Inserire buoni outbound link è un vantaggio per i blog che pubblicano grandi post. Ma le recenti attenzioni di Google sui contenuti di qualità e la relativa gestione degli user generated content rendono urgente un post sull’argomento link in uscita.
Quello che mi sento di dire è che l’uso degli outbound link si accompagna alla naturale citazione delle fonti e necessità di ampliamento dei contenuti, oltre a una dose di buon senso. Poi basta seguire queste 6 regole e andate sul sicuro.
Cos’è un link in uscita nel sito web
Gli argomenti del post
- Cos’è un link in uscita nel sito web
- Inserisci sempre dei link pertinenti
- L’autorevolezza del sito è decisiva
- I link in uscita sono disinteressati
- Link in uscita e SEO: quale relazione
- Quanti link in uscita in una pagina
- Cura per il codice del link in uscita
- Link nofollow: cosa sono e usano?
- Come aggiungere outbound link
Ecco una definizione: il link in uscita è un collegamento che porta verso un’altra fonte. Un sito diverso rispetto al tuo che lo inserisce.
Quando metti un link verso un’altra risorsa stai portando il lettore verso un lido differente e quindi devi scegliere con cura le tue azioni.
Molti suggeriscono di limitare l’uso dei link esterni, però è sicuramente vero che possono essere delle risorse importanti.
Anzi, sono fondamentali per completare il contenuto e renderlo attraente. Però devi rispettare alcune regole di buon senso, SEO e usabilità. Da dove iniziare questo processo? Scopriamolo insieme.
Da leggere: risolvere penalizzazione da Google Penguin
Inserisci sempre dei link pertinenti
Regola base? La risorsa linkata deve essere pertinente ai contenuti. Esempio: se in un post parli di patate lesse, inserisci un link verso una pagina che spiega cosa sono le patate e non verso quella che descrive la raccolta degli asparagi.
Se vuoi assicurarti che i link in uscita siano utili al tuo contenuto e, soprattutto, ben integrati nell’architettura generale dell’ottimizzazione SEO on-page assicurati che la regola della pertinenza sia al centro delle tue attenzioni editoriali.
L’autorevolezza del sito è decisiva
Così come fanno i bravi giornalisti devi verificare le fonti. Cioè, devi fare attenzione che il sito linkato sia autorevole e affidabile. Non deve essere una patacca. Quindi, al concetto della pertinenza affianco l’autorevolezza della fonte che stai linkando.
Vuoi valutare l’autorevolezza di un sito web in modo scientifico? Ci sono le linee guida dei quality rater che danno indicazioni chiare rispetto a quest’argomento.
I link in uscita sono disinteressati
Speri che ogni link in uscita venga corrisposto uno in entrata, ma non sempre è così. Non si tratta di egoismo ma di reale necessità e pertinenza dei contenuti.
Poi i webmaster sanno che la validità di uno scambio di link è minore rispetto a un collegamento unidirezionale. Quindi, disinteressati a questo meccanismo. Linka i contenuti utili e non aspettare qualcosa in cambio, ma non chiedere neanche.
Link in uscita e SEO: quale relazione
Spesso si dice che gli outbound link possano aiutare il posizionamento di una pagina, considerandosi come un fattore di ranking. In realtà non la vedo come una condizione essenziale per cui deve esserci per forza un link in uscita in una risorsa.
Ecco le parole di John Mueller nel video tutorial: “linking to other websites is a great way to provide value to your users, often times links help users to find out more to check out your sources and to better understand how your content is relevant”.
Ovvero i collegamenti ad altri siti web sono un ottimo modo per fornire valore ai tuoi utenti, di solito aiutano a comprendere i tuoi contenuti. Cosa significa in sintesi?
Pensa alle persone, non alla SEO
Il link verso risorse sterne dovrebbe essere un modo per essere d’aiuto all’utente. Una voce ufficiale di Google come Danny Sullivan, ad esempio, ha sottolineato l’importanza di citare le fonti negli articoli di giornale per avere una stampa migliore.
It shouldn’t be this hard. Journalists should be putting pressure on institutional barriers to make it easier to cite and link to original and supportive sources. Because doing it is better journalism.
— Danny Sullivan (@dannysullivan) October 16, 2019
Vediamo la questione dal punto di vista dell’utente: avere un link contestualizzato, di qualità, utile per approfondire e verificare può essere d’aiuto? Bene, questo rende il contenuto sempre più diretto verso la qualità. Matt Cutts sottolinea:
In the same way that Google trusts sites less when they link to spammy sites or bad neighborhoods, parts of our system encourage links to good sites.
Questo significa che per la SEO può essere utile avere delle fonti di qualità da citare, ma al tempo stesso bisogna evitare di linkare siti spam, di bassa qualità, magari penalizzati. Fai una ricerca su Google, vedi dove si posiziona la pagina che vuoi menzionare: se è tra le prime posizioni nella serp è già un buon segnale.
Quanti link in uscita in una pagina
Non esiste una risposta netta a quanti chiedono il numero massimo di link in uscita nelle pagine. Ma l’eccesso di link in uscita può attivare l’attenzione di Google rispetto alla buona fede della risorsa, e può distrarre il lettore del testo.
Se i link sono poco rilevanti, oppure portarlo verso risorse non rilevanti o credibili i rischi aumentano. Quindi usa il buon senso e non esagerare con i collegamenti inutili. Lo stesso vale, in ogni caso, per la gestione dei link interni su WordPress.
Cura per il codice del link in uscita
Le regole HTML per il corretto inserimento dei link non valgono solo per quelli in entrata ma anche per quelli in uscita: utilizza sempre un anchor text semantizzato, title significativo se serve e target=_blank se vuoi aprire il link in un’altra finestra.
Assicurati anche che i link in uscita funzionino bene, che non ci siano collegamenti rotti: non è il massimo dal punto di vista dell’usabilità. Per fare questo puoi usare un tool gratuito come Xenu’s Link Sleuth o Screaming Frog. Io però uso anche Broken Link Checker, un plugin WordPress per individuare i collegamenti rotti.
Link nofollow: cosa sono e usano?
Non puoi dimenticare il il rel=”nofollow”, vale a dire l’attributo che Google usa per togliere valore SEO ai link. Se vuoi suggerire un collegamento con un legame commerciale o di cui non puoi verificare l’autorevolezza – in sintesi non vuoi dare valore alla fonte – puoi usare il rel=”nofollow”. Ma non è finita qui.
Evoluzione del nofollow: UGC e sponsored
Ci sono due attributi che servono a dare valore specifico ai collegamenti ipertestuali in uscita. Per qualificare i tuoi link in uscita su Google puoi usare anche il rel=”sponsored” dedicato ai collegamenti di pubblicità o contenuti a pagamento, oppure ci sono i rel=”ugc” per i contenuti generati dagli utenti.
Da leggere: come creare un link cliccabile sul sito
Come aggiungere outbound link
I risultati di un corretto utilizzo degli outbound link sono chiari e, a parte gli eventuali inbound link restituiti che fanno sempre comodo, i lettori sapranno apprezzare la tua capacità di approfondire gli argomenti con il link giusto al momento giusto. Come ti muovi in questo campo? Tu come inserisci i link in uscita sul sito?
Il buon senso di sempre, come stesso tu dici, basta ed avanza 😉
Sicuramente… è la sintesi di tutto il corollario quando vuoi gestire i link interni di un sito.
Ciao Riccardo,
come ti comporti nelle pagine “ci hanno scelto” oppure “i nostri clienti”?
Metti i link ai siti (follow? nofollow?) o solo i loghi?
Grazie
Per le pagine clienti, partner e cose del genere sempre link nofollow.
Ciao Riccardo,
complimenti per l’articolo intanto, sei stato molto chiaro e semplice allo stesso tempo.
Volevo chiedere: cosa succede nel caso in cui gli outbound link sono di diversi paesi non comunitari e rimandano per esempio a wikipedia indonesiano o un blog di cucina giapponese?
Facendo un esempio, in un blog si vuole pubblicare un articolo sui diversi modi nel mondo di fare il riso bollito! E il blog è di un e-commerce che magari vende pentole o qualsiasi altra cosa che sia pertinente . In questo articolo magari viene fatto un elenco di come si fa il riso bollito in malesia, sud africa, kenya prendendo le informazioni da siti web in altre lingue.
Che succede in questi casi?
Grazie,
Vincenzo
Sai, veramente non riesco a trovare un motivo per cui non linkare siti con una lingua differente. L’importante è che siano tematici, utili. Al massimo puoi usare un bel nofollow.