In questi casi il social network ha una funzione catartica.
Purifica dai miasmi interiori, libera lo spirito dalle negatività accumulate nel tempo. Il post di Facebook contro gli immigrati diventa la pietra lanciata allo stadio. E lo fa con quella che è una delle droghe del nostro tempo: l’apprezzamento digitale.
Facebook, un mondo parziale
Facebook è un mondo parziale, un luogo che permette di esprimere parte della personalità. Non puoi cogliere l’essenza di una persona su Facebook, non puoi definirla. Non puoi giudicare una frase senza dare una sfumatura di dubbio.
Mancano le espressioni e la conoscenza dell’individuo. Quando sfoglio gli status su Facebook cerco di lavorare sull’empatia. Perché il contatto ha si è espresso con queste parole? Forse è esasperato. Ogni espressione è frutto di una causa.
La regola del 3 su Facebook
Durante le discussioni su Facebook rispetto la regola del 3. Quando l’interlocutore non ha voglia di discutere, ma vuole solo provocare e animare la discussione con polemiche inutili, la soluzione è unica: “Sì, hai ragione tu”.
Con questa formula evito qualsiasi contraccolpo, non posso passare la giornata a spuntare notifiche e ad avvelenarmi il sangue. Vuoi la ragione? Prenditela.
La netiquette social mi impone di non ribattere su ogni punto e mantenere una serenità di base per imparare a gestire Facebook.
Però non posso muovermi sempre in questo modo. C’è anche chi merita risposte sensate, chi vuole discutere con me e arricchire il post con il suo punto di vista.
Tre passaggi di botta e risposta sono sufficienti per capire quando è il momento di abbandonare la conversazione e disattivare le notifiche. Don’t feed the troll, chiaro?
In sintesi: a un certo punto devi solo salutare e andare avanti. Non puoi ascoltare tutti, soprattutto i troll di professione. Ci sono persone che offendono e deridono per puro piacere, oppure impiegano il tempo a fare risse virtuali. Io lavoro, ho da fare.
L’album delle figurine
Le amicizie su Facebook sono una cazzata infinita. Hai migliaia di amici, ma sono numeri che potrebbero scomparire domani senza influenzare in alcun modo la tua vita. Su Facebook c’è chi colleziona figurine, per me va bene. Ma ricorda che puoi scegliere di non seguire le persone che, in qualche modo, rovinano il tuo umore.
Ognuno vede il mondo con una prospettiva, ognuno interpreta i fatti della vita in modo diverso. A volte c’è sintonia, a volte no. Perché permettere a uno status velenoso di rovinare la tua giornata? In sintesi: segui chi ispira le tue giornate.
L’onore delle armi
Può succedere. L’interlocutore, messo alle strette davanti all’evidenza dei fatti, ti dà ragione. In una discussione su Facebook, nei commenti di un post. Succede.
Non lo fa apertamente, però inizia a dirigersi verso il tuo punto di vista. Sta chiedendo un armistizio. Tu concedilo, va’ incontro al tuo compagno con uno smile.
Mi piace, pollice in alto
Perché Facebook non introduce un pollice in basso? Nel rating dei post sui blog esiste, fa parte della vita quotidiana esprimere un disaccordo pubblico. Su Facebook puoi nascondere un post, lo puoi segnalare, lo puoi defenestrare dalla realtà digitale.
Ma non puoi esprimere pubblico disappunto. Racconti il tuo mondo con la speranza di incontrare persone simili che ti diano comprensione, umanità, apprezzamento. In fin dei conti vuoi (mi rivolgo a un lettore generale) solo essere accettato.
Ecco, in fin dei conti non riuscirai mai a esprimere un unico te stesso perché è difficile farlo anche nella realtà.
Ogni giorno vesti una maschera diversa in base alla situazione: è il gioco dei ruoli, una teoria sociologica che sottolinea la capacità dell’essere umano di mostrare un volto diverso su questo social. Sei figlio, sei dipendente, sei cliente, sei allenatore, sei amico, sei compagno. In ogni situazione vesti un ruolo diverso.
E provi a riassumere tutto questo su uno strumento pervasivo come Facebook, che fa leva su uno dei fattori più influenti per la tua psiche: la costruzione della persona agli occhi del pubblico. Sei tu che scegli cosa mettere in pubblica piazza.
Attento a quello che dici
La gente legge. La gente giudica. E tu puoi affrontare tutto questo con spavalderia, sbandierando la tua indipendenza. Il profilo Facebook è tuo e lo gestisci come vuoi: in realtà non è così. Non puoi parlare male delle persone su Facebook. Semplice.
Non hai diritto. Non lo puoi fare neanche in modo indiretto. Molti professionisti descrivono situazioni lavorative su Facebook, altri condividono frustrazioni e rimproveri nei confronti dei clienti. Pubblicano delle frecciate per colpire in modo indiretto chi dovrebbe essere in ascolto. Sii prudente, le persone ascoltano.
E poi riportano. Giudicano. Decidono. Io ho lavorato in agenzia stampa per anni, e ho imparato che le relazioni contano. Quello che oggi è un perfetto sconosciuto domani potrebbe essere un cliente, o un datore di lavoro. Il web è piccolo.
Da leggere: tutti leoni su Facebook
La chat di Facebook
La chat è una diavoleria. Consente a tutti i tuoi amici di interrompere la tua giornata per fare una domanda, chiedere un consiglio, invitarti all’evento dell’anno. La chat è un’arma di distruzione di massa se usata come chat di gruppo. Le soluzioni:
- Abbandonare la discussione.
- Scrivere il tuo contributo e abbandonare la discussione.
C’è chi chiede il consiglio del secolo nella chat, tipo: “Ciao, devo montare un Boeing 747. Non voglio disturbare ma avrei bisogno di un consiglio”. Cosa fare?
Le domande più interessanti le trasformo in post. Quando le domande continuano, invio la landing page per le consulenze: qualche cliente arriva in questo modo.
Ancora un consiglio: mai aprire richieste di messaggi. Qui si trova lo spam della peggior specie, i messaggi inviati dai fake infami. Mai aprire le richieste di messaggi.
Come stare su Facebook
Non è facile stare su Facebook. Io credo che ci sia sempre un equilibrio da rispettare. Non ho sempre ragione, non è questa la mia idea. Ma Facebook è un pezzo del mio mondo e lo gestisco in modo da avere tanti vantaggi e pochi fastidi. Non posso passare le giornate ad ascoltare voci fastidiose. Nella vita reale non lo farei.
E non lo faccio in quella virtuale. Nella vita reale confido i problemi alle persone di fiducia, non a individui che conosco per caso. Il miglior modo per stare su Facebook, dal mio punto di vista, è questo: secondo te ho ragione? Aspetto la tua opinione.
Categoria: Social network
Io che per lavoro mi trovo a passarci le giornate, lo trovo un ricettacolo per frustrati pazzesco, infatti avevo scritto un articolo proprio sulla “professione troll” che riunisce i nuovi disadattati del millennio.
No è pazzesco non fa bene alla salute!
Gente che se li becchi di persona non ti guardano neanche in faccia. I famosi leoni da tastiera, ecco. Non si mettono mai in gioco sul serio…
Per un anno ho moderato i commenti di un brand molto grande e famoso su Facebook. Parlo di punte di K K e K di commenti . Avevo sotto gli occhi uno spaccato deprimente dell’Italia, persone pronte a scannarsi fino all’ultimo per difendere questo o quel personaggio. Non difendevano le loro idee ma solo VIPs di dubbio spessore. Volgarità e lingua italiana questa sconosciuta. Ok devo circoscrivere al target, ma si trattava e si tratta di un bacino di milioni di utenti, sommando le pagine….bhè….blah
Difficile rassegnarsi all’idea: viviamo in un mondo brutto 🙂
Io avrei una domanda.
Attinente all’accoppiata FB/professionisti.
Ma come vi comportate vs: amici/familiari/ex compagni di scuola/ex colleghi dell’universitàche magari vi taggano dopo aver ritrovato una foto dove siete voi ubriachi fradici eche ballate in kilt?
Evitate parenti ed amici tra i contatti fb!?
Oppure avete un doppio profilo!?
Ciao, c’è un’opzione che ti permette di moderare questo genere di contenuto, che apparirà sul tuo profilo solo se lo approvi.
Anche a me ne son successe di tutti i colori. Scrivi un articolo ben fatto e cerchi di ottimizzarlo e poi arriva il sa tutto lui….Scrivi di formazione sa lui, scrivi di comicità sa tutto lui. Mah. Comunque credo che dare continuità possa servire.
Il tuttologo non manca mai. La soluzione è quella che ho indicato: “Sì, hai ragione”.