Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Nella grammatica italiana, la forma attiva e attiva sono due modi di esprimere l’azione di un verbo. Nella forma attiva il soggetto della frase compie l’azione; in quella passiva il soggetto subisce l’azione del verbo nell’enunciato.
Se devi scrivere un articolo di giornale, un saggio breve o un testo argomentativo dei saper usare, scegliere e cambiare la forma attiva e passiva di una frase come desideri. Soprattutto quando vuoi usare questa dinamica per gestire al meglio la comunicazione.
Prima di lanciarti nella comunicazione persuasiva e scegliere tra forma attiva e passiva con destrezza devi prima studiare le basi. Ecco un piccolo approfondimento per conoscere i dettagli di questa sfumatura che può anche dare qualche problema nei testi scritti. Soprattutto quelli online, dove la lettura è più veloce e distratta.
Indice dei contenuti
Cosa significa forma attiva e passiva del verbo?
Con questo termine intendiamo il modo in cui si costruisce una frase, facendo svolgere o subire un’attività al soggetto. Se quest’ultimo compie un’azione il verbo ha un forma attiva. Se la subisce il verbo è passivo e questo vale per l’intera frase. Esempio:
- Giovanni mangia la pera.
- La pera è mangiata da giovanni.
La prima è una frase con verbo attivo, la seconda è una struttura passiva. La forma attiva si usa quando si vuole mettere in evidenza chi compie l’azione del verbo, mentre la forma passiva si usa quando si vuole mettere in evidenza chi subisce l’azione.
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Quali verbi possono essere attivi e passivi?
I verbi transitivi, Quelli che hanno bisogno di un oggetto, un elemento della frase che subisce l’azione del verbo. Ad esempio, nella frase Maria lava i piatti, il verbo è transitivo perché richiede un oggetto diretto. Così si forma la struttura attiva o passiva.
Come si fa la forma attiva e passiva di un verbo?
Per creare la forma attiva di un verbo, e quindi per scrivere una frase con questa struttura, devi usare il soggetto come agente dell’azione e coniugare il verbo in relazione alla persona e al tempo. Ad esempio: “Io mangio la pizza”. Tutto molto semplice.
Per creare la forma passiva, invece, si utilizza il complemento oggetto come soggetto della frase e si coniuga il verbo “essere” nella forma corrispondente al tempo, seguito dal participio passato del verbo principale. L’agente può essere espresso o meno.
Verbi attivi e passivi, alcuni esempi per capire
Come puoi immaginare, spesso si tende a confondere forma attiva e passiva. Per evitare fraintendimenti conviene procedere nel nodo più semplice possibile. Ovvero indicando una serie di esempi e casi di verbi che passano da attivo a passivo.
- Forma attiva: Marco mangia la pizza.
- Forma passiva: la pizza è mangiata da Marco.
- Forma attiva: Maria legge il libro.
- Forma passiva: il libro viene letto da Maria.
- Forma attiva: Luca scrive una lettera.
- Forma passiva: la lettera viene scritta da Luca.
- Forma attiva: il vento spazza le foglie secche.
- Forma passiva: le foglie secche sono spazzate dal vento.
- Forma attiva: il professor Rossi spiega la lezione.
- Forma passiva: la lezione viene spiegata dal professor Rossi.
- Forma attiva: Martina suona il pianoforte con maestria.
- Forma passiva: il pianoforte viene suonato con maestria da Martina.
- Forma attiva: Sara cucina una torta per la festa.
- Forma passiva: una torta per la festa è cucinata da Sara.
Come si fa a trasformare una frase da attiva a passiva? Semplice, devi modificare i ruoli sintattici degli snodi principali che compongono la struttura della frase: il soggetto diventa complemento d’agente e il complemento oggetto diventa soggetto.
La trasformazione da attiva a passiva può essere fatta anche online grazie a strumenti che aiutano a modificare verbo e frase in automatico. Qualche indirizzo utile? Puoi usare il passivatore dei verbi in italiano e di un intero periodo (ergrammaticale.it).
Non esistono solo frasi attive e passive. I verbi in forma riflessiva – pettinarsi, spogliarsi, alzarsi – sono quelli che indicano che l’azione eseguita dal soggetto si riflette su di sé. In altre parole, il soggetto compie l’azione su se stesso.
Come riconoscere i verbi attivi e passivi?
Per riconoscere la forma attiva e la forma passiva di un verbo devi prima capire il meccanismo alla base di queste soluzioni. Nella forma attiva il verbo precede il soggetto della frase. Ad esempio, Mario mangia la mela. La forma passiva ha una struttura diversa.
La frase passiva si forma con il verbo ausiliare “essere” seguito dal participio passato del verbo, preceduto dalla preposizione “da” e dal soggetto che subisce l’azione.
- La mela è mangiata da Mario.
- Il verbo ausiliare è “essere”.
- Il participio passato del verbo è “mangiare”.
- La preposizione “da” anticipa il soggetto.
Ovviamente il verbo ausiliare viene declinato in base al soggetto: se ad esempio sono più elementi a subire l’azione si userà “sono” (le foglie secche sono spazzate dal vento). La strada per riconoscere la forma attiva e la forma passiva di un verbo è semplice:
- Trova il soggetto della frase.
- Verifica la presenza del verbo ausiliare essere.
- Controlla il participio passato del verbo principale.
Soprattutto, la cartina tornasole per controllare la forma attiva o passiva di una frase è la presenza di un soggetto che non compie ma subisce l’azione. Questa caratteristica ci permette di dare una declinazione particolare alla nostra comunicazione efficace.
Quando conviene usare forma attiva o passiva
Nella maggior parte dei casi conviene scegliere la forma attiva. Perché sicuramente ha una leggibilità superiore e dona chiarezza alla frase. Se vogliamo scrivere semplice e ridurre la difficoltà del testo conviene usare verbi strutture attive. Ecco un esempio:
- Forma attiva: Il bambino disegna un quadro colorato.
- Forma passiva: Un quadro colorato è disegnato dal bambino.
Come puoi intuire, in molti casi la forma passiva non è il massimo. Non esistono regole che impongono di usare la forma attiva sempre ma di sicuro questa è più comprensibile. Però un bravo comunicatore sa che in alcuni casi è conveniente cambiare.
Quando usare la forma passiva? Nel momento in cui si vuole dare risalto al complemento d’agente. E quando quest’ultimo non è particolarmente importane o, per qualche motivo, non si vuole mettere in evidenza. Facciamo altri esempi concreti:
“Il quadro è disegnato da un bambino che esprime massima intensità nelle pennellate, frutto di una passione già evidente”
“Oggi la mela è mangiata da Giovanni che ha iniziato un nuovo percorso di alimentazione virtuosa, ricca di frutta e verdura”
Ecco alcuni casi specifici.
Questi casi ci descrivono un uso della forma passiva che ci consente di proseguire una frase in modo coerente e giustificato. Evitando il verbo attivo a favore di quello passivo possiamo costruire un enunciato che dà linearità e coerenza alla comunicazione.
Quando devi scrivere un articolo di giornale, soprattutto un pezzo di cronaca, può essere utile usare la forma passiva. Ad esempio: “Due uomini sono stati uccisi a Milano”. Se il soggetto non è noto, questa soluzione è l’unica da poter mettere in pratica.
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Esercizi per capire forma attiva e passiva
Il modo migliore per prendere confidenza con queste strutture: fare degli esercizi di scrittura creativa per evitare errori con la forma attiva e passiva. Di base cerchiamo di scrivere nel modo più lineare e semplice possibile ma non è detto che il passivo si debba dimenticare. Anzi, in alcuni casi è consigliato. Ma come allenare la tua scrittura?
Questi esercizi per la forma attiva e passiva ti aiuteranno a migliorare lo stile di scrittura. E ti consentiranno di gestire il buon uso dei verbi in modo da avere sempre massimo controllo. Sei d’accordo? Secondo te conviene usare la forma attiva o passiva?
Categoria: Scrivere