10 regole (ed esempi) per applicare il linguaggio inclusivo nella scrittura

Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il

La scrittura inclusiva è un approccio comunicativo che rispetta le identità di genere nella scelta dei termini. Questo tipo di comunicazione si manifesta attraverso l’uso di forme linguistiche che non discriminano alcun genere.


Invece di usare il maschile come genere neutro, si possono scegliere forme inclusive come le persone. Basta questo questo per ottenere un linguaggio più equo e rispettoso della diversità di genere nella scrittura online? In realtà no, ci sono altri aspetti.

scrittura inclusiva

La scrittura inclusiva è un tema che non può essere rimandato. Io stesso so di avere molto da approfondire perché, lo ammetto, alcune regole sedimentate ci impediscono di comunicare in modo inclusivo e utilizzare un linguaggio scritto votato al rispetto.

Non mi sento pronto a utilizzare lo schwa ma non posso ignorare le regole per una comunicazione corretta. Scrivere in modo inclusivo non è difficile. Ma è necessario con le lingue caratterizzate dal genere grammaticale dove ogni sostantivo ha un genere grammaticale e quello dei pronomi personali concorda con il nome a cui si riferiscono.

E i vantaggi sono da ritrovarsi in una capacità del brand di accogliere e rispettare chi legge. Un brand deve porsi anche questo obiettivo. Ecco qualche consiglio da mettere in pratica subito per scrivere testi e articoli con un linguaggio inclusivo ed efficace.

Usa un linguaggio neutro rispetto al genere

Il primo consiglio per scrivere in modo inclusivo: riformula la frase per evitare di specificare il genere. Questo è possibile utilizzando una serie di attenzioni che ti consentono di mantenere una buona leggibilità del testo rispettando però ogni utente.

Ad esempio, usa “persona” al posto di “uomo” o “donna”. In questo caso può essere d’aiuto l’uso di nomi collettivi, che possono aiutarti a evitare l’uso discriminatorio della scrittura. Proviamo a scrivere i testi di una pagina chi siamo: invece di presentare i professionisti del web marketing (utilizzando solo il genere maschile) parliamo del team.

  • I magistrati > la magistratura.
  • Il direttore > la direzione.
  • I docenti > il corpo docenti.

Questo permette a un testo di essere più inclusivo. E quindi di essere accettato da un pubblico vasto, attento a chi sa rispettare la platea. In alternativa puoi usare forme impersonali e il passivo anche se queste soluzioni possono complicare il testo.

Da leggere: come scrivere un testo espositivo e informativo

Dai il giusto genere alle professioni e ai titoli

Uno dei temi fondamentali per scrivere in modo inclusivo: i nomi professionali declinati al maschile e al femminile. Questo significa essere in grado di definire una versione femminile anche delle attività che di solito vengono definite al maschile. Esempi?

Titolo ProfessionaleForma Femminile
AvvocatoAvvocata
DottoreDottoressa
IngegniereIngegnera
ArchitettoArchitetta
ProfessoreProfessoressa
PsicologoPsicologa
ScrittoreScrittrice
ProgrammatoreProgrammatrice

Ci sono altri esempi da inserire in questa nostra lista. Come direttore e direttrice. C’è da aggiungere la relazione con l’articolo che precede il titolo per completare la scrittura inclusiva simmetrica (forma maschile per l’uomo, femminile per la donna).

Quindi abbiamo il sacerdote e la sacerdotessa. Questo vale anche per i termini epiceni1 (che restano invariati tra maschile e femminile) come presidente. Vuoi un caso?

La Meloni ha chiesto di essere chiamata con la formula “il presidente” per sottolineare la sua visione reazionaria e decisamente conservatrice sulla comunicazione inclusiva.

Evita l’uso di espressioni sessiste o stereotipate

Il primo punto: devi essere consapevole degli stereotipi di genere che si riproducono nella scrittura dei testi. Ad esempio, in molte rappresentazioni stereotipate gli uomini dovrebbero essere forti e razionali, mentre le donne gentili, emotive e sensibili.

Nella scrittura e nella pubblicità, gli uomini sono legati a sport, politica e tecnologia; le donne sono associate a interessi come la moda, la cucina e la cura personale. Cerca di evitare espressioni di creatività che possano riprendere queste costruzioni.

Il discorso delle espressioni stereotipate si deve ampliare all’universo transgender. Sono da eliminare qualsiasi termine offensivo (anche l’uso di travestito al posto di transessuale lo è) e di evitare riferimento al prima e al dopo, o al dead name, il nome precedente.

Prova a evitare il maschile generico nei testi

Il maschile generico, spesso definito sovraesteso, è quella regola della grammatica italiana che porta a usale il maschile per gruppi eterogenei. E che potrebbero essere composti da generi differenti. Ad esempio? Gli studenti, i professori, gli spettatori.

Come risolvere il problema del maschile sovraesteso e scrivere in modo inclusivo? In primo luogo puoi optare per lo sdoppiamento integrale dei sostantivi. O per quello contratto. Partiamo da una formula errata – buongiorno a tutti – per verificare le opzioni:

  • Buongiorno a tutti e a tutte.
  • Buongiorno a tutti/e.

Il primo caso è perfetto anche per la forma parlata mentre la seconda si usa prevalentemente per quella scritta. In quest’ultimo caso si può utilizzare anche l’asterisco per omettere il maschile o femminile. Quindi abbiamo questa opzione: buongiorno a tutt*.

Preferisci la scrittura neutra (e più inclusiva)

Evita il problema con artifici della scrittura neutra. Ad esempio, con i già citati nomi collettivi o la forma passiva delle frasi. In alcuni casi, questa opzione permette di togliere l’attenzione dal soggetto che compie l’azione e portarla sull’oggetto. Esempio:

  • I bambini mangiano la mela a scuola.
  • La mela è mangiata a merenda.

Non è una soluzione totale, in questo modo omettiamo un aspetto che in alcuni casi potrebbe essere necessario alla costruzione della frase. In queste circostanze però possiamo usare lo sdoppiamento: i bambini e le bambine mangiano la mela a scuola. E un ulteriore dettaglio: evita di dare sempre la precedenza al maschile.

Introduci lo schwa (ə) per le identità non binarie

Uno degli aspetti più interessanti della scrittura inclusiva: la possibilità di rispettare le identità che non si ritrovano in una divisione binaria del genere (maschile/femminile) attraverso l’uso del simbolo ə. Ovvero la vocale centrale media o scevà2.

Opzione per indicare una desinenza neutra delle parole, inesistente in italiano, che eviti di specificare il genere sessuale dei referenti, di far concordare desinenze maschili plurali con referenti plurali misti maschili e femminili (…), e per includere le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere

Wikipedia

Grazie a questo simbolo è possibile gestire le parole senza genere e rispettare un linguaggio inclusivo LGBTQIA+. In questo modo si supera il binarismo grammaticale, cosa che nei paesi anglofoni si ottiene usando nuovi pronomi come ey, ze, sie.

pronomi linguaggio inclusivo
Pronomi per una comunicazione inclusiva.

Gestire la comunicazione inclusiva per le persone non-binarie o genderqueer (che non si definiscono nella divisione binaria tra uomo e donna) può essere un esercizio complesso per la scrittura. Iniziare a lavorare su questo fronte è il primo passo. In ogni caso, sul tema dello schwa propongo i contenuti di Vera Gheno.

Attenzione a linguaggio inclusivo e disabilità

La scrittura inclusiva non riguarda solo la diversità di genere ma anche la disabilità. Si commettono errori identificando le persone solo per la relativa condizione fisica.

In questi casi, come suggerisce il documento dell’Agenzia delle Entrate, il termine disabile e quelli che indicano i tipi di disabilità andrebbero usati solo come aggettivi.

E non come sostantivi. Ad esempio, possiamo usare “persona paraplegica” e non “un paraplegico”. Parliamo prima di tutto di persone con disabilità e non di handicap, termine da eliminare completamente così come la differenza tra normoabili e disabili.

Si dice un o una trans? Attenzione ai dettagli

In primo luogo, anche in questo caso conviene evitare di sottolineare se una persona è trans a meno che non sia necessario in termini di comunicazione. Poi bisogna rispettare la declinazione degli articoli. Tutto dipende da un semplice ragionamento.

Un uomo transessuale è una donna che non si riconosce nel suo genere e si useranno articolo e pronomi maschili (un ragazzo trans); una donna transessuale è una persona nata uomo che diventa di genere femminile e tali saranno gli elementi grammaticali.

Se non siamo a conoscenza di questi dettagli, e non possiamo o dobbiamo chiedere, si può utilizzare il termine transgender che implica la presenza di un’opera di passaggio senza specificare il genere. Ovviamente è meglio non identificare in quanto trans (quindi scrivere o dire il trans, la trans) ma mettere in primo piano la persona (un ragazzo trans).

Pertinenza del genere nella comunicazione

Regola della comunicazione inclusiva, rispettosa e attenta nei confronti del pubblico: non è indispensabile indicare il genere delle persone coinvolte nella scrittura. Ad esempio, in molti casi è superfluo indicare se ci troviamo di fronte a una persona:

  • Eterosessuale.
  • Gay.
  • Lesbic.
  • Cisgender.
  • Queer.
  • Bisessuale.
  • Transessuale.

L’identità di genere è un dato privato che deve essere definito solo nel momento in cui l’informazione è rilevante. Ricorda che fare outing3 rispetto all’identità di genere in un articolo vuol dire violare la privacy di quella persona specifica.

Non usare il termine “uomo” nel testo che scrivi

Partiamo da un presupposto chiaro: il termine “uomo” in italiano non è sempre sessista e sinonimo di un linguaggio non inclusivo, soprattutto quando viene utilizzato in alcune frasi che rappresentano dei modi di dire sedimentiati. Come ad esempio:

  • Il cane è il miglior amico dell’uomo.
  • Camminare a passo d’uomo.
  • Il lavoro nobilita l’uomo.

Altri usi del termine uomo rappresenta una raffigurazione stereotipata della società. Ad esempio, è buona norma nella comunicazione inclusiva evitare il sostantivo generico maschile per descrivere una categoria professionale. Anche qui lascio degli esempi utili:

  • Uomo d’affari.
  • Uomini di legge.
  • Uomo dello Stato.

Meglio utilizzare termini che non hanno un’accezione maschilista della vita professionale. Come ad esempio imprenditori e imprenditrici. In ogni caso, se possibile, conviene sempre usare sinonimi di questo termine per rendere un testo inclusivo.

  • I diritti dell’uomo > I diritti della persona (umana)
  • L’uomo primitivo > I popoli primitivi
  • Il corpo dell’uomo > Il corpo umano

Domande e risposte rapide sulla scrittura inclusiva

Questo modo di gestire la comunicazione scritta favorisce un ambiente inclusivo, contribuisce a una relazione equa. Per un brand che vuole comunicare determinati valori oggi è importante lavorare con un copywriter in grado di seguire questi punti.

Perché conviene usare un linguaggio inclusivo?

Il linguaggio inclusivo di genere, attraverso la scrittura, promuove l’uguaglianza e la diversità linguistica, riconoscendo e rispettando l’identità di genere di tutte le persone. Elimina la discriminazione e promuove l’empowerment delle minoranze di genere.

Pro e contro della comunicazione inclusiva

Utilizzare un linguaggio inclusivo riflette le diversità e rispetta le identità di tutti. Ma l’introduzione di nuove forme linguistiche o l’utilizzo di neologismi per rendere il linguaggio più inclusivo può rendere la comunicazione più complessa e meno efficiente.

Quali sono le fonti e i libri sulla scrittura inclusiva?

Puoi leggere il documento delle Nazioni Unite dedicato al gender-inclusive language. Ho trovato utile l’articolo di Antonella Gatto sull’argomento della scrittura neutra e inclusiva. Consiglio anche questo PDF del Parlamento Europeo sulla neutralità di genere.

Come si pronuncia lo schwa?

È un suono centrale, medio e breve, che viene pronunciato rapidamente senza tensione muscolare significativa nella bocca o nella gola. Per rendere l’idea, in napoletano lo schwa si trova alla fine della parola mammt (tua madre).

  1. I termini epiceni sono parole che hanno una sola forma per indicare individui di entrambi i sessi. Questo significa che il termine è neutro rispetto al genere e può essere usato per descrivere sia maschi che femmine. Ad esempio, “il serpente” è un termine epiceno, in quanto può riferirsi a un serpente maschio o femmina. ↩︎
  2. Lo schwa è un suono vocalico neutro e deaccentuato, rappresentato nella fonetica internazionale con il simbolo ə. Questo suono si trova in molte lingue, inclusa l’inglese, e si verifica spesso in sillabe non accentate. ↩︎
  3. Coming out è quando una persona LGBTQ+ decide di rivelare il proprio orientamento sessuale e/o identità di genere. Outing descrive la situazione in cui l’identità di genere di una persona LGBTQ+ viene rivelata senza consenso. ↩︎

Riccardo Esposito

Sono un web writer freelance. Mi occupo di scrittura online dal 2009, mi sono specializzato nella stesura di piani editoriali per blog aziendali. Ho scritto 3 libri dedicati al mondo del blogging e della scrittura online (bio di Riccardo Esposito).

Categoria: Scrivere

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