Come e perché rifiutare un lavoro?

Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il

Potresti rifiutare un lavoro per incompatibilità con le aspirazioni di carriera, equilibrio tra lavoro e vita privata, stipendio troppo basso, assenza di competenze e specializzazioni, mobbing, orario di lavoro o posizione geografica.


C’è gente che non riesce a trovare lavoro e tu lo vuoi rifiutare. Ri-fi-u-ta-re. Sembra impossibile, vero? Eppure è così: a volte è necessario chiudere la porta in faccia ai lavori. A malincuore, certo. Rifiutare un lavoro non è semplice. Ma è necessario.

Perché rifiutare un lavoro?
Non hai bisogno di scuse per rifiutare un’offerta di lavoro.

Situazioni che ora vuoi conoscere, giusto? Ecco la mia esperienza personale di web writer freelance, ecco i motivi che mi hanno spinto a rifiutare fior di lavori.

Orgoglio professionale

Sai cosa? Devi dire “no” ai clienti che credono di poter usare la tua tastiera come una protesi del proprio volere. O meglio, devi prendere una decisione di base: vuoi essere esecutore o responsabile?Come si comportano i veri professionisti?

Cosa fai quando vai dal notaio? O dal dentista? Quando vai dal medico chi comanda? Certo, comandi tu che paghi. Ma chi decide la cura o la procedura? Già sai la risposta: il professionista. Per una serie di motivi.

Ti affidi a queste figure, mentre credi di sapere tutto di web. Sai scrivere quindi puoi dire al web writer cosa fare, hai un profilo Facebook quindi puoi suggerire al social media specialist come muoversi. Puoi pagare Google?

Quindi sai fare SEO. Tutte idee balorde. È compito del freelance dire: “No, grazie. Io mi rifiuto di eseguire. Il mio punto di vista è differente, come professionista non posso accettare”. E proponi la tua ricetta. Condizione essenziale: avere le competenze necessarie per proporre una soluzione alternativa da proporre.

rifiutare un lavoro
Come rifiutare un incarico di lavoro.

La competenza ti permette di rifiutare un piano sbilenco e proporre il tuo metodo. Il vantaggio? Uscire dalla spirale dell’esecuzione, farsi conoscere come professionista e guadagnare di più. Perché maggiori sono le responsabilità e maggiori sono i ricavi. 

Per approfondire: diventare blogger e avere successo

C’è una questione etica

Il web, parere personale, è lo specchio del mondo reale. Trovi grandi progetti, mediocrità assoluta e argomenti da evitare. Ecco, a volte puoi incrociare progetti distanti dalla tua etica. Questo è un altro buon motivo per rifiutare un lavoro.

Perché lavorare per un blog o in sito offensivo nei confronti della tua sensibilità? Un vegano può lavorare per un blog dedicato alla caccia? Ha una sensibilità da rispettare.

Non hai abbastanza tempo

Causa principale dei rifiuti. Nella maggior parte dei casi declino lavori perché non ho tempo a sufficienza. Ogni lavoro deve essere studiato con cura, deve essere approfondito se vuoi partorire (nel mio caso) dei testi qualitativamente superiori.

Immagino che questo discorso valga anche per te: rifiutare un lavoro vuol dire evitare un probabile buco nell’acqua. Non sei una macchina, sei un essere umano.

Non puoi lavorare 24 ore su 24. È questione (dal mio punto di vista) di professionalità. Meglio rinunciare a un lavoro piuttosto che scalfire la reputazione 

declinare un'offerta di lavoro
Mi dispiace non ho tempo: declinare un’offerta di lavoro.

Consegnerei un lavoro mal riuscito. D’altro canto puoi proporre al cliente un freelance di tua conoscenza, puoi passare il lavoro a una persona fidata. Ecco il passaggio per creare rapporti con altri freelance: un giorno il favore ti verrà restituito.

Ti mancano le competenze

Un discorso professionale. Ti propongono lavori interessanti, stimolanti, economicamente vantaggiosi. Ma richiedono delle competenze che non hai.

Che fai, ti butti? Io ho una idea ben precisa: le mie competenze riguardano un settore ben preciso, blogging e scrittura. Ho un’infarinata dei principali argomenti ma non forzo questo confine perché avrei bisogno di tempo e risorse per fare formazione.

Di conseguenza non improvviso e rifiuto i lavori che non mi competono. Vale lo stesso discorso del punto precedente: devi fare gruppo con altri professionisti.

Non accettano l’onorario

Il “no” più importante della tua vita professionale. Il freelance che rifiuta un prezzo sta lanciando un segnale. Sta rinunciando ai lavori sottopagati, sta crescendo.

Ma soprattutto sta piegando le sbarre che non permettono di migliorare. Il problema non è lavorare per una cifra irrisoria, ma rimanere ingabbiato in un sistema che non ti permette di fare gavetta e ti costringe a rimanere immobile.

Le offerte di lavoro sottopagato esistono. All’inizio un po’ di gavetta ci sta ma devi scegliere bene come e dove farla: rifiutare un’offerta di lavoro sottopagato è il primo passo per crescere. Qual è la chiave di tutto? La combinazione di:

  • Esperienza.
  • Formazione.
  • Branding.

Devi incrociare esperienza sul campo, continua formazione per rimanere al passo con i tempi e personal branding. Ovvero devi fare in modo che le persone riconoscano in te un vero professionista. Lo so, non è facile. Ma questa è la strada che conosco.

Sfruttamento in vista

Sul lavoro gratuito ho già detto tanto. Lo devi semplicemente rifiutare. Presta attenzione, però, anche alle forme di pagamento che seguono la filosofia del più guadagnato noi, più guadagni tu. Tu puoi impegnarti al 100% ma gli altri?

batman vuole rifiutare un lavoro

Sei sicuro che dall’altra parte ci sia la stessa onestà e trasparenza? Ho sempre rifiutato questi lavori perché non ho mai avuto la possibilità di valutare chiaramente il lavoro svolto dagli altri settori. Ma perché ci vedevo solo sfruttamento.

Lo stesso ragionamento vale per chi ti chiede lavori gratuiti in vista di future commesse corpose, per chi vuole interventi gratis da affiancare al preventivo.

Vuoi guadagnare di più

Puoi rifiutare lavori e guadagnare di più. Accettare nuovi lavori vuol dire togliere risorse a impegni presi in precedenza o chiudere le porte ad altri che stanno per arrivare. E questo può essere un problema se non segui la proporzione 80/20.

La maggior parte dei tuoi guadagni (l’80%) deve arrivare da pochi lavori (20%). La condizione ideale del freelance è semplice: pochi, grandi clienti che pagano bene.

Da leggere: quanto si guadagna come blogger

Perché rifiutare un lavoro

Queste sono le opzioni che mi hanno spinto a rifiutare un lavoro. Ora aspetto la tua opinione: ti è già capitato di rifiutare in modo più o meno cordiale un’offerta? Perché? Hai seguito l’istinto o la ragione? Racconta la tua storia nei commenti.

Riccardo Esposito

Sono un web writer freelance. Mi occupo di scrittura online dal 2009, mi sono specializzato nella stesura di piani editoriali per blog aziendali. Ho scritto 3 libri dedicati al mondo del blogging e della scrittura online (bio di Riccardo Esposito).

Categoria: Lavoro online

20 commenti su “Come e perché rifiutare un lavoro?”

  1. Come ripeto da anni e non è per essere ruffiano ma l’ho imparato sulla mia pelle da parecchi anni… scritta in un italiano universale: Ci sono lavori che guadagni di più se non li fai !!! (vedi tuo punto 4 – accettare un lavoro per lusinghe o altre ragioni quasi sempre ti fa rinunciare ad un cliente che magari non ti fa problemi, paga bene e presto, è onesto con te e con se stesso, ecc ecc ed aspetta proprio in questo momento fuori dalla porta).

  2. Forse vado un po’ OT, ma a proposito di rifiuto tute le volte (per fortuna rare) che incontro un potenziale cliente che mi dice “i costi non sono un problema” faccio in modo di non prendere il lavoro. (vi lascio immaginare il perché 😀 )

    1. Riccardo Esposito

      Avanguardista!

      Il vantarsi di disponibilità illimitate è direttamente proporzionale alla limitatezza delle disponibilità per caso?

  3. Sono completamente d’accordo! Soprattutto sullo sfruttamento celato…Ce n’è tanto in giro. A volte capita di essere pagati a percentuale sui guadagni del datore di lavoro…Fuggite da questi lavori…Lo schiavismo è finito da tempo 😉

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Alfonso. Il mio punto di vista: dobbiamo fare esperienza fino a un certo punto. Poi basta. Fare esperienza vuol dire anche lavorare con condizioni poco vantaggiose ma questo sembra il paese del “sei sempre giovane, hai tanto da imparare”.

  4. Ciao Riccardo!
    Approfitto di questo tuo post per lanciarti un tema che mi piacerebbe tu trattassi e che risponderebbe ad un mio quesito..
    Quando si collabora gratuitamente per diversi siti, con lo scopo anche di farsi conoscere e far conoscere il proprio blog, gli articoli come è quanto devono essere differenziati tra loro? È corretto avere un rimando sul proprio blog e come lo si può creare in modo adeguato, diciamo con “classe” ??
    Ti pongo questa domanda perché noto molta confusione, sembra non ci sia una regola fissa.
    Il lavoro, anche se gratuito, deve rispondere ad un etica in ogni caso,
    Grazie mille!!

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Zaira,

      Io credo che sia giusto inserire un rimando sul proprio blog che permetta alle persone di scoprire i lavori che hai svolto. Non capisco però la frase “gli articoli come è quando devono essere differenziati tra loro”. Cosa intendi esattamente?

      Grazie!

  5. Grazie Riccardo,
    per essere più chiara:
    sono in procinto di collaborare con due siti web. Devo decidere se occuparmi della stessa tipologia di argomento o differenziare totalmente.
    Io mi occupo di moda e mentre per un cliente potrei parlare di tendenze, per l’altro potrei parlare di prodotto.
    Ora mi chiedo, dovrei parlare della stessa “specialità” pur con argomenti differenti?
    La foto bio di presentazione dovrebbe essere la stessa per ogni cliente in modo che l’autore sia riconoscibile?
    E in ultimo, gli articoli scritti per le altre testate possono essere citati sul mio blog?
    Grazie mille! !!

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Zaira,

      Credo che la differenza sia relativa. Nel senso che può essere importante specializzarsi su un unico tema, quello della moda, così puoi fare esperienza e presentarti un giorno come esperta blogger di quel settore. Io credo che rimanere nello stesso tema differenziando l’approccio (cioè parlare sempre di moda con prospettive differenti) sia utile al tuo profilo: ti completa, ti rende capace di affrontare l’argomento con maggior sicurezza.

      La foto rimane sempre quella, in modo da essere riconoscibile. Attenzione però alla bio: io la cambio sempre in modo da non creare contenuti duplicati (seppur limitati).

      Se puoi citare gli articoli sul tuo blog? Non so, io non l’ho mai fatto ma credo che non sia utile citare ogni singolo articolo. Magari puoi inserire la testata per la quale scrivi, per iniziare a fare portfolio. Chiedi prima il parere del responsabile.

  6. Un pensiero sul rifiuto di lavorare per “mancanza di competenze”. Per esperienza personale mi sembra la scusa più becera per non mettersi mai in gioco e rivendicare un diritto all’ozio e al trastullo, alla faccia dei dipendenti che lavorano sul serio e accettano la sfida di evolversi e “riciclarsi” quando necessario e quando l’azienda te lo chiede. Conosco esempi di fannulloni lassisti che, con la scusa del “eh, ma io sono un comunicatore, ho una laurea in Sociologia” (NB. l’azienda presso cui lavorano non si occupa di comunicazione) da 5 anni si sta rifiutando di svolgere qualsiasi funzione propria dell’azienda in cui lavorano (es., contabilità, personale, audit…).
    Voglio dire, in 5 anni potrai imparare i rudimenti di un nuovo mestiere!! O no??

  7. Abbi pazienza, Riccardo.
    Un comunicatore viene assorbito in una nuova azienda che non si occupa di comunicazione come invece faceva la sua “vecchia” azienda (e lui lo sa). Lui accetta di essere “assorbito”. Dopodiché, si rifiuta di seguire qualsiasi ambito del business di questa nuova azienda (che so, risorse umane, contabilità, commerciale, ecc.). Dopo 5 anni, questa azienda non è più tanto “nuova” per lui e ancora si rifiuta di imparare i fondamentali di qualsiasi mansione propria di questa azienda.
    Dimmi tu che cosa ci vedi di superficiale nell’indignarsi ancora di fronte a queste piccole grandi, esasperanti vergogne.
    E se qualcosa non risulta chiaro nel mio argomentare, basta chiedere e ti/vi sarà “detto”.
    O forse ho solo toccato dei “nervi scoperti”?

    1. Riccardo Esposito

      Mi limito a lasciare poche righe perché continui a lasciare commenti off topic: stiamo parlando di freelance e non di dipendenti. Quindi non ci sono elementi per argomentare il tuo punto di vista.

  8. ciao io avevo iniziato un tirocinio da magazziniere però non mi avevano detto che stavo sempre nella cella frigorifera a fare le pulizie cosi ho mollato subito dopo 4 giorni, avrei dovuto rifiutare prima di iniziare, poi ho avuto un altro colloquio però era diverso e vendevano software per le scuole e ho rifiutato perchè sono lontano e spendevo tutto in benzina poi, e adesso devo fare un altro colloquio ma per telefono mi ha detto che devo fare un po di tutto e che sarei il terzo e gli altri 2 prima di me nello stage erano andati malissimo. Ho paura di prendere altre fregature. Poi mi han preso nel servizio civile nella protezione civile forse è meglio e più sicuro di quei lavori li. E io avrei voluto fare l’astronomo o il geologo ma ho sospeso l’università perchè era difficile e andava male ma pensavo di riprovare tra qualche anno. E poi ho fatto dei corsi di web design e sistemista di rete ma non trovo in quei campi. Sono scarso, ho 24 anni.

      1. si ci proverò sempre spero, però sono solitario e quindi non posso cercare lavoro tramite conoscenze perchè sto sempre da solo e non conosco persone, e non ho il coraggio di portare il curriculum a mano ma solo con email e ho paura di telefonare alle aziende mi spaventa. Non so se riuscirò mai son confuso.

        1. Piero io capisco come ti senti. Anche a me è successo di essere assunta in un magazzino per poi rifiutare di continuare il lavoro. Mi rubava un sacco di energie e non mi sentivo nel posto giusto. Arriverà anche il tuo momento, vedrai.

  9. Cio Riccardo, grazie per il tuo articolo. Ho letto con molta attenzione e questo, sono certo, mi darà modo di pensare. Il tuo articolo infatti, bellissimo, apre a tanta riflessione. Ciò che scrivi è giusto e sacrosanto. Spesso ci sottovalutiamo, per amore di lavorare, ignari del danno che arrechiamo a noi stessi…

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