Cos’è e a cosa serve l’ignoranza selettiva

Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il

L’ignoranza selettiva è la tendenza a ignorare o rifiutare informazioni, fatti o punti di vista che sono contrari alle loro convinzioni o preferenze personali. In altre parole, le persone scelgono di respingere determinate informazioni.


Stavo parlando di digital detox con Francesco Margherita. All’improvviso salta fuori l’ignoranza selettiva. Un concetto che ho già avuto il piacere di leggere da qualche parte, e che si allinea perfettamente con tutto quello che ci circonda.

ignoranza selettiva
Cos’è l’ignoranza selettiva? Prendersi il piacere di non sapere tutto.

Con la moderna struttura dell’informazione. Ma, soprattutto, l’ignoranza selettiva diventa uno strumento indispensabile per trasformare il blogging in un piacere. E poi in un’attività capace di portare dei risultati degni di nota.

Ti suona strano. L’ignoranza, un approccio negativo nei confronti del sapere e della cultura, può portare risultati positivi? Può essere auspicabile non sapere. Ti do una grande notizia: in qualche caso può essere utile attivare un processo di ignoranza selettiva. Anche nel mondo del blogging. Cosa significa esattamente?

Cosa è l’ignoranza selettiva?

La capacità dell’individuo di informarsi su uno o più argomenti utili, e di ignorare il resto. Oggi l’informazione è ovunque. Puoi leggere articoli, puoi ascoltare telegiornali, puoi costruire la tua dieta mediatica in mille modi differente, e con un costo limitato. Internet è il cuneo di questa rivoluzione.

Gli stimoli sono ovunque, le fonti sono infinite, hai sempre qualcosa da imparare. Poi ti rendi conto che in questo processo c’è un’altra variabile: l’autorevolezza. Mi sto informando bene? Sto leggendo un articolo capace di riportare informazioni giuste? Non puoi sapere tutto.

Per approfondire: come diventare blogger di successo

Come applicare l’ignoranza selettiva

Se non gestita bene, l’ignoranza selettiva può creare una sorta di “bolla” in cui le persone si circondano solo di opinioni e informazioni che confermano le loro prospettive esistenti, senza cercare una visione più ampia o considerare punti di vista.

Non devi leggere tutto

Prima era difficile individuare le fonti giuste, c’erano pochi blog e i libri si contavano sulle dita di una mano. Le cose cambiano, la comunicazione si trasforma in un bene comune e tutti diventano publisher: questo significa che le fonti si moltiplicano a dismisura. La democrazia di internet è un punto inviolabile.

Questo è un lavoro in più per chi deve aggiornarsi e scegliere cosa leggere. Uno degli errori fondamentali si trova nel tuo lettore dei feed rss: troppe fonti, troppi articoli da leggere. Risultato? Abbandoni la sfida. Il lettore feed deve essere curato come un giardino zen: taglia quello che non serve, aggiungi i blog preziosi.

Troppo basic

Leggere è una scelta, una decisione che ti permette di portare sulla scrivania il libro o l’articolo giusto. Spesso le persone si lamentano di ciò che leggono, anche quando il prodotto è gratuito: “Questo blog è noioso, questo articolo è basic e tutti dicono le stesse cose. Quanta banalità”.

Ok, sai fare di meglio? Bene, leggiamo qualcosa di tuo. Nel frattempo ignora il contenuto: non è rivolto a te, quindi cerca qualcosa di diverso. Ogni progetto editoriale affronta un tema in base alle necessità del pubblico, i potenziali clienti. Quindi se non ti riguarda o non ti soddisfa non rientri in questa sfera, e hai un’unica soluzione: abbandonare la lettura.

La fonte non cambierà registro dopo la tua critica e tu avrai solo sprecato tempo prezioso per scrivere l’ennesimo post polemico su Facebook. Unico vantaggio? I “Mi Piace” della combriccola.

Risorse risparmiate

Il non leggere ti permette di risparmiare tempo. Perché impegnare le tue risorse su un testo che non ti piace e non ti serve? Solo per criticarlo o per confermare la tua superiorità nei confronti dell’autore?

L'arte di non leggere

Puoi investire il tempo risparmiato per fare altro, per lavorare o cercare una lettura adatta alle tue competenze. Lo stesso discorso vale per le risorse cognitive: usale per fare altro, non congestionare la tua mente con informazioni inutili e che creano solo confusione. Sto parlando dell’ignoranza selettiva, quel processo che ti spinge a mettere da parte ciò che non serve:

Perdersi nell’approfondimento incontrollato è il male. Potresti iniziare oggi e finire tra mille anni, trovando sempre lacune e imperfezioni. Perché il web è in continua evoluzione e ogni materia cambia da un giorno all’altro.

Il tuo compito è semplice: concentrare le risorse dove sono necessarie. E fare in modo che le competenze acquisite siano utili per diversificare le entrate, soddisfare i clienti, creare buone relazioni, farti conoscere come professionista e guadagnare online.

Perché è importante per il blogging?

Perché non puoi e non devi sapere tutto. Devi essere competente, e lo devi essere in rapporto al tuo lavoro. Alla tua attività. Devi offrire un servizio valido ai tuoi clienti, e devi divertirti. Se non ti diverti mentre fai blogging stai sbagliando qualcosa. E che devi rivedere le priorità ora. Subito.

Perdersi nell’approfondimento incontrollato è il male. Potresti iniziare oggi e finire tra mille anni, trovando sempre lacune e imperfezioni.

Perché il web è in continua evoluzione, e ogni materia cambia. L’ignoranza selettiva non ti consiglia di mettere da parte l’approfondimento, ma ti suggerisce di fare formazione su argomenti utili. Argomenti che possono fare la differenza.

Voler approfondire tutto – e quindi diventare super esperto di SEO, web design, webwriting, email marketing, usabilità e chi più ne ha più ne metta – vuol dire approfondire il nulla. E trasformare il tuo progetto di blogging in una continua rincorsa alla perfezione. Una perfezione che non esiste.

Cosa devi sapere per lavorare?

Devi concentrarti su una nicchia. Devi diventare uno specialista in una determinata fase del processo. Puoi specializzarti nel copywriting, magari con un occhio di riguardo al copy persuasive. Puoi diventare lo snodo tra blogging e newsletter.

O magari puoi essere la persona giusta per integrare la pubblicazione degli articoli nel processo di content marketing. O nell’attività di social media marketing.

Ignoranza selettiva, applicata al blogging, significa questo: concentrare le proprie attenzioni e le proprie risorse su argomenti utili alla tua attività professionale. Non è sinonimo di menefreghismo o di indifferenza nei confronti del mondo che ti circonda. Devi avere le conoscenze medie che caratterizzano una persona.

Devi essere a conoscenza di AdSense. Ma non devi essere per forza un esperto. Quando ti chiedono come guadagnare con il blog puoi citare questo programma, ma se ti chiedono di ottimizzarlo non devi essere tu a farlo. Non devi sapere tutto.

Per approfondire: come diventare copywriter

Tu applichi l’ignoranza selettiva?

Lo ripeto: sembra qualcosa di negativo, qualcosa da evitare. Ma l’ignoranza selettiva è un metodo efficace per definire con cura il proprio ambito di lavoro. E per concentrare le risorse cognitivi/economiche verso un obiettivo preciso.

Se non lavori in questo modo rischi di diventare un criceto che corre nella ruota: tanta fatica per nulla. Tanto movimento, tanto fiato sprecato per rimanere sul posto. Senza evoluzione, senza miglioramenti precisi capaci di dare una spinta in più.

Io ho deciso: nel 2016 ci sarà tanto spazio per il digital detox, ma anche e soprattutto per l’ignoranza cognitiva. Mi concentrerò sugli argomenti che mi permettono di crescere nel mio ambito. Per tutto il resto ci sono le collaborazioni. Sei d’accordo?

Riccardo Esposito

Sono un web writer freelance. Mi occupo di scrittura online dal 2009, mi sono specializzato nella stesura di piani editoriali per blog aziendali. Ho scritto 3 libri dedicati al mondo del blogging e della scrittura online (bio di Riccardo Esposito).

Categoria: Marketing

8 commenti su “Cos’è e a cosa serve l’ignoranza selettiva”

  1. beniamino buonocore

    Penso al concetto di blogging nei suoi aspetti generali e mi domando se il tema dell’ignoranza selettiva porta sempre lo stesso risultato; perché, secondo me, certamente difende e migliora la professionalità di un singolo freelance, mi spingo a dire che lo difende anche da se stesso perché gli crea un ambito di specializzazione, ma forse non è la stessa cosa quando utilizziamo il blog come strumento di divulgazione e come strumento di marketing per le aziende o per certi business. Questo perché, secondo me, viviamo in un contesto in cui le nozioni e le informazioni creano spesso schemi, interazioni e relazioni che sono uniche e dunque una troppa verticalità (l’ignoranza selettiva secondo me porta a questo) rischia di limitare l’opera del blog come strumento di informazione e miglioramento delle conoscenza di chi legge.
    Questo però è solo un dubbio.

  2. è la mia linea di pensiero, mi sto specializzando nei social anche se è sempre più richiesto che devi saper fare TUTTO. Ma non riesco ad applicare un ottimo SEOCopy se devo scrivere nel blog con piacere…
    Purtroppo non è l alinea di pensiero all’interno delle aziende.
    Ottimo articolo! Anche se questo è il mio primo commento in realtà ti seguo da mesi 🙂

    1. Riccardo Esposito

      Devi sapere un po’ di tutto, ma devi essere una bomba nel tuo settore. Non puoi essere una bomba in tutto. Non credo che sia possibile. Questo è il mio modo di vedere il mondo del web marketing.

  3. Credo fermamente che nei prossimi anni, quando la cultura del “digitale” si alzerà anche in Italia, chi ignorerà selettivamente, si affermerà sempre di più. Ma prima, occorre uno scatto culturale che ancora stento a vedere. Ovvero, nel web marketing, bisogna riconoscere l’esistenza delle diverse professionalità: ognuna con una propria specializzazione.
    A presto Riccardo, auguri di buone festività.

    1. Riccardo Esposito

      Ognuna con la propria specializzazione, anzi: le proprie specializzazioni. Ogni giorno il web marketing si ramifica e si definisce sempre di più. Il bello deve ancora venire. Secondo me, eh.

  4. alessandro gnola

    Ultimamente si parla molto di versatilità lavorativa ovvero la capacità di sapere un po di tutto. Non è necessario sapere tutto in maniera specifica ma sapere di cosa si sta parlando e chi potrebbe aiutarci ad approfondire o a darci una consulenza senza però farci fregate. Io mi occupo di sviluppo e-commerce, corporate e seo.Quindi non conosco nello specifico ogni dinamica del web marketing e del social marketing ma so come muovermi e da chi farmi aiutare. quindi quando mi viene chiesto un progetto specifico che richiede conoscenze in più campi mi confronto con persone che hanno una conoscenza nel settore più ampia della mia e riesco a gestire progetti ampi e articolati. Quindi a mio modo di vedere non bisogna sapere tutto (sarebbe anche impossibile), ma sapere un po di tutto e avere una nicchia in cui si è esperti.

    1. Riccardo Esposito

      Esatto, sapere un po’ di tutto e avere un focus particolare sulla propria attività: questa è una buona soluzione per sviluppare la propria competenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto