Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Google BERT – ovvero Bidirectional Encoder Representations from Transformers – è una tecnica di reti neurali che aiuterà le macchine a comprendere il linguaggio umano. Una notizia interessante per la SEO.
Le ricerche su Google vengono fatte da persone in carne e ossa che si aspettano risultati nella serp in grado di rispettare esigenze. Come suggerisce Pandu Nayak, il compito del motore di ricerca è capire cosa si cerca per le informazioni.
Indipendentemente da come è stata scritta l’informazione utile. Tutto questo cambierà il mondo della scrittura SEO oriented? Io ho la mia opinione.
Cos’è Google BERT e a cosa serve
Indice dei contenuti
Come anticipato, il lavoro di SEO copywriting è coinvolto. Con l’acronimo BERT intendiamo una tecnica di reti neurali che consentono alle macchine di ottenere una migliore elaborazione del linguaggio naturale (NLP).
Ciò avviene con architetture che elaborano le parole non come entità singole – le keyword che abbiamo tanto osannato – ma in relazione agli altri termini usati in una frase. I modelli BERT, che toccano anche i risultati zero, considerano il contesto di una parola e non il termine isolato.
Ma soprattutto valutando ciò che viene prima e dopo un’espressione. Questo diventa utile per capire l’intento di ricerca che si nasconde dietro a una query.
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Quali serp saranno toccate dall’update
Come forse avrai già letto altrove, Google BERT dovrebbe toccare il 10% delle query e per ora coinvolge solo le ricerche inglesi ma a breve riguarderà altre lingue. L’aspetto veramente interessante concerne questo passaggio:
Google BERT sarà particolarmente importante per le ricerche lunghe e basate su un approccio tipico della conversazione. Magari in quelle query dove le preposizioni hanno un grande valore per il significato generale della pagina.
BERT, Rankbrain e intelligenza artificiale
Google BERT non sostituisce Rankbrain, il primo metodo (2015) di intelligenza artificiale firmato da Google per migliorare la comprensione delle parole.
Piuttosto lo supporta nel compito. BERT aiuta Google a capire cosa intendono le persone quando digitano determinate parole per formare long tail keyword.
Sempre focalizzandosi sulla relazione tra i vari termini e sull’importanza che possono avere anche piccole frazioni di testo come le preposizioni. Tutto questo si traduce in un unico concetto: scrivere per Google non conviene.
Come ottimizzare dopo Google BERT
Non puoi, questa informazione arriva direttamente dai piani alti. Non è possibile pensare a un’ottimizzazione SEO per Google BERT perché lo scopo di questo sistema è la comprensione del linguaggio umano. Devi scrivere per le persone.
My answer was that BERT doesn’t change the fundamentals of what we’ve long said: write content for users.
— Danny Sullivan (@dannysullivan) October 28, 2019
You or anyone working with clients have long been able to say this is what we say.
Ed è questa la sfida decisiva. In un mondo in cui ci siamo abituati a seguire le regole preconfezionate (metti la keyword nel tag title, poi nella meta description e nel tag alt) riprendersi la libertà di scrivere per le persone diventa uno sforzo immane.
Come cambia il SEO Copywriting ora
Siamo alla resa dei conti, i millantatori del SEO copywriting dovranno mollare la presa: non esiste la scrittura pensata per i motori di ricerca. Ma questo era già chiaro, Google BERT non fa altro che avvantaggiare i contenuti di qualità. Che non sono quelli che vengono scritti pensando a qualche fantomatica formula predefinita.
Il lavoro del SEO copywriter – o come ti piace definirlo, non è un problema – riguarda la capacità di analizzare il search intent e capire cosa e come scrivere per affrontare quell’esigenza. Quali punti affrontare, come svilupparli, quali contenuti inserire.
It surprises a lot how many SEOs rarely directly look at the SERPs, but do that only through “the ? “ of a tool. Shame! Look at them & youl’ll:
— Gianluca Fiorelli (@gfiorelli1) October 23, 2018
1) see clearly the search intent detected by Google
2) see how to format your content
3) find On SERPS SEO opportunities pic.twitter.com/Wr4OYAcmiG
Una buona keyword research è sempre la base di partenza e comprende un lavoro che può abbracciare i risultati di Seozoom, Semrush, Answer The Public. Ma, soprattutto, parti dall’osservazione della serp come suggerisce Fiorelli.
Da leggere: come fare un piano editoriale
Le tue opinioni: BERT e SEO on-page
Il discorso, per me, è molto semplice: non puoi ottimizzare, devi solo scrivere per il tuo lettore. E il discorso del SEO copywriting è morto – ma da tempo – se ritieni che questa sia una materia legata al trovare la focus keyword e metterla in Yoast.
Questo approccio è ormai andato. Se per te il SEO copywriter è una persona in grado di studiare le esigenze del pubblico, analizzare le query e le serp, incrociare i risultati dei SEO tool allora siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Sei d’accordo?
Categoria: Guide per webmaster
Mi sembra di capire che BERT sia stato sviluppato per far fronte al crescente numero di ricerche fatte con l’assistente vocale, nella facile previsione che queste costituiranno la grossa fetta delle ricerche online.
Secondo te, questo significherà che la scrittura sul web dovrà assomigliare sempre di più alla lingua parlata?
Di sicuro, dal mio punto di vista, questo aggiornamento riguarda il lavoro relativo alle ricerche che si fanno da mobile. Se il web diventa sempre più basato sulle ricerche da telefonino è lecito pensare che le persone usino la voce per articolare le query.
Cosa fare? Io mi sento solo di suggerire un punto che ho sempre portato avanti: scrivi raccontando ciò che vuoi comunicare a un amico. Con semplicità e precisione.
Perfettamente d’accordo Riccardo! In sintesi, devi scrivere per le persone.
Sì, in effetti è proprio questo il punto. Bisogna pensare il concetto di SEO copywriting come un qualcosa per scoprire cosa vogliono le persone e scrivere dei contenuti dedicati a chi li deve leggere e non al motore di ricerca. Almeno questo è il mio punto di vista.
Assolutamente d’accordo ma mooolto difficile da trasmettere ai committenti
Perché secondo te è difficile?
Ciao Riccardo,
intanto grazie per l’aggiornamento che arriva al momento giusto, proprio mentre tutti ne avevano cominciato a parlare allarmandosi senza spiegare quali sarebbero stati gli effetti.
Il tuo post “tranquillizza” chi, come fa, fa anche formazione sulla scrittura per il web. Proprio ieri dicevo a Elena – cui ho mandato ieri sera questo articolo – che bisogna analizzare bene la SERP e capire cosa cercano gli utenti. Anzi aggiungo che tutti, ma proprio tutti, anche chi scrive sui giornali o è un collaboratore di un blog aziendale, dovrebbero conoscere a menadito le reader personas, per calarsi in quello che fanno e che cercano.
La SEO, senza empatia, secondo me serve a poco. Che dici?
Dipende cosa intendi per empatia. Cercare di comprendere cosa vuole l’utente? Sì, per me è esattamente questo il SEO copywriting. Non inseguire la keyword ma usare le parole per capire cosa si nasconde dietro. Per me questo Google BERT non è una novità: è una conferma.
Quindi, alla luce delle tue conclusioni, la tecnologia BERT concilia il lavoro del SEO copywriting o ho capito male ?
Tutto dipende da cosa intendi per Seo copywriting. Se per te questo vuol dire mettere una keyword nel tag title o nel primo paragrafo allora c’è qualcosa da rivedere. Se per te invece Seo copywriting vuoi scoprire cosa vogliono le persone e cercare di creare dei contenuti quanto più aderenti alle esigenze dei tuoi vettori Allora la risposta è sì. Almeno dal mio punto di vista.
Ciao Riccardo, i tuoi approfondimenti sono interessanti come sempre!
Probabilmente BERT avrà un impatto positivo nella qualità di molte ricerche con l’assistente vocale, che continuano a crescere (se non sbaglio si parla di un possibile 30% nel 2020 e quindi è naturale che abbiamo deciso di prestare una maggiore attenzione e nuovi aggiornamenti, di portata così rilevante, per la “Voice Search Optimization”). Si va verso un servizio migliore di Google e una migliore comprensione dei contenuti 🙂
Sì, credo che sia proprio questo il passaggio essenziale. È vero che le persone cercano ancora attraverso keyword specifiche. Ma è anche vero che da mobile si affaccia sempre di più la ricerca vocale è questa probabilmente non segue le logiche che finora sono state attivate. Di conseguenza io credo che questo aggiornamento sia solo un modo per delineare una strada già presa da diverso tempo su Google.