Come fare personal branding con Twitter

Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il

Parlare di personal branding con Twitter può essere pericoloso. Rischi di toccare il nervo scoperto. Sembra che tutto sia diventato propaganda della propria immagine, ogni strumento del web marketing viene piegato a favore dell’autocelebrazione.

personal branding con Twitter
Come farsi conoscere su Twitter.

Anche nella sfera personal branding ci sono gli eccessi. Ecco perché io credo che questo lavoro non debba mai sfociare nell’elencare i propri successi, le proprie attività. Per fare personal branding con Twitter voglio proporre un punto di vista.

Perché usare Twitter per promuoversi?

Così come Facebook e il blog personale, Twitter è uno strumento ideale per fare personal branding. Ovvero per mettere in evidenza i punti di forza del tuo essere professionista, e fare in modo che le persone percepiscano una determinata immagine di te grazie a una comunicazione efficace.

Ecco, quindi si tratta di comunicazione. Devi scegliere dei contenuti e li devi pubblicare su un canale. Le sue caratteristiche? La sintesi. A differenza di altre piattaforme, su Twitter hai le battute contate. Non è un problema, non hai bisogno di tante parole per sfruttare questo social network.

Da leggere: come funziona Twitter, la guida

Punta sulle discussioni sul social online

Il primo consiglio per fare personal branding con Twitter riguarda la sua capacità di creare relazioni. Mentre il mondo intero (o almeno quella parte di mondo che non ha capito come funziona il social web) continua a pubblicare link autoreferenziali.

Tu devi parlare con le persone e cercare contatti simili al tuo. Basta la ricerca di Twitter, ma se preferisci puoi usare Followerwonk per estrapolare i contatti utili di un altro account. Questo tool è spettacolare: inserisci un nome utente e ti restituisce tutte le caratteristiche dei follower. In questo modo puoi selezionare chi seguire.

Basta un po’ di buon senso e un’attenzione al tono della conversazione. Segui le persone attive, vivaci, attente alla conversazione e legate al tuo argomento. Ora inserisci questi contatti in una Twitter List che puoi gestire con Hootsuite.

Followerwonk
Followerwonk: dati utili per scegliere le persone giuste.

Il motivo di questo passaggio? Avere i contatti che hai selezionato in una Twitter List ti permette di essere presente durante le conversazioni che ti interessano. Nello stream ufficiale c’è troppo rumore, ci sono gli aggiornamenti di tutti i canali: attraverso le liste puoi selezionare i profili che ti servono e gestire le conversazioni.

Devi creare relazioni con le altre persone

Cosa significa “gestire le conversazioni in modo efficace”? Non è un fine utilitaristico, le persone devono essere rispettate e tu devi fare attenzione a questi passaggi. Rischi di diventare spammer, non devi spingere solo i tuoi contenuti.

Come fare personal branding con Twitter? Rispondi alle domande delle persone, segui le conversazioni e risolvi i problemi. Ma non solo, partecipa alle discussioni senza un secondo fine, solo per chiacchierare e goderti uno scambio di battute.

Ancora un dettaglio: non ti dimenticare di ringraziare chi condivide i tuoi contenuti. Se il volume delle notifiche è eccessivo c’è il cuore, un piccolo gesto che si fa notare.

Ottimizza il profilo del tuo account Twitter

Per comunicare bene i tuoi valori devi presentarti al massimo. Questo significa che non puoi sorvolare sui dettagli che contano: scegli una buona foto per la copertina del profilo Twitter, abbina un avatar riconoscibile e coordinato con gli altri social.

Come fare personal branding con Twitter
Fare personal branding con Twitter.

È l’abito che fa il monaco? No, ma in un mondo veloce e immediato come Twitter basta un attimo per comunicare valori sballati. E poi, come sottolinea Oscar Wilde, non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione la prima volta.

Chiama un fotografo e scatta delle foto professionali. Le userai per i account social, pagine interne del blog, comunicati stampa, curriculum e interviste.

I contenuti sono decisivi per il tuo brand

Nella cura per i contenuti si racchiude la soluzione per fare personal branding con Twitter. Tu sei ciò che condividi, le persone ti riconoscono per i link e le foto che alleghi, per i consigli che condividi e per le soluzioni che suggerisci.

Avere un account Feedly curato è utile. In primo luogo puoi trovare articoli interessanti da condividere con i tuoi follower, persone legate al tuo profilo non perché condividi i link del tuo blog: certo, è utile ma non è sufficiente. Per fare personal branding con Twitter non basta riproporre il feed RSS del blog.

Devi selezionare fonti e condividerle con chi ti segue. Devi diventare indispensabile e lo puoi fare con articoli, tool, consigli, citazioni, foto, video. Questo lo decidi tu. Lo logica di base è condivisione massima, senza cadere nella logica autoreferenziale.

Per approfondire: come fare brand awareness

Tu fai personal branding con Twitter?

Pochi elementi validi: conversazioni, relazioni, contenuti. E cura per l’immagine. Ecco come fare personal branding con Twitter, o almeno questa è la mia ricetta. Non voglio spingere la mia immagine, non voglio dimostrare che esisto solo io.

Usa Twitter per comunicare valore, per diventare indispensabile e trasformare il flusso di tweet in un punto di riferimento imprescindibile. Le persone ti seguono perché si fidano, perché ti percepiscono come una persona attenta alle loro esigenze.

Questo è il mio modo di fare personal branding su Twitter. Sei d’accordo? Anche tu ti muovi in questo modo? Hai soluzioni differenti da proporre? I commenti sono tuoi.

Riccardo Esposito

Sono un web writer freelance. Mi occupo di scrittura online dal 2009, mi sono specializzato nella stesura di piani editoriali per blog aziendali. Ho scritto 3 libri dedicati al mondo del blogging e della scrittura online (bio di Riccardo Esposito).

Categoria: Social network

11 commenti su “Come fare personal branding con Twitter”

  1. Pensavo avresti scelto altro, ma ti ho risposto lo stesso twitter quando chiedevi cosa si usava per il Personal Branding, ma vedo che la pensiamo allo stesso modo, tanto per il canale quanto per il modo di usarlo.
    Sai quanto consideri twitter e che in fondo tutto quello che ho fatto io l’ho fatto da lì, ma devo ammettere che se prima poteva ai primi approcci apparire un po’ difficoltoso per chi arrivava da altre piattaforme, io che sono partito da twitter non ho trovato difficoltà sugli altri canali, ma ne trovo ora con l’uccelllno blu: da quando ha inserito l’algoritmo che fa vedere quello che vuole e con tutte le volte che comunque anche con settaggi differenti mi piazza in tl “mentre non c’eri” lo trovo incredibilmente meno efficace e più difficoltoso. O forse solo molto più noioso e mi domando: non è che ha lo stesso effetto anche sugli altri? Credi sia ancora un buon canale come lo era prima?
    Io nutro dei dubbi.

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Andre,

      Purtroppo il discorso timeline di Twitter è complesso e ricco di risvolti. Da qualche parte Twitter deve monetizzare e credo che questo processo serva a favorire contenuti utili alla logica del guadagno. Giusto? Non giusto? Non è il massimo però devono monetizzare in qualche modo.

      Detto questo, noto che Twitter spesso diventa solo un luogo per “vomitare” contenuti. Questo è male, ecco.

      1. Si modifica il modello di business Riccardo, non si fa quello che fanno gli altri, ma male. Anche perché la piattaforma non si presta ad essere un clone di fb. Io lo capisco che devono monetizzare, ma la forza di tw stava (e sta) nell’innediatezza, sintesi, e soprattutto linea temporale. Il farti vedere le cose che un algoritmo decide ti possano interessare ha un errore di fondo: non devi per forza seguire chi ti segue. Ora, io capisco il discorso monetizzare, ma a me sembra un boomerang, perchè più mi togli quello che mi permette di usare agevolmente il servizio, più io vado su fb che mi rende le cose semplici (proprio dalla prospettiva di investire soldi sulla piattaforma). Resta che tw è ancora il mezzo migliore per fare PB ma sta diventando farraginoso.

        1. Riccardo Esposito

          Sono dinamiche difficili da gestire (per loro) e da comprendere (per noi). Chiaro, diamo un feedback basato sull’esperienza personale ed è giusto che sia così. Ma forse sono costretti a ragionare in questi termini. A noi resta il compito di usare gli strumenti così come ce li propongono e nel miglior modo possibile.

  2. Era settimane che cercavo un articolo dedicato al personal branding su Twitter. E’ infatti già da un po’ di tempo che ho intravisto delle grandi potenzialità in twitter da questo punto di vista. Credo che qui sia molto più “facile” farsi conoscere, interagire e dire la proria. Fondamentalmente condivido tutto ciò che hai detto. In aggiunta io, almeno per il primo periodo, sto usando Crowdfire per “partire” più seriamente, già con un seguito.

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Davide!

      Grazie per aver cercato e trovato questo articolo dedicato ap personal branding, allora. Crowdfire… non lo conosco. Cosa fa? Funziona? Ti trovi bene?

      Aggiornaci 🙂

      1. Consente sostanzialmente di monitorare le statistiche (follow, unfollow, follower inattivi) ma soprattutto di smettere di seguire molto più in fretta che su Twitter e “copiare il seguito” di altri account Twitter oppure seguire tutti quelli che hanno usato un certo hashtag (molto utile se in tendenza). Quindi io sto cercando account grandi affini alle tematiche che mi interessano e di cui Twitto e seguo i loro seguaci che, presumibilmente, sarebbero interessati a seguire anche me.

  3. Romina Mattoni

    Condivido, è ciò che metto in atto nella gestione dell’account di un mio cliente: un mix equilibrato di contenuti personali, RT e commenti seguendo gli account e gli eventi legati al suo settore con sincero interesse. Ciò che mi lascia perplessa è quando gli altri non rispondono ai tweet… vale sia per il mio cliente che per il mio account personale. Non lo trovo educato, cosa ne pensi?

    1. Riccardo Esposito

      Ciao Romina,

      Certo, non è il massimo. Soprattutto se nel tweet c’è una domanda. Fa parte del tuo personal branding rispondere con educazione e in modo utile. Spesso però le notifiche sfuggono: magari un reminder dopo 24 ore può essere utile prima di cassare un account.

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