Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
Le etichette o i tag WordPress sono un sistema di organizzazione dei post. Puoi impostare questi valori in modo da creare un ulteriore livello di tassonomie per i contenuti del blog. A differenza delle categorie, i tag non sono obbligatori.
Questo è uno dei problemi che tormenta il blogger. Ma è il dubbio che non lascia dormire con serenità chi si occupa di SEO e web writing. Parlo della gestione tag WordPress.
In realtà anche io in passato ho sbagliato nell’organizzazione dei tag sul blog, ma poi sono arrivato a una conclusione: è più semplice di quanto possa sembrare.
Sul serio, spesso è il blogger a incasinare tutto. Vuole aggiungere i tag perché sono gratis e disponibili, pensa che non ci sia un tetto a questa pratica. Poi si ritrova un sito che quasi scoppia e che ha una percentuale di tassonomie smisurata.
Questo porta problemi? Di certo la buona gestione tag WordPress ha bisogno di regole. Ecco come inserire e utilizzare questi elementi nei tuoi post e sul blog.
Indice dei contenuti
Cosa sono i tag su WordPress: definizione
Iniziamo dalla base: cos’è un tag in WordPress? Si tratta di un sistema di tassonomie che permette di etichettare (la traduzione di tag è appunto etichetta) un articolo in modo da archiviarlo insieme a contenuti simili. Abbiamo anche un’altra spiegazione?
I tag sono strumenti per organizzare i contenuti attraverso la condivisione di un tema. Offrono un ulteriore livello per riunire pubblicazioni e rendere navigabile il tuo blog. I risultati, poi, possono essere fedeli alle tue intenzioni oppure no.
Inoltre i tag sono trasversali alle categorie WordPress, altro sistema di tassonomie. Ciò significa, ad esempio, che puoi avere un articolo nella categoria Social e un altro nella sezione copy ma entrambi con il tag Facebook. Tutto molto utile. Ma poi?
Da leggere: come inserire la meta tag description sul blog
Come creare tag per gli articoli WordPress
Per generare un tag su WordPress puoi usare due metodi differenti: direttamente dalla pubblicazione o dalla sezione principale dedicata a questa tassonomia. Iniziamo da quest’ultimo caso per generare nuovi tag e organizzare il tuo contenuto.
Vai nella barra laterale, raggiungi la sezione articoli e poi tag. Qui hai una panoramica di tutte le pagine create e un editor per generare le nuove sezioni. Poi, se ti trovi su un articolo e vai nella sezione laterale del post puoi scegliere i tag migliori.
Ma puoi anche crearne uno nuovo proprio dall’editor. Basta scrivere e cliccare su Aggiungi. Nella sezione in basso hai una tag cloud che ti suggerisce le etichette più utilizzate, basta un click per inserire anche queste. Ma vale anche per le pagine?
Vedremo dopo. Adesso dobbiamo capire come ottimizzare i tag WordPress per renderli una risorsa e non un impedimento. Dobbiamo ragionare per facilitare la vita all’utente ma anche per ottenere un buon posizionamento SEO on-page su Google.
Gestione tag WordPress: come funzionano
Per gestire al meglio i tag di un blog devi seguire una serie di passaggi chiave. Infatti, non basta aggiungere a sbafo queste etichette. Anzi, rischi di ritrovarti con una serie di problemi difficili da risolvere. Che dici, affrontiamo questi punti?
Evita sovrapposizione dei contenuti pubblicati
Che senso ha creare un tag webwriter, uno web-writer, e un altro scrittura online? Nessuno, soprattutto se hai anche un post che vorrebbe posizionarsi su questo topic, e magari una landing page per vendere i servizi di scrittura per siti web.
L’idea è quella di creare tag che non si sovrappongano ad altre risorse. Che non si annullino a vicenda, e che non entrino in contrasto con categorie, sotto-categorie, articoli e pagine. Per fare questo devi schematizza. Io in questi casi uso Coggle.
Vale a dire un ottimo tool per creare mappe mentali. Metto la home page al centro, creo dei nodi che riguardano le categorie e dei rami specifici per i tag. In questo modo posso pianificare il lavoro visualizzando possibili sovrapposizioni da evitare.
Come organizzare e decidere quali tag creare
Semplice, devi rispondere ad alcune domande: in primo luogo devi capire se c’è un nucleo di articoli che già può riempire il tag. Poi devi domandarti se è tua intenzione alimentare questo tema per non far morire il filone dopo poco tempo.
Il quesito epico: c’è interesse da parte del pubblico? Fare una buona ricerca keyword, magari con strumenti raffinati, può essere la chiave giusta per avere dei tag capaci anche di posizionarsi su Google. Perché creare una tassonomia inutile?
Perché pubblicare un tag che non ha seguito? Per appesantire il blog? Meglio ragionare intorno all’interesse del pubblico. Per questo puoi usare diversi SEO tool:
Assicurati che la tua idea non sia già stata affrontata da altre pagine web. Una volta rispettati questi punti puoi valutare l’idea di scegliere tag e categorie per un blog.
Quanti tag si possono inserire su un sito internet
Non ci sono limiti. Puoi aggiungere tutti i tag che vuoi ma questo non significa abbondare senza pensare al domani. Infatti, i tag sono delle pagine web e l’idea base è che ogni risorsa deve avere uno scopo. Creare tag inutili vuol dire appesantire.
Questo passaggio non è privo di conseguenze. Google attribuisce un crawl budget al sito, una serie di risorse per scoprire nuovi contenuti. Se usiamo quest’attenzione per far scansionare tassonomie senza senso, ridondanti, duplicate e vuote stai frenando la buona attività SEO. E dai alle persone una cattiva esperienza.
C’è un numero minimo o massimo di tag per post?
Anche in questo caso la risposta è no, non esiste un numero minimo o massimo di tag per articolo. Ma io freno sempre chi mette tag senza pensare. Aggiungere un’etichetta vuol dire fare in modo che quell’articolo compaia in una pagina articolo.
Ha senso? Sarà utile avere quel post nella specifica tassonomia? Io di solito ragiono così: ogni articolo ha massimo una categoria e uno o due tag. Questa è la base.
Io non ho problemi a ignorare quest’ultima tassonomia: non esistono articoli senza categoria, ma posso pubblicare post senza tag se non ho una sezione specifica.
Creare prima i tag e poi gli articoli o viceversa?
Prima gli articoli. Non si creano i tag a vuoto perché potrei non avere le risorse utili per riempire il contenitore e renderlo interessante. Avere tanti tag con uno o due articoli vuol dire gonfiare il sito con i famosi thin content (contenuti poveri) tanto odiati da Google e dagli utenti. Meglio pochi tag ma utili, ecco la mia opinione.
Conviene usare la tag cloud nella sidebar?
Non esiste un ordine preciso, se usi la tag cloud con intelligenza potresti avere dei risultati. Ma pensa, di cosa si tratta? Parole chiave generiche in ogni pagina del blog. Apporta testo non contestualizzato nelle pagine e link interni inutili.
Anzi, se fai un’analisi dei link cliccati con il plugin di Google Analytics (lo consiglio, utilissimo) scoprirai sicuramente la scarsa attenzione del pubblico verso questi collegamenti. Quindi, per me la tag cloud nella sidebar è da togliere.
E anche Matt Cutts la pensa così. Un motivo in più per allinearsi, anche se resta il fatto che potrebbero esserci dei casi virtuosi in cui la tag cloud diventi una risorsa.
Indicizzare tag WordPress o mettere in nofollow
Si tende a lavorare sulla deindicizzazione dei tag e delle categorie WordPress. Mettere il noindex a queste pagine vuol dire rinunciare a una parte di traffico importante che potrebbe arrivare da risorse utili. In realtà non lasciare a Google la possibilità di leggere le tue tassonomie è una sconfitta: ammetti che non hai saputo gestire la cosa.
Ma può essere una soluzione se non hai fatto una buona gestione tag WordPress. Meglio non farli leggere se poi devono cannibalizzarsi e frenare altre pagine. Io, ad esempio, ho rinnegato il noindex ai tag. Li uso per aumentare la visibilità del sito.
Ottimizzando queste possibilità ho aumentato le visite al sito, però quando c’è confusione può essere una soluzione. Meglio gestire prima di bloccare Google.
Gestione e ottimizzazione SEO dei tag WordPress
La gestione SEO dei tag di un blog WordPress (o su qualsiasi altro CMS) è fondamentale per avere grandi risultati. Con queste tecniche puoi evitare contenuti duplicati e posizionare un numero superiore di pagine nella serp di Google. Vuoi un esempio?
Molti chiedono come inserire parole chiave in WordPress, altri come usare i tag per fare SEO. Poi c’è una terza parte del pubblico che vuole sapere come evitare che i tag rovinino il posizionamento del sito. Beh, in quest’ultimo basta non metterli.
Non c’è alcun obbligo di inserire etichette. Però se le usi puoi pensare a un’attività per fare SEO su WordPress. Perché i tag non sono altro che archivi che possono posizionarsi come altre pagine web. Hai installato WordPress SEO by Yoast?
Perfetto. Hai evitato la sovrapposizione del tag con altre tassonomie e articoli del blog e scelto un topic accessibile? Ottimo, hai tutto quello che ti serve per fare una buona ottimizzazione SEO dei tag. Vai nell’editor del singolo elemento e:
- Migliora il tag title seguendo le principali regole SEO.
- Fai lo stesso con la meta description della pagina.
- Aggiungi testo unico dividendo il testo in header.
- Crea una URL SEO friendly, semplice e immediata.
- Cura il tag H1 inserendo le chiavi del tema principale.
- Formatta, aggiungi link interni e in uscita (sempre utili).
- Inserisci video e immagini ottimizzate per la SEO.
Devi fare tutto ciò che serve per ottimizzare una pagina web e migliorare il posizionamento su Google. La base di partenza, però, è sempre la stessa.
Posiziona i tag per aumentare la visibilità su Google
Devi scegliere l’obiettivo della pagina. Non dimenticare che i tag, unendo vari articoli, sono presenti in molte pagine e ricevono link interni in quantità. Quindi se lavori bene con la SEO on-page puoi ottenere buoni risultati. Proprio come ho fatto io.
Ho eliminato le pagine inutili e in contrasto, dove necessario ho fatto redirect, ho ottimizzato quelli che erano rimasti e ho creato un glossario di web marketing.
Esiste una penalizzazione per eccesso di tag?
No, non c’è una penalizzazione ufficiale. Puoi avere degli effetti negativi quando c’è un eccesso di pubblicazioni misere, ma questo riguarda un equilibrio differente che prescinde dal concetto di tag: avresti lo stesso risultato con post simili.
Il concetto è che Google ama siti che danno a ogni pagina un valore preciso. Che non deve essere per forza in termini SEO, l’attenzione deve essere rivolta all’utente. Se una pagina è inutile diventa un peso. Tanti tag di questo tipo frenano il sito web.
Paginazione: rel=”prev” e rel=”next” nei link
Di default le pagine archivio di un tema WordPress dovrebbero avere già quest’attenzione. però ricorda di controllare la giusta paginazione dei tag.
Ciò significa che nel codice deve essere indicato l’attributo prev ai link per le pagine precedenti e next per quello che porta alle successive. In questo modo si comunica a Google la giusta relazione tra le risorse. Un esempio concreto:
Un tag sulla pagina principale.
<link rel=”next” href=” https://www.esempio.com/tag?page=2″/>
Due tag sulla pagina 2.
<link rel=”prev” href=” https://www.esempio.com/tag/">
<link rel=”next” href=” https://www.esempio.com/tag?page=3″/>
Qual è la differenza tra tag e categorie?
Mi sembra una domanda chiara e la risposta è semplice: non c’è differenza tecnica tra tag e categorie. Nel senso che in entrambi i casi parliamo di pagine archivio che riuniscono i contenuti in una sezione dedicata a un tema più o meno generico.
Questo rapporto gerarchico sussiste tra categoria e sotto-categoria. Ma non tra tag e categoria, le strutture URL e breadcrumb confermano. Ma qual è la differenza?
Strategica. Possiamo dire che le categorie sono delle ceste nelle quali mettere i frutti del tuo lavoro. E i tag sono lo spago che unisce elementi simili tra i vari contenitori. Ti piace la metafora contadina? Si applica bene alla realtà WordPress.
Differenza tra tag e keyword dei meta-tag
Questa è un’altra grande problematica che bisogna chiarire: i meta tag Google sono una cosa e i tag dei post un’altra. Nel primo caso si includono la meta tag description, il tag title e gli altri comandi che permettono di interagire con il motore di ricerca.
Questi elementi si trovano nel codice HTML, nella sezione <head>
della pagina. Tutto questo non ha alcun collegamento con le tassonomie di WordPress.
Quindi, mai confondere questi elementi e pensare che i tag che metti nell’articolo siano delle parole chiave da aggiungere per salire di posizione su Google o migliorare indicizzazione del sito web per essere primi sul motore di ricerca.
Come inserire tag nelle pagine di WordPress
Ok, facile aggiungere i tag sui post. Ma io voglio fare lo stesso sulle pagine, come fare? Di base no, queste risorse fisse non possono essere inserite in questi archivi. Esiste un modo per inserire tag e categorie nelle pagine fisse di un sito web o un blog?
Però c’è un plugin che risolve questo problema: si chiama Tag Pages e consente di aggiungere il modulo presente nei post anche sulle pagine. Bastano pochi click per ottenere questa funzione extra, non fondamentale ma utile per alcuni blog.
Da leggere: come inserire i meta tag WordPress
Utilità tag WordPress: servono veramente?
Dipende da come le usi. Forse non ho risolto tutti i problemi che possono sbocciare quando inserisci queste tassonomie nella struttura dell’articolo. Però l’organizzazione dei tag in un post è decisivo. Così come è importante scegliere di non metterli.
O di crearli per una strategia di blogging e ottenere determinati risultati. Tipo un buon posizionamento su Google o una buona esperienza di navigazione. Tu hai qualche domanda? Un esempio virtuoso? Lascia tutto nei commenti.
Categoria: WordPress
Ottimo articolo e aggiungerei che i tag si possono utilizzare per ottimizzare la SEO in maniera indiretta (ossia automatizzando il lavoro e conseguentemente investendo meno tempo nel fare alcune cose). Faccio un esempio a caso premettendo che ho appena finito di mangiare pesante. Si vuole realizzare un sito di comparazione gioielli per supereroi. Quindi le categorie potrebbero essere (a caso senza nessuno studio preliminare che magari potrebbe evidenziare il totale contrario): collane, braccialetti, anelli. I tag: vibranio, kriptonite e adamantio. Alcuni contenuti cornerstone potrebbero essere quindi: “i migliori gioielli anti superman” o “Le chincaglierie di Wolverine” o “I monili indossati ad una serata di gala di Black Panter”. Il contenuto così potrebbe venire generato automaticamente mediante l’immissione di uno shortcode che dice: printa i 10 prodotti con tag=vibranio (naturalmente listati secondo un algoritmo definito precedentemente mediante studio di settore, ad esempio voti utenti sul singolo gioiello * quante volte viene mostrato un gioiello simile in un film Marvel/DC). Vantaggi? Il contenuto viene generato automaticamente (chiaramente prevedendo alcuni automatismi che lo facciano sembrare realizzato da un effettivo autore) e si aggiorna di volta in volta in base all’interazione utente o all’uscita di nuovo movie. Funziona? Assolutamente si, ho un progetto che va alla grande usando questo metodo e i supereroi acquistano passando dal mio dominio ;P
C’è un ulteriore aspetto da considerare: si possono creare dei cornerstone content con il contributo di articoli inseriti in automatico attraverso i tag. Spesso si considerano questi elementi come parole da inserire a caso. In realtà se lavori bene puoi fare in modo che, in automatico, si migliorino i contenuti che le persone vogliono leggere. Hai qualche esempio specifico?
Riccardo, come ti dicevo su Linkedin:
I tag NON sono Hashtag
Ciao Alessandro,
Questa precisazione è importante perché sottolinea un punto: spesso le persone usano i tag come gli hashtag di Instagram o Twitter. Quindi aggiungendo parole a caso, più o meno correlate ma pensando comunque che più ne metti e meglio è. per aumentare la visibilità, il posizionamento o quant’altro. Questo è un vero dramma perché il rischio di appesantire il sito è evidente.
Ciao Riccardo,
Io al momento ho solo due categorie nel mio blog immobiliare. Una con gli articoli ed una con gli immobili che tratto.
Per raggruppare gli articoli in aree di interesse sto usando 5 tag discretamente posizionati.
Sarebbe più logico creare delle sottocategorie alla principale che, ad onor di cronaca, sto cercando di posizionare come “blog immobiliare “?
Un saluto!
Ciao. La caratteristica delle sottocategorie è che hanno un valore organizzativo nella gerarchia e nella struttura del sito. Anche nella navigazione, ad esempio. Il tag è un sistema a parte, che comunque può avere buoni risultati. La mia domanda: ma blog immobiliare non si dovrebbe posizionare con la home?
Ciao Riccardo, articolo veramente illuminante per quanto mi riguarda. Mi hai schiarito le idee. Ho comunque una domanda da porti: nel mio blog ho scritto la categoria ma non riesco a visualizzarla in front-end, ci sono guide che mi permettono di risolvere questo problema?
Ciao, per front end cosa intendi? Tecnicamente dovrebbe essere la parte visibile al pubblico, quindi significa che non riesci a vedere cosa esattamente?
Ciao Riccardo, ho un quesito da chiederti. Per quanto riguarda i tag da inserire in un articolo di un blog, conviene inserire keyword con più parole o separarli?
Esempio: se un blog trattasse di cinema, consigli di utilizzare il tag “film fantascienza” o seperarlo in “film”, “fantascienza”.
E nel caso utilizzando gli strumenti da te utilizzati si scoprisse che la keyword “film fantascienza” è molto ricercata, vale anche per le tag separate tra di loro(“film”; “fantascienza”)?
Guarda, la scelta dei tag WordPress deve essere collegata anche alla capacità di posizionarsi su Google. Se non vanno in conflitto con altre pagine, io punterei su delle keyword a coda più lunga rispetto a quelle secche.