Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Il logo è la rappresentazione grafica del brand. Consiste, di solito, in un pittogramma e un copy stilizzato che rappresentano l’entità a cui appartiene nella comunicazione visiva. Basta questo per dare la definizione di quest’immagine aziendale.
Ma il logo racchiude i principi di imprese, professionisti, freelance, organizzazioni e chiunque senta il bisogno di avere un’identità. Anzi, una brand image. Vuoi approfondire l’argomento e scoprire cosa si trova dietro dettaglio grafico?
Indice dei contenuti
Cos’è il logo, definizione
Il significato della parola logo deriva dal greco λόγος – logos che significa parola. Oggi con questo termine intendiamo un elemento visual che racchiude l’identità del brand. Può presentarsi come un pittogramma, un testo o una combinazione.
Quindi, la definizione di logo è questa: un’immagine che sintetizza i valori del proprietario e che fa parte del concetto di marca. Di solito tutto ciò prende i colori del brand e viene realizzato in formati grafici differenti per poter utilizzare il logo su:
- Social media.
- Sito web.
- Merchandising.
- Manifesti.
- Prodotti.
- Insegne.
Il logo può essere anche stampato su fogli, cartelloni o adesivi, viene utilizzato ovunque in modo da rappresentare in spazi pubblici o privati l’identità aziendale.
Cos’è, invece, il logotipo? La definizione: parte testuale del logo, sezione basata sul lettering che include il nome con un font specifico e rappresentativo dell’identità.
Da leggere: come fare brand monitoring
A cosa serve un logo
Questo elemento del design professionale identifica un’entità con uno scopo e un core business. Chi incrocia questo simbolo grafico riconosce immediatamente il brand che si trova alle spalle, ma soprattutto si connette con i valori di base.
Il logo è fondamentale per lavorare sul posizionamento della marca, il brand positioning. Serve a entrare e sedimentarsi nella mente dell’utente target. Inoltre ti distingue dalla concorrenza, ti diversifica ed evita confusione tra i brand.
Questo avviene con un simbolo astratto o un nome di fantasia. Un logo può dare anche alcune indicazioni pratiche rispetto al tema o al settore in cui opera l’azienda. Ad esempio? Il colore verde del logo TicTac già comunica freschezza.
Il logo della WWF e quello della Nasa – in modi diversi, il primo grazie al brandmark, il secondo con il logotipo – lasciano indizi rispetto al settore in cui operano. Una mela morsicata, invece, non sarà collegata a un’azienda di computer.
Come è fatto un logo?
Partiamo da un punto chiaro: esistono diversi tipi di logo. Possiamo dire, in linea di massima, che ci troviamo di fronte a un elemento grafico stilizzato che rappresenta l’immagine dell’azienda e una parte testuale con il naming che rappresenta il logotipo.
Spesso quest’ultima sezione si presenta con un font proprietario che ricalca lo stile comunicativo dell’azienda. Sotto al nome c’è il payoff, una frase che sintetizza la main promise che l’azienda fa al cliente. D’altro canto ci sono anche altri esempi di loghi da contemplare, ecco perché bisogna individuare i vari elementi di un logo.
Brandmark o pittogramma
Si tratta dell’elemento iconico, il simbolo che rappresenta visivamente un oggetto stilizzato che spesso viene usato anche come avatar per i profili social. Il pittogramma ha come caratteristiche immediatezza, riconoscibilità, semplicità.
In molti casi il pittogramma è accompagnato da un testo che fa da naming e un altro che rappresenta il payoff. In altre situazioni, invece, il pittogramma è assente e il testo stesso si trasforma in grafica logotipo. Cosa vuol dire? Continua a leggere.
Logotipo
Si tratta della parte del logo composta dal lettering, il testo. Con il termine logotipo o logotype (dal greco λόγος – logos, parola – e τύπος – typos, lettera) intendiamo il nome del brand stilizzato con il font scelto per comunicare con il pubblico.
Pensa a Google: non ha un pittogramma, solo un logotipo. Ovvero un insieme di lettere con colori specifici e grafiche particolari. Alcuni loghi sono composti solo dal lettering, magari nome più baseline, altri sono definiti da più elementi.
Payoff e claim
Parliamo della frase che si trova sotto a pittogramma e logotipo. Questo elemento testuale parte dalla necessità di riunire in pochi passaggi i valori fondamentali di un brand. Anche questo elemento può far parte del marchio da registrare.
Anche in questo caso esistono loghi con pittogramma, logotipo e baseline – ovvero il testo che funge da claim – ma non è un obbligo. Spesso le aziende hanno versioni differenti del logo da usare con o senza payoff in base alle circostanze.
Caratteristiche di un logo efficace
Molti credono che il logo sia frutto di una spinta creativa. In parte è così, di sicuro creare un simbolo del genere necessità di grande passione e immaginazione.
Però ci sono delle regole di design del logo per scegliere le caratteristiche fondamentali del simbolo che sono stare elencate da 99design e riporto in parte.
Forma
Un logo ha bisogno di essere creato pensando, prima di tutto, a cosa vuoi comunicare. E la sua forma sarà indice di ciò che hai deciso di inserire tra i valori fondanti della tua attività. Un esempio fondamentale? Pensa a come si orienta.
Il cerchio è sinonimo di sicurezza, continuità e protezione come fa la General Electric che si affida anche a un blu che accentua il senso di stabilità e affidabilità.
Un logo verticale è sinonimo di crescita ed evoluzione, uno che tende all’orizzontale esprime stabilità e calma. Un triangolo vuol dire potere, un rettangolo sicurezza.
Se affianchi il quadrato con il blu hai un concetto chiaro: affidabilità. Questi aspetti devono essere considerati quando decidi di creare e progettare un logo efficace.
Font
Il logo può comprendere del testo e questo significa valutare che carattere utilizzare. Di solito parliamo di tipografia del logotipo per intendere tutte le scelte del testo che riguardano l’aspetto visual: il carattere che può essere standard o custom, la dimensione del testo, presenza o meno di grazie, formattazione e altri dettagli.
Anche in questo caso la creazione di un logo viene sempre dopo la riflessione sull’identità del brand. Guarda il logotipo IBM: il font è sinonimo di solidità. Il carattere è molto semplice, serif. Ha una stampa tipografica personalizzata.
I caratteri scritti a mano comunicano la presenza di un brand amichevole ma non professionale, i sans serif sono perfetti per aziende moderne e in continua evoluzione mentre chi sceglie i font con grazie punta sulla stabilità, sulla tradizione.
Dimensione
Qual è la dimensione ideale? Il logo ha bisogno di essere compreso, visto, percepito. Ma non devi esagerare, non c’è bisogno di presentarsi con un’immagine dominante.
La grafica del logotipo impone di avere più versioni di questo elemento in modo da poter adeguare questo elemento alle varie attività e strategie di marketing.
Crea il logo in dimensioni diverse, ma assicurati che lo stile sia coerente. Tutte le versioni devono essere riconoscibili e coerenti, magari con forme e proporzioni differenti ma sempre con gli stessi colori e forme. Stesso discorso per il form.
Colore
Inutile sottolineare che la scelta cromatica del logo può fare la differenza. In primo luogo questa decisione dovrebbe essere presa insieme a una riflessione generale che riguarda l’identità di brand: il logo segue questa linea e deve essere coerente.
Poi sappiamo questo: un colore forte come il rosso comunica decisione, potenza, energia. Mentre il verde è sinonimo di sostenibilità, attenzione per la natura. Ma anche prosperità, sviluppo e rispetto. Un logo verde è potente, molto efficace.
Il blu dà all’utente sicurezza – è spesso associato a stabilità, profondità, lealtà, fiducia e intelligenza – mentre il nero riguarda il lusso, l’eleganza. Non giocare con la psicologia dei colori, usala in modo coerente con la tua comunicazione visiva.
Un marchio professionale ha una combinazione coerente, i colori del logo dovrebbero essere gli stessi del sito, dell’arredamento di un punto vendita, delle divise.
Come creare un logo professionale
La composizione del logo prevede una ricerca. Devi capire quali sono i tuoi valori, le caratteristiche del tuo core business. Poi definisci la tua identità di marca.
Ora inizia a disegnare, a scartare bozze e individuare alternative. Un logo non nasce all’improvviso e se non studi la concorrenza, combini bene i colori e scegli il font giusto rischi di presentarti con un lavoro pessimo che ti perseguiterà fino al prossimo rebranding. Ovvero un passaggio che ti permetterà di fare un redesign del logo.
Ecco perché se vuoi un risultato degno di questo nome dovresti mettere da parte i tool per creare logo gratis e contattare un designer professionista. Proprio perché devi realizzare un simbolo professionale. Anzi, ne devi progettare ben tre. Ovvero?
Primary Logo
Questo è l’elemento principale che dovrebbe includere il nome della tua attività, il simbolo, il payoff. In sintesi, questo è il logo principale utilizzato per rappresentare il tuo marchio. Tutti gli altri loghi derivano da questo design. In linea di massima è quello che occupa più spazio, è completo, offre tutti gli elementi simbolici.
Secondary Logo
Il tuo logo secondario è organizzato in modo diverso. Quindi, se il tuo logo principale è orizzontale, il secondario è verticale. Così puoi usarlo quando il primo è inefficace o inadeguato. Quando realizzo questo design tolgo qualsiasi elemento creativo o slogan e mi concentro sul nome del marchio (trasformandolo in un logo wordmark).
Submark
Il tuo submark è una versione semplificata. Potrebbe essere il nome dell’attività, le iniziali o l’icona principale. Puoi usare questo elemento per i profili social o magari per realizzare la favicon. Ovvero l’immagine che appare nelle tab del browser.
Da leggere: sai che puoi creare anche loghi con Canva?
Altri aspetti da approfondire
Simbolo e logotipo, qual è il significato? Quali sono le differenze? Ti lascio con una serie di domande e risposte per approfondire questo tema così importante.
Dopo aver definito i valori e l’identità del brand. Questo elemento grafico non si crea dal nulla ma segue dei principi definiti a tavolino. E nelle attività di rebranding si può valutare anche di modificare il pittogramma, i colori e il font in base a nuove direzioni.
Il marchio è il brand, il nucleo, di un’azienda. Il logo è la rappresentazione visiva, un’identità che impone massima coerenza con tutti gli altri elementi del marketing.
Il logo rappresenta l’insieme della creatività, il logotipo è solo la parte scritta. Quella principale. Vale a dire il nome dell’azienda, dell’impresa o del libero professionista.
Si tratta della nuova frontiera dell’identità di marca: un simbolo che cambia in base alle esigenze. E che rimane coerente con se stesso: non hai più un solo simbolo ma una varietà da mostrare in base alle necessità. Pur restando coerenti e riconoscibili.
L’etimologia della parola rimanda al greco antico: logos, parola. Una curiosità: devi sapere che il plurale può essere invariato ma esiste anche l’uso di loghi.
Categoria: Marketing