Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Less is more è un aforisma: la semplicità è preferibile alla complessità. Una soluzione basic può essere più efficace di una complicata. Questo concetto è spesso utilizzato nell’ambito del design, dell’architettura e della comunicazione.
Less is more – tradotto dall’inglese come meno è più – è una frase dell’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe. L’idea è quella di puntare sull’essenziale per dare valore a ciò che si crea. Eliminando il superfluo, quello che non serve.
Nel suo caso l’attenzione era per gli edifici, dovevano essere semplici e funzionali. Ma nel tempo il concetto di less is more è arrivato ovunque. Anche nel copywriting.
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Less is more, semplicità e scrittura
Una delle regole fondamentali per chi scrive sul web (ma non solo): usare la tastiera come una lama. Come un coltello immaginario per eliminare tutto il superfluo e indirizzare il lettore verso il nocciolo.
Less is more, questo è il motto che troneggia nella mia mente. A volte devo rileggere più volte per trovare una formula efficace, ma poi giù col machete per eliminare aggettivi, avverbi, ridondanze, incisi, periodi inutili e ghirigori linguistici.
Una regola del copywriting: tagliare la prima frase. Molto probabilmente sarà fuffa. Rileggi il testo, usa la tastiera per togliere quello che non serve al lettore.
Da leggere: quali sono le parole inutili?
Ma veramente devi solo semplificare?
Attenzione. Non esagerare perché rischi di trasformare i tuoi articoli in scatoloni di polvere. Vuoi un esempio? Chiamiamo in causa Ernest Hemingway, uno che di scrittura ne capiva qualcosa. Ecco uno stralcio del capolavoro Fiesta:
«Bene» io dissi «prendi con te anche lei.» «Non le piacerebbe. Non è il genere di cose che piacciono a lei. A lei piace avere un sacco di gente intorno.» «Dille di andare all'inferno.» «Non posso. Sono in un certo senso obbligato a lei.» Allontanò le fettine di cetriolo e prese un'acciuga salata. «Cosa sai di Lady Brett Ashley, Jake?»
Jake Barnes e Robert Cohn stanno pranzando, quando una precisazione del narratore interrompe la conversazione e descrive una rivoluzione nel piatto di Robert.
Si tratta di una precisazione a prima vista inutile all’economia della narrazione e sacrificabile per l’essenzialità. Ma qui si nasconde una pausa che ti permette allo scambio di cambiare registro e spostare la discussione su Lady Brett Ashley.
Usa less is more con intelligenza
Questo inciso dà ritmo alla conversazione, permette di prendere fiato e aiuta a immaginarti questi uomini seduti in un ristorante mentre parlano e mangiano.
È la magia del grande autore, è l’arte di catapultare il lettore in una situazione che non gli appartiene materialmente. Questo mi aspetto di trovare in un libro come Fiesta e questo ho trovato ma ora pensiamo alla nostra piccola opera di copywriter.
Come? Taglia, taglia, taglia. La semplificazione stilistica e ortografica è centrale. Prima di pubblicare assicurati che non hai strappato quello che i lettori cercano.
Evoluzione della citazione
Less is more è la citazione più famosa di Ludwig Mies van der Rohe ma ne possiamo trovare un’altra sempre decisiva per cogliere il pensiero dell’architetto: Dio è nei dettagli, God is in the details. Sei d’accordo con questo tema?
Categoria: Scrivere
Che bell’articolo Riccardo, sei sempre più bravo 🙂
Ciao Gabriele,
ti ringrazio, sei gentilissimo!
Ciao Riccardo..
..perdonami ma la seconda frase non è un po’ contradditoria della prima?.. ..il dettaglio fa sempre parte dell’essenziale..del funzionale?.. ..non è che va oltre?..
Grazie!
Barbara
Scusa, non ho capito quale frase è contraddittoria con less is more.