Di Riccardo Esposito | Pubblicato il - Aggiornato il
La punteggiatura è l’insieme di simboli con relative regole per organizzare ritmo, pause e organizzazione interna delle frasi. Grazie a punti fermi, virgole, due punti e altri simboli puoi rendere un testo leggibile, coerente, semplice e piacevole.
Le regole della punteggiatura , gruppo di segni interpuntivi necessari per separare frasi e parole, sono indispensabili per garantire un contenuto superiore. Ciò che scrivi per il tuo target è importante, ma devi fare attenzione a come esponi i pensieri nel testo.
Questo vale per ogni forma di scrittura, soprattutto per il web writing che contempla l’esposizione dei contenuti attraverso pagine, articoli e aggiornamenti social. Quando scrivi il testo devi usare i segni di interpunzione per avere una scrittura fluida.
Grazie al buon uso di punti e virgole puoi dare significato al testo, puoi migliorare la leggibilità e rendere piacevole la permanenza del pubblico sul blog. Ma quali sono le regole della punteggiatura? Ecco i passaggi per una buona scrittura sul web.
Indice dei contenuti
A cosa serve la punteggiatura
La punteggiatura è un insieme di segni, definiti anche di interpunzione, che hanno un compito ben preciso: terminare e separare frasi, parti di una frase e parole.
Appare chiaro che il successo di un articolo dipende dal buon uso di tutto ciò. Quali sono i principali elementi che fanno parte della punteggiatura nella lingua italiana?
Punto, virgola, due punti, punto e virgola, punto esclamativo e interrogativo: sono questi i protagonisti della punteggiatura. Poi ci sono altri segni che aiutano a costruire e gestire le frasi come le virgolette, le parentesi, gli asterischi, i punti sospensivi, le linee orizzontali e oblique. Come ad esempio i trattini, le lineette ondulate o meno e le barre.
Quali sono i segni della punteggiatura? Lista con tabella
L’insieme di questi segni aiutano il web writer a lavorare bene e presentare il miglior testo possibile. Vuoi altre informazioni? Ecco la lista della punteggiatura italiana.
Punteggiatura | Simbolo | Entità numerica |
---|---|---|
Punto | . | . |
Virgola | , | , |
Punto e virgola | ; | ; |
Due punti | : | : |
Punti sospensivi | … | … ; |
Punto esclamativo | ! | ! |
Punto interrogativo | ? | ? |
Trattino | – | – |
Lineetta | – | — |
Parentesi | (…) | ( – ) |
Virgolette | “…” | " |
Sbarretta | / | / |
Le funzioni della punteggiatura con i segni di interpunzione sono diverse: segmentatrice che crea distanza tra gli elementi del testo, sintattica che gestisce le gerarchie di una frase ed emotivo-intonativa risolta dai punti esclamativi e interrogativi.
Per approfondire: come scrivere una lettera
Punto fermo per la leggibilità
L’uso della punteggiatura italiana quando scrivi è importante per migliorare la fruizione del testo. Ma c’è un passaggio che merita particolare attenzione: il punto fermo. Questo segno viene inserito per chiudere un’abbreviazione o alla fine di una frase.
Uno dei principi della leggibilità è questo: scrivi frasi brevi. Il nucleo di un’espressione si basa su una combinazione di soggetto, verbo e oggetto. La banalità non è il tuo obiettivo, ma la semplificazione è alla base di un testo facile da digerire.
Quindi, quando mettere il punto?
Quando cambia il soggetto all’interno della frase, quando quest’ultima esaurisce l’informazione. O semplicemente quando vuoi dare risalto a un concetto.
Sto parlando di un segno di punteggiatura forte, capace di dettare il ritmo della lettura. Un testo leggibile è fatto di frasi armoniose, non per forza brevi da troncare il fiato. Ma la lunghezza rischia di rovinare tutto, fidati. Devi scrivere per farti leggere.
Quando mettere i punti sospensivi
I punti sospensivi sono una combinazione di tre punti fermi. Hanno un valore evocativo, indicano una frase non compiuta o qualcosa che potrebbe continuare.
Sono sempre tre e non c’è spazio tra la parola che precede, ma i punti sospensivi rischiano di peggiorare la leggibilità di un testo. Usali con parsimonia, soprattutto nei testi tecnici: qui non c’è spazio per il sottinteso. Devi essere chiaro e diretto.
Punto esclamativo e interrogativo
Un discorso simile vale per punti esclamativi e interrogativi. Se l’uso di quest’ultimi è regolato dalla presenza di un’interrogazione, spesso si assiste a un abuso di esclamazioni. È sconveniente inserire un punto del genere ogni due o tre frasi.
Virgola, la pausa breve nella frase
Se il punto è un simbolo che chiude una frase, la virgola tende a sottolineare un passaggio. Con questo segno di interpunzione c’è una sosta, non un blocco. La frase continua, c’è altro da dire e non c’è bisogno di fermarsi. L’informazione non è esaurita.
Quindi anche la virgola ha un ruolo decisivo nella buona struttura della frase. Al tempo stesso la virgola aiuta il lettore a riflettere: la virgola dà riposo all’occhio.
Questo segno suggerisce di prendere fiato. D’altro canto l’uso della punteggiatura non significa abbondare, ci sono situazioni che non esigono esitazioni. Questo segno di punteggiatura all’interno di una frase deve essere aggiunto per creare equilibrio.
Quando usare e non usare la virgola
Mai inserire la virgola tra soggetto e verbo o tra verbo e complemento oggetto. Anche formule tipo “stavo dicendo che” non devono essere divise da questo segno di interpunzione. Si mette la virgola prima della e? Molti indicano questa soluzione come un errore di grammatica, sull’argomento si esprime l’Accademia della Crusca:
“L’uso della virgola resta una scelta stilistica personale, un modo per dare rilievo espressivo a singoli elementi di un testo, una maniera per conferire un particolare ritmo alla narrazione, ma, soprattutto, una scelta che determina significativamente lo stile comunicativo di un autore”.
Marina Bongi, Accademia della Crusca
Come usare la virgola? Sfruttala per comprendere incisi in una frase ospite. Queste sezioni sono indipendenti, danno informazioni in più e completano l’informazione.
Ma attenzione a non esagerare: frasi incidentali troppo lunghe fanno perdere il senso del messaggio. Peggio ancora se ce ne sono più di una a breve distanza.
Punteggiatura: attenzione alle virgolette
Quando mettere le virgolette? Questi segni di interpunzione italiani hanno funzioni differenti e spesso l’autore abusa di questi elementi. Che si usano per indicare un discorso diretto o una citazione, per mettere in risalto un’espressione ironica o gergale.
O per indicare una parola usata in un senso diverso. Questi punti fanno arrivare a una conclusione: meglio evitare questi continui rimandi e giochi di parole racchiusi dalle virgolette. Devi essere preciso, diretto, non puoi continuare a intendere qualcosa di diverso. Devi fare economia di queste soluzioni, e usarle con grande parsimonia.
Trattini e parentesi: non esagerare
Gli incisi vengono inseriti tra parentesi tonde e lineette (da non confondere con i trattini). Queste si usano per includere un approfondimento, un ampliamento del discorso.
O una sezione indipendente. Il mio consiglio è simile a quello delle virgole: non gonfiare il testo con incisi complessi. La leggibilità del testo rischia di colare a picco.
Due punti, la scorrevolezza del testo
Uno dei segni di interpunzione della grammatica italiana che preferisco da sempre. Come usare i due punti? Questi elementi della punteggiatura hanno una funzione esplicativa: danno il via a una spiegazione, la proposizione successiva spiega la precedente.
Oppure aprono una lista di elementi o sostituiscono, in qualche caso, una congiunzione. Di conseguenza i due punti sono segni di punteggiatura ideali per rendere un testo fluido, ma attenzione a questa regola: mai inserire i 2 punti più di una volta in una frase.
Da leggere: la punteggiatura nelle liste puntate e numerate
Punto e virgola nella punteggiatura
Già so cosa stai per chiedermi: quando mettere il punto e virgola e a cosa serve questo segno di interpunzione? Questo elemento di punteggiatura ha una funzione differente, indica la fine di un concetto all’interno della frase ma non la fine dell’idea generale.
In realtà, soprattutto sul web, questa soluzione lascia il posto al punto fermo, più incisivo e funzionale. Ma soprattutto capace di semplificare la lettura.
Come usare la punteggiatura nei titoli
La punteggiatura dei titoli ci suggerisce di non mettere il punto alla fine. L’headline deve rimanere aperta. Lo dice il Corriere della Sera: alla fine del titolo – di un libro, di un giornale, di un film o di un annuncio pubblicitario – il punto fermo non si mette.
Quindi si chiude qui? No, le regole della punteggiatura vanno oltre l’inserimento del punto alla fine del titolo. Che può diventare terreno da sviluppare. Certo, l’incisività è importante, ma per esprimere il contenuto puoi aver bisogno di qualcosa in più.
Magari di una virgola, di un punto interrogativo o di un punto fermo. Perché non esiste solo la fine delle tue headline, che deve essere lasciata libera. Hai lo spazio necessario per sviluppare piccoli botta e risposta con relativa punteggiatura. Vuoi scoprire come?
Virgole, parentesi e due punti all’interno del titolo
La punteggiatura nei titoli ha un ruolo decisivo. Può aprire le porte a una spiegazione, a un elenco di elementi. Questo avviene con i due punti che hanno pieno diritto di esistere nei titoli di giornale e nelle headline delle pagine web. Perché è semplice ed efficace, esprime chiarezza. Pennamontata cita uno studioso di rilievo:
“I motivi dell’alta frequenza di questo tipo sono essenzialmente: a) il carattere impressivo; b) l’alto grado di leggibilità; c) la varietà di funzioni; d) la scarsa analiticità (il che significa soprattutto imprecisione dei rapporti, correlata alla reticenza e alla prudenza diplomatica); e) possibilità di indefinite varianti.”
Maurizio Dardano
I due punti introducono caratteristiche, luoghi, eventi, periodi o caratteristiche. Magari un’attività. Ecco qualche esempio di due punti nei titoli. Trovi un post di blog e un titolo di giornale. Dai un’occhiata a queste headline con segni di punteggiatura.
Esempi di due punti nei titoli e nelle headline
Come puoi ben immaginare questi titoli sono diretti, semplici e lineari: ti lasciano un concetto, un nome. E poi sviluppano un contenuto capace di incuriosire, spiegare e informare. In questa dinamica i due punti sono essenziali, guarda anche tu.
In realtà non sono molti i titoli di giornale che usano questa formula, che invece è molto amata dai blogger. Il motivo? Consente di inserire la keyword all’inizio del titolo (posizione importante per dare rilevanza alla parola chiave). Poi ti dà la possibilità di sviluppare tecniche di persuasive copywriting e di inserire informazioni.
La virgola nelle headline, come si usano
Nel titolo puoi mettere la virgola. Questo simbolo di punteggiatura spezza la linearità della stringa, crea un duetto tra elementi. Un botta e risposta. Meno diffuso nei post dei blog, la virgola nel titolo si ritrova soprattutto nei quotidiani. Ecco qualche esempio.
La virgola può essere un modo per dare spazio, ma soprattutto un momento di respiro. Una pausa. Perché proprio a questo serve la virgola: a frenare il lettore per prendere un bel respiro e creare una discussione interna all’headline con la punteggiatura.
Le parentesi nelle headline, a cosa servono?
Molto utilizzate online e offline. Le parentesi nel titolo sono segni di interpunzione usati bene per suggerire qualcosa al lettore, per dare un consiglio o indicare un dettaglio che non vuoi mettere subito in evidenza. Magari preferisci bisbigliarlo, non gridarlo.
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Ecco qualche esempio di punteggiatura preso da My Social Web. Le parentesi sussurrano ma, al tempo stesso, mettono in evidenza e fanno risaltare il contenuto che hai compreso in questi simboli della punteggiatura. Puoi usare anche le parentesi quadre all’inizio del titolo per indicare un determinato contenuto tipo [Video] o [Infografica].
Tra gli altri elementi della punteggiatura puoi inserire nei titoli virgolette e trattini, proprio come fai nel testo. Questi simboli hanno stesso significato e funzione, non cambiano.
Posso mettere punteggiatura alla fine del titolo?
La punteggiatura nei titoli può essere usata per dare movimento alla headline, per creare pause e significati. Spesso questa tecnica viene vista come un errore ma con le dovute attenzioni è possibile usare i simboli. Proprio come fai con il title case.
Allora, la domanda iniziale: posso inserire il punto alla fine di una headline? No, la regola vuole che il titolo resti libero da punto fermo. Questo vale nel campo editoriale, per il giornalismo e tutto ciò che abbraccia la scrittura online e offline.
Un titolo di giornale non si chiude con il punto. Lo stesso vale per l’headline di un post. L’Accademia della Crusca chiude ogni dubbio ma lancia uno spiraglio:
Né l’uso britannico, né quello francese, né quello italiano prevede il punto nei titoli; direi che è proprio un errore, a parte il caso degli slogan, come: Il mondo finì in una discarica. Abusiva.
Puoi inserire un punto alla fine del titolo? In qualche caso è possibile se si va oltre il concetto di titolo giornalistico (che, ripeto, non vuole il punto) e si considera l’headline pubblicitaria. Legata alla cartellonistica ma anche alle landing, squeeze e sales page.
Ci sono diversi esempi di titoli con punto alla fine.Sono licenze poetiche, soluzioni d’avanguardia che sfruttano il punto fermo come un simbolo dotato di significato. È una conclusione, una chiusura. Oltre questo non c’è altro. Non c’è discussione. Si chiude.
Non si può non comunicare. L’assenza o la presenza del punto fermo in un’advertising può fare la differenza. Quindi, titolo giornalistico legato alla formula editoriale: no al punto finale. Headline pubblicitaria: è una concessione, ha un senso. Ma non solo.
Si mette, nel web, per i reader per ipovedenti, non vedenti. Il punto è un respiro e identifica la fine della frase.
— Emanuela Trogu (@mademietoile) December 7, 2017
Come suggerisce questo tweet, nel web il punto alla fine dei titoli può avere un’utilità in più nel caso della scrittura delle pagine web per gli ipovedenti, persone con problemi alla vista che usano browser adeguati. Ovvero che descrivono il contenuto.
Il punto all’interno del titolo si mette?
Soluzione differente: il punto all’interno della tua headline efficace. In questo caso è possibile lavorare senza problemi? Certo, qui il punto è accettato, con lo stesso spirito con il quale si inserisce la virgola: per creare un discorso, uno svolgimento del titolo.
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Puoi chiudere il titolo efficace con un punto interrogativo o esclamativo, ma non con un punto fermo. O almeno questa è la regola per l’editoria classica. Poi nel mondo dell’advertising e del copywriting persuasivo puoi dar spazio alla punteggiatura italiana.
Punto esclamativo e interrogativo dopo il titolo
Punti esclamativi e interrogativi trovano ampio spazio alla fine dei titoli. Servono a dare forza nel primo caso, a dare incisività. Per il punto interrogativo, invece, il lavoro è tipico di questo segno di interpunzione: lascia un quesito con i segni di interpunzione.
Per la ricerca di Conductor, le headline con i numeri sul web funzionano, mentre quelle con il punto interrogativo sono ultime classificate. Ma il punto interrogativo si presta ad altre combinazioni per creare un botta e risposta all’interno del titolo blog.
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Come puoi ben vedere l’uso dei punti interrogativi ed esclamativi nei titoli può andare oltre la banale chiusura dell’headline. Solo un consiglio: non esagerare, non usare i titoli per far esplodere la tua voglia di abbondare con le esclamazioni e le domande.
Da leggere: come scrivere maiuscolo e minuscolo
Conosci le regole della punteggiatura?
Questi sono i nodi per migliorare la scrittura di un articolo. Quali sono i punti di un post perfetto? Tra i vari punti inserisco anche le regole della punteggiatura, struttura di un lavoro efficace. Sei d’accordo? Quali sono i passaggi da sottolineare?
Categoria: Scrivere
Io ho una guerra aperta con la punteggiatura. Quando scrivo di getto partono virgole “involontarie”, devo sempre rileggere il testo a uso punteggiatura per dare ritmo, per sottolineare ciò che al lettore voglio sia trasmesso. Insomma è principalmente una scelta stilistica, da ponderare attentamente. cambiando punteggiature uno stesso testo varia per effetti e finalità. Se mi permetti un consiglio, non è un libro mio, ma un manuale che tengo sempre sulla scrivania: “Prontuario di punteggiatura” di Bice Mortara Garavelli. Forse può essere utile anche ai tuoi lettori.
Ciao Giulia, hai fatto benissimo. Se hai altri testi e consigli relativi alla buona scrittura non esitare.
Ho apprezzato particolarmente la citazione dell’accademia della crusca… 🙂
Mi sembra il minimo: è il riferimento migliore per approfondire i temi relativi alla grammatica e alla sintassi.
Mi ricordo sempre una frase del mio professore d’italiano: “Per una virgola uccisero un uomo”. Da cui il seguente esempio:
“Grazia, impossibile ucciderlo”
“Grazia impossibile, ucciderlo”
Un esempio decisivo per dare sempre più importanza alla punteggiatura.
Scrivo poesie e spesso le pubblico su una pagina di facebook. Io ho fatto studi tecnici e non ho delle basi grammaticali solide, anche se la natura, mi ha dato il dono di scrivere poesie. Vorrei sapere una cosa: in uno scritto poetico è perdonato qualche errore di punteggiatura? A volte non pubblico qualche mio pensiero per paura di essere criticato. Uso spesso la virgola associata alla “e”, ma perchè voglio dare più spazio al pensiero.
Molte maestre e professoresse mi hanno detto che sbaglio! E’ vero? Grazie e saluti.
Allora, prima di potersi permettere delle licenze poetiche bisogna essere poeti. Meglio imparare le regole della punteggiatura e non trovare scappatoie per poter sbagliare.
Allora, per quanto riguarda la e e la virgola spesso dicono che non si possono usare insieme. Però sono regole vecchie che la pratica ha sdoganato. Anche l’accademia della Crusca sottolinea che la virgola prima della e è una scelta stilistica personale accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/uso-virgola-prima-congiunzione
Ho sempre avuto difficoltà con l’uso della punteggiatura, a volte mi perdo nel dubbio, in una forte indecisione; che non mi permette di essere sereno durante la scrittura , facendomi sviare dall’impulso narrativo.
Questo è un problema. Dovresti usare la punteggiatura come uno strumento per semplificare la lettura. Qual è la tua difficoltà?
Nell’ultima settimana mi sono ritrovato a dover scrivere parecchio, devo ammettere che molte regole le avevo dimenticate. Rileggerò questa guida più e più volte!
Grazie, è importante curare la punteggiatura al meglio.
Buona giornata.
Molte grazie per i consigli: molto utili.
La sua frase “Devi scrivere per farti leggere” è un chiarissimo condensato.
saluti da carlo
Hai ragione, è una delle regole per usare bene la punteggiatura.
Spesso scrivo dei racconti di ricordi goliardici, così, per un condiviso tra vecchi amici.
Mi capita di imbattermi in degli esclamativi o in degli nterrogativi in cui sento la necessità di integrare con dei puntini di sospensione, esibito prima o dopo.
Mi chiedo, e chiedo, se tale integrazione possa essere corretta, pertanto, ad esempio:
…?
?…
…!
!…
Grazie.
(Giovanni)
Di sicuro non sono soluzioni canoniche regolate dalla punteggiatura standard. Però essendo racconti goliardici si potrebbe forzare un po’ la mano. Ad esempio i punti sospensivi prima di quello interrogativo lasciano intendere una pausa prima di una possibile espressione di domanda. In sintesi, non è regolare ma lo farei. Con le giuste cautele.